Maurizio Landini: E’ ora di sfidare Renzi con una coalizione sociale più larga

| 22 Febbraio 2015 | Comments (0)

 

 

Diffondiamo da Il fatto quotidiano del 22 febbraio 2015 l’intervista fatta a Maurizio Landini

 

È cam­bia­to tutto, siamo alla fine di un’e­po­ca. È ve­nu­to il mo­men­to di sfi­da­re de­mo­cra­ti­ca­men­te Renzi”. Le pa­ro­le di Mau­ri­zio Lan­di­ni, il gior­no dopo il varo del Jobs Act, sono molto chia­re. Qual­co­sa sta per av­ve­ni­re a si­ni­stra e so­prat­tut­to nel rap­por­to tra il sin­da­ca­to e la rap­pre­sen­tan­za po­li­ti­ca.

 

D. Per­ché il se­gre­ta­rio della Fiom ri­tie­ne che un li­mi­te sto­ri­co sia stato va­li­ca­to e ora oc­cor­ra co­strui­re una ri­spo­sta ade­gua­ta. Siamo dun­que a un cam­bio d’e­po­ca?

R. Non c’è dub­bio. Non solo Renzi ap­pli­ca tutto quel­lo che gli ha chie­sto Con­fin­du­stria, ma af­fer­ma il prin­ci­pio che pur di la­vo­ra­re si debba ac­cet­ta­re qual­sia­si con­di­zio­ne. Non c’è più il con­cet­to che il la­vo­ro è un di­rit­to e la per­so­na deve avere tutti i di­rit­ti di cit­ta­di­nan­za. Inol­tre, viene messo in di­scus­sio­ne un di­rit­to fon­da­men­ta­le : quel­lo di po­ter­si coa­liz­za­re e agire col­let­ti­va­men­te per con­trat­ta­re la pre­sta­zio­ne la­vo­ra­ti­va.

 

D. Lei vede in atto lo sman­tel­la­men­to dello Sta­tu­to dei lavoratori.
R. Siamo a uno scar­di­na­men­to so­stan­zia­le. Lo Sta­tu­to non solo tu­te­la­va le sin­go­le per­so­ne ma ri­co­no­sce­va la con­trat­ta­zio­ne col­let­ti­va e quin­di la me­dia­zio­ne so­cia­le come uno dei pi­la­stri delle re­la­zio­ni sin­da­ca­li. Oggi que­sta lo­gi­ca viene messa in di­scus­sio­ne. Non a caso Con­fin­du­stria ri­lan­cia chie­den­do di rea­liz­za­re quan­to fatto alla Fiat, oggi Fca : can­cel­la­re il con­trat­to na­zio­na­le. E in­fat­ti alla Fca il sa­la­rio mi­ni­mo è più basso di quel­lo na­zio­na­le.


D. Renzi, però, so­stie­ne che la sua legge rot­ta­me­rà la pre­ca­rie­tà.
R. È una gros­sa bugia, per­ché il nuovo con­trat­to non è a tu­te­le pro­gres­si­ve. Se si pensa che ogni anno circa il 9% dei la­vo­ra­to­ri cam­bia la­vo­ro, si ca­pi­sce che nel giro di poco tempo la tu­te­la con­tro il li­cen­zia­men­to il­le­git­ti­mo non esi­ste­ra più.

 

D. Ep­pu­re, si dice, sono stati abo­li­ti i con­trat­ti pre­ca­ri.
R. Le forme fon­da­men­ta­li sono ri­ma­ste tutte, così come non sono state ri­vi­ste le par­ti­te Iva. E gli am­mor­tiz­za­to­ri so­cia­li non ven­go­no real­men­te este­si. La cassa in­te­gra­zio­ne non lo è e la Naspi, che copre solo chi ha la­vo­ra­to, so­sti­tui­sce anche la mo­bi­li­tà. Solo che que­sta du­ra­va fino a tre anni men­tre quel­la sarà por­ta­ta a 18 mesi. Il de­man­sio­na­men­to col­pi­sce il la­vo­ro così come eli­mi­na­re il rein­te­gro anche nei li­cen­zia­men­ti col­let­ti­vi rap­pre­sen­ta un re­ga­lo alle im­pre­se in un pe­rio­do in cui, no­no­stan­te si parli molto di ri­pre­sa, la crisi non è fi­ni­ta.

 

D. Sem­bra che non stia par­lan­do di un go­ver­no di si­ni­stra.
R. Renzi dice di es­se­re il nuovo, ma non siamo di fron­te alle idee ge­nia­li di un gio­va­ne ram­pan­te. Si trat­ta, in­ve­ce, delle di­ret­ti­ve im­par­ti­te dalla Bce con la fa­mo­sa let­te­ra del 2011 e che il go­ver­no sta ap­pli­can­do fe­del­men­te. Bi­so­gna aver chia­ro quel­lo che sta suc­ce­den­do.

 

D. Su que­sto ter­re­no la Cgil si è mo­bi­li­ta­ta e, visto che par­lia­mo di temi eu­ro­pei, ab­bia­mo visto la vit­to­ria di Tsi­pras in Gre­cia. Le ri­spo­ste, fi­no­ra, non sono state ef­fi­ca­ci.

R. La si­tua­zio­ne è com­pli­ca­ta e dif­fi­ci­le, que­sto è sotto gli occhi di tutti. Credo che ci sia bi­so­gno di un coin­vol­gi­men­to straor­di­na­rio di tutti anche fuori dai luo­ghi di la­vo­ro e una gran­de con­sa­pe­vo­lez­za di quel­lo che sta av­ve­nen­do. Non era mai av­ve­nu­to nella sto­ria d’I­ta­lia che con leggi si can­cel­las­se il di­rit­to del la­vo­ro. Cam­bia­no ra­di­cal­men­te i rap­por­ti di forza e le re­la­zio­ni sin­da­ca­li.

 

D. Serve dun­que una ri­spo­sta po­li­ti­ca?
R. Oc­cor­re avere con­sa­pe­vo­lez­za della si­tua­zio­ne. Noi ab­bia­mo in­nan­zi­tut­to bi­so­gno di ri­con­qui­sta­re un vero Sta­tu­to dei la­vo­ra­to­ri di tutti, dav­ve­ro tutti, i la­vo­ra­to­ri. Per que­sto la Cgil ha av­via­to una rac­col­ta di firme per una legge di ini­zia­ti­va po­po­la­re senza esclu­de­re la pos­si­bi­li­tà di un re­fe­ren­dum.

 

D. Si farà?
R. Io penso di sì. Il di­ret­ti­vo ha in­di­ca­to un per­cor­so sce­glien­do una con­sul­ta­zio­ne di tutti gli iscrit­ti, che sono oltre 5 mi­lio­ni. Ma la de­fi­ni­zio­ne del nuovo Sta­tu­to è un per­cor­so che deve coin­vol­ge­re anche i non iscrit­ti, per­ché par­lia­mo della di­gni­tà delle per­so­ne. Renzi ha preso il pro­gram­ma di Con­fin­du­stria e lo sta ap­pli­can­do senza che nes­sun ita­lia­no abbia po­tu­to vo­tar­lo. Ma su que­sti temi non ha il con­sen­so della mag­gio­ran­za della po­po­la­zio­ne. Vor­rei sfi­da­re Renzi a una ve­ri­fi­ca de­mo­cra­ti­ca.

 

D. Sta di­cen­do che è pron­to a una sfida po­li­ti­ca?
R. Il pro­ble­ma è che la mag­gior parte del Paese, quel­la che per vi­ve­re deve la­vo­ra­re, non è rap­pre­sen­ta­ta. C’è un fatto nuovo nel rap­por­to tra po­li­ti­ca e or­ga­niz­za­zio­ne sin­da­ca­le

 

D. Sta quin­di pen­san­do a un par­ti­to?
R. No, sa­reb­be una sem­pli­fi­ca­zio­ne.

 

D. A cosa, al­lo­ra?
R. Oc­cor­re la rap­pre­sen­tan­za di que­gli in­te­res­si. Apria­mo que­sta di­scus­sio­ne espli­ci­ta­men­te. Per quel­lo che ri­guar­da la Fiom dob­bia­mo ri­vol­ger­ci a tutto ciò che è rap­pre­sen­tan­za so­cia­le, non solo i la­vo­ra­to­ri. C’è tutto un mondo che si deve porre il pro­ble­ma di come af­fron­ta­re que­sto nuovo qua­dro.

 

D. È l’i­dea della coa­li­zio­ne so­cia­le?
R. Sì. È un tema che come Fiom ab­bia­mo già posto a set­tem­bre nella no­stra as­sem­blea dei de­le­ga­ti. Il sin­da­ca­to si deve porre il pro­ble­ma di una coa­li­zio­ne so­cia­le più larga e aprir­si a una rap­pre­sen­tan­za anche po­li­ti­ca. Quan­do un Par­la­men­to can­cel­la lo Sta­tu­to dei la­vo­ra­to­ri con un colpo di spu­gna a es­se­re rap­pre­sen­ta­to è solo l’in­te­res­se di uno, del più forte.

D. La sfida de­mo­cra­ti­ca a Renzi passa anche da qui?
R. Penso as­so­lu­ta­men­te di sì.

fonte: ilfattoquotidiano.it

 

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Category: Lavoro e Sindacato

About Maurizio Landini: Maurizio Landini è nato a Castelnovo ne’ Monti, in provincia di Reggio Emilia, nel 1961. È stato prima funzionario e poi Segretario generale della Fiom di Reggio Emilia. Successivamente, è stato Segretario generale della Fiom dell’Emilia Romagna, quindi di quella di Bologna. Nel 2005 è entrato a far parte dell’apparato politico della Fiom nazionale e dal giugno 2010 è Segretario nazionale della Fiom, succedendo a Gianni Rinaldini. Ha scritto, con Giancarlo Feliziani, Cambiare la fabbrica per cambiare il mondo. La Fiat, il sindacato, la sinistra assente (Bompiani, 2011). La sua storia personale e professionale è stata raccontata in Nei panni degli operai. Maurizio Landini e 110 anni di Fiom (e di Fiat) del giornalista Massimo Franchi (Fuori onda, 2011). «Inchiesta» ha pubblicato numerose sue interviste e interventi.

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