Arnaldo Petterlini: Ricordo di Emanuele Severino

| 30 Gennaio 2020 | Comments (0)

 

 

Arnaldo Petterlini, originario della provincia di Verona, si è laureato presso l’Università Cattolica di Milano con una tesi di Filosofia dal titolo J .Lequier e il problema della libertà, pubblicata in una collana della stessa Università e discussa con il Prof. E.Severino, del quale divenne assistente. A partire dal 1972 si è trasferito all’Università Ca’ Foscari di Venezia con il Prof. Severino. Ha percorso i vari gradi accademici, producendo nel frattempo alcuni volumi e saggi pertinenti all’insegnamento di “filosofia delle religioni”, fino all’ordinariato del 1990. Ha insegnato all’Università di Bari fino al 1997, ritornando successivamente a Venezia. Dal 2005 ha concluso gli ultimi anni presso l’Università di Verona insegnando Filosofia teoretica e tenendo anche gli insegnamenti di Estetica e di Storia della filosofia. Ha curato un’ampia raccolta di studi in onore di Emanuele Severino, dal titolo Le parole dell’Essere, da parte dei più importanti filosofi italiani e stranieri, pubblicata nel 2005 da Bruno Mondadori Editori.

Si è attenuata ormai l’enfasi emotiva per la morte di Emanuele Severino: filosofo nel senso antico e proprio della parola, ricercatore, mai sazio, di verità e costruttore di un sistema speculativo la cui logica incontrovertibile nessuno è riuscito finora a scalfire. Rimane la monumentale opera (esiste una collana di Adelphi dedicata esclusivamente alle sue opere) che egli ci ha lasciato su cui meditare, cercando, in qualche modo, di seguire e partecipare alla scoperta di quel mondo teoretico che egli ha indicato.

Ha iniziato diciassettenne a occuparsi di filosofia pubblicando vari saggi e due volumi: La coscienza. Pensieri per un’antifilosofia e Note sul problematicismo italiano.

Segue poi il corso di laurea in filosofia a Pavia, che conclude nel 1950, a 21 anni, discutendo una tesi con Gustavo Bontadini (che definirà “una delle menti speculative più alte del pensiero cattolico contemporaneo”) dal titolo Heidegger e la metafisica, data immediatamente alle stampe. Tutto ciò gli ha consentito di ottenere la libera docenza in Filosofia teoretica già nel 1951 iniziando l’insegnamento universitario prima a Pavia e, dal 1954-55, nell’Università Cattolica di Milano.

Sono anni in cui viene elaborando l’opera che risulterà fondamentale per tutta la sua speculazione successiva: La struttura originaria, pubblicata nel 1958. Ma sono anche gli anni in cui il suo modo di insegnare coinvolgerà profondamente gli studenti: la sua era la “cifra didattica del Professore che cercava di far capire esattamente la concatenazione delle argomentazioni, quasi a dire: pensiamo insieme a questo problema, portiamolo all’acme della sua forza e cerchiamo di vedere come è possibile risolverlo”: queste parole pronunciai a un convegno a Venezia riportate poi negli Atti pubblicati nel 2014.

Nel 1962 la pubblicazione degli Studi di filosofia della prassi, gli valgono l’ordinariato di Filosofia morale in Università Cattolica, ma anche le forti riserve del

teologo Carlo Colombo, che si rafforzarono nel 1964 con la pubblicazione del saggio Ritornare a Parmenide, nel quale era ravvisabile l’incompatibilità del pensiero di Severino con la dottrina cattolica. Ne nacque un famoso processo che si tenne a Roma presso la Sacra Congregazione per la Dottrina della fede (l’ex S.Uffizio, come accadde ai tempi di Galileo); questa volta però il processo si svolse con assoluta serenità, anzi con cordialità, giacché i due opposti argomentatori si trovarono perfettamente d’accordo sull’incompatibilità. Tutto questo comportò l’impossibilità per Severino di proseguire le lezioni presso la Cattolica; di qui il suo trasferimento all’Università Ca’ Foscari di Venezia (seguito dai suoi primi assistenti) dove, con alcuni colleghi, fondò la Facoltà di Lettere e Filosofia.

A Venezia è rimasto anche come professore emerito prima di iniziare una serie di lezioni presso l’Istituto Vita e Salute S. Raffaele di Milano fino al novantesimo anno di età.

Accademico dei Lincei e destinatario di premi e onorificenze, le sue opere più importanti hanno avuto risonanza internazionale e sono state tradotte in tedesco, inglese, spagnolo, francese.

Noi, suoi antichi allievi, ricordiamo il fascino delle lezioni dell’ancora giovanissimo Maestro: la novità del procedere e l’implacabile forza persuasiva rimangono tra le impressioni più vive di un’esperienza intellettuale unica. Poi ciascuno ha scelto il campo di ricerca più congeniale e la riflessione teorica si è declinata in molteplici aspetti, dalla storia alla fenomenologia, dalla logica all’etica, dall’ermeneutica alla psicologia. Per tutti noi, in ogni caso, il rigore metodologico del Maestro è rimasto fodamentale e inarrivabile.

Category: Editoriali, Storia della scienza e filosofia

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