Maurizio Viroli: La “coesione” tra Pd e Pdl farà trionfare le ingiustizie

| 30 Aprile 2013 | Comments (0)

 

 

 

Inseriamo nel Dossier questo testo scritto da Maurizio Viroli su Il Fatto Quotodiano del 30 aprile 2013

 

Dobbiamo essere tutti sinceramente riconoscenti al governo Letta e a coloro che l’hanno generosamente auspicato, tenacemente voluto e saggiamente realizzato: il capo dello Stato, Berlusconi e il Pd. Essi hanno regalato agli italiani una certezza, che Pd e Pdl non devono più incontrarsi e frequentarsi di nascosto fingendo in pubblico di detestarsi cordialmente, ma possono convivere alla luce del sole. Si sono tolti la maschera, è crollata la menzogna del Pd avversario – incerto, timido, balbettante – ma pur sempre avversario, con la quale i dirigenti di quel partito hanno
ottenuto i voti di tanti italiani onesti e saggi e come tali nemici di Berlusconi e dei suoi servi.

Di questi tempi, una verità fra tante menzogne, e tanta simulazione e dissimulazione, non è poco. “Governo politico, unico possibile”, ha commentato il capo dello Stato. Con il più sentito rispetto per l’Istituzione e per l’uomo mi permetto di rilevare che la prima affermazione non è davvero un esempio di chiarezza. Non si capisce che cosa possa mai essere un governo non politico. È vero che il linguaggio italiano abbonda di sciocchezze quali ‘ governo tecnico’, ‘ governo del presidente’, ‘ governo elettorale ‘ e via di questo passo. Ma sono tutte espressioni che confondono, anziché chiarire la realtà delle cose.

Qualsiasi governo attua e concorre a formare leggi, più spesso decreti, che valgono per tutta la comunità e dunque sono atti politici della più bell’acqua. Certo che anche quello attuale è un governo politico, ma che bisogno c’era di dirlo? Se invece quel “politico” indica qualcos’altro lo si spieghi con parole chiare. La seconda affermazione che il governo Letta è l’unico possibile è probabilmente vera, dopo che il Pd ha deciso di non votare per Rodotà. Il presunto ‘ stato di necessità’, diciamo così, che costringe a formare un governo con Berlusconi se lo sono creati il capo dello Stato e il Pd, e dunque non è affatto tale.

Ora, potrebbe qualcuno spiegare agli italiani per quale motivo Berlusconi presidente del Consiglio era alla fine del 2011 causa delle patrie sventure, mentre oggi un governo con il suo più fedele yes man quale vice di Letta e capo del ministero degli Interni sarebbe benefico? Si suppone indipendenza di pensiero all’Alfano? Si fantastica di un diverso orientamento di Berlusconi?
Insomma, se allora il bene dell’Italia esigeva di allontanare Berlusconi e i suoi da Palazzo Chigi, quale ragione impone oggi di richiamarli?
Coesione! coesione! coesione! È il nuovo imperativo categorico. Non se ne potrebbe trovare uno peggiore. Perché la coesione, ma meglio sarebbe parlare di concordia, è benefica se c’è giustizia. E quale giustizia possiamo aspettarci da un esecutivo che deve operare sotto il comando, o a essere benevoli, il forte condizionamento, del peggior nemico del governo delle leggi, dell’indipendenza della magistratura e soprattutto della Costituzione repubblicana? Quale giustizia da chi ha portato in Parlamento corruttori di giudici, collusi con la mafia, corrotti di ogni tipo e li ha poi difesi con tutte le sue forze? Quale giustizia da chi ha approvato le peggiori leggi a favore dei gaglioffi?

Essere concordi o coesi con figuri siffatti vuol dire essere complici di ingiustizie, e così crescono non la concordia ma la discordia, e perfino la rabbia e il furore, due passioni pericolosissime per l’ordine repubblicano.

È tempo di gite scolastiche. Suggerisco ai sostenitori del nuovo governo di mettere i panini e la Coca-cola nello zainetto e andare a visitare la mostra su Machiavelli al Vittoriano, dove spero gli organizzatori abbiano dedicato adeguato spazio a questo aureo pensiero del Segretario: “Che la disunione della Plebe e del Senato romano fece libera e potente quella republica”. Si riferiva alla Roma antica. Dovremmo seguire il suo consiglio: per rendere libera e civile la nostra Repubblica scegliere non la coesione ma il conflitto: pacifico, nel più rigoroso rifiuto della violenza, civile, meditato e pacato, ma intransigente contro Berlusconi e ai suoi servi e i suoi nuovi alleati. Il nuovo governo gode di un’ampia maggioranza. Proprio per questo la Repubblica ha bisogno di opposizione vera.

Category: Elezioni politiche 2013

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