Una mostra a Venezia su i dipinti di Amedeo Renzini nel centenario della nascita

| 5 Gennaio 2018 | Comments (0)

 

Su segnalazione di Simonetta Capecchi  invitiamo a visitare la mostra Amedeo Renzini. Identikit a cura di Toni Toniato a Venezia nel Palazzetto Tito Dursoduro 2826 (tel 041 5207797)

 

L’Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa è lieta di ospitare, negli spazi di Palazzetto Tito, la mostra Amedeo Renzini. Identikit, che presenta un’inedita riflessione dedicata al pittore veneziano di cui ricorre il centenario della nascita (11 ottobre 1917).

La rassegna, curata da Toni Toniato, si pone l’obiettivo di indagare alcuni aspetti fondamentali, ma ancora da approfondire, della storia dell’arte veneziana, facendo luce sulla figura emblematica di Amedeo Renzini. Attraverso un’accurata selezione di dipinti, disegni, bozzetti, giochi, studi, appunti, testi e documenti sarà così possibile entrare nell’atelier di questo appassionato studioso della figura umana e ricostruirne i tratti, le peculiarità, il carattere: l’identikit. Fra le opere in mostra i due grandi ‘cicli’ (Storia Americana del 1976 e L’albero della vita del 1987).Il primo racconta la storia, vera, per testi ed immagini, della sua fuga da Camp Wheeler (Georgia) dove era stato rinchiuso dall’esercito americano assieme a molti altri italiani fatti prigionieri in Africa nel 1943.”In America, durante la seconda guerra mondiale, tre uomini prigionieri in un campo di concentramento della Georgia decidono, per futili e per lo più privati motivi di tentare la fuga”. Il secondo ciclo nasce da un viaggio in Puglia, durante il quale Renzini scopre e si innamora dello straordinario mosaico pavimentale della cattedrale romanica di Otranto: un albero che fra i suoi rami racconta storie e personaggi biblici. Da allora comincia a crescere il ‘suo’Albero della Vitae a rappresentare  i ‘suoi’ personaggi:  “…Ofelia, Hieronymus van Aken o Bosch, Tarzan, Sade, Mae West … mia mamma, Marx, Giorgione, Picasso, Raoul Schultz,  Abebe Bikila… che da  una breccia aperta nella porta di Maratona in un grande incredulo silenzio arriva volando, il mio Abebe, con i grandi piedi nudi…”. Di questo ciclo saranno esposti, oltre a molti lavori preparatori e studi di testi e immagini, anche le diverse versioni realizzate e alcuni degli undici telai che compongono la versione più grande (600 x 360 cm) dove “l’espressione pittorica è contraddistinta da pennellate forti e decise, cariche di colori accesi, che si agitano sullo sfondo bianco della tela che sempre si intravvede: una pacata risposta all’esplosione di colore”. Fra gli altri grandi lavori esposti alcuni dei soffitti (primi anni ’70) presentati alle personali Palazzo Phanku e Soffitti (“rivisitazione dei soffitti settecenteschi dei palazzi veneziani, vere e proprie esplosioni di colore che non risparmiano critiche al ‘buon gusto’ borghese”),Conici Botoni e Canebambù (dedicato alla guerra di liberazione del popolo vietnamita) e una sua personale rilettura in chiave ‘imperfetta’ dell’Uomo Vitruviano di Leonardo. A completare il percorso una serie di  disegni e lavori su carta, fra i quali  alcuni collage dalla serie degli “Identikit”, che definiscono e ribadiscono lo sviluppo autobiografico di tutta l’opera di Renzini. Anni dopo ci ritorna, a Otranto, stavolta per mare, in vaporino. Un suo amico danese conosciuto in Francia, straordinario marinaio, ha comprato e risistemato un vecchio Battello Actv col quale, prima per mare e poi per canali, arriveranno fino a Parigi. Fino alla fine il viaggio, il mare, il blu. “Molte donne, bellissime, ne porteranno il felice ricordo”.

In occasione della mostra viene pubblicata la monografia Amedeo Renzini. Identikit, con testi inediti di Giovanni Bianchi, Toni Toniato e Massimo Donà – La Toletta Edizioni 2017. Il volume raccoglie un’ampia  selezione di dipinti, disegni, appunti, scritti, documenti, fotografie, nel tentativo di ricostruire il ritratto di un artista la cui vitalità ha lasciato un segno importante nella vita culturale e artistica di Venezia.

Category: Arte e Poesia

About Simonetta Capecchi: Simonetta Capecchi: Il mio primo disegno dal vero, per strada, è stata la chiesa del Baraccano a Bologna, avevo otto anni. E' piaciuto alla maestra, così ho continuato. Negli anni '80 ho studiato architettura a Venezia e ho cominciato ad utilizzare dei taccuini neri a lezione. Volevamo schizzare a mano libera come Aldo Rossi, Carlo Scarpa e naturalmente come Le Corbusier. Disegnavamo dal vero le architetture antiche, obbligati da Manfredo Tafuri, raro esempio di storico dell'architettura e buon disegnatore. Disegnavo durante i viaggi di studio. La tesi di laurea era una proposta di riuso dello Sferisterio di Bologna, disegnata a matita su carta da sottolucido, con relatore Arrigo Rudi, allievo e collaboratore di Carlo Scarpa. Il progetto è stato premiato dal CONI e con la parte storica ho curato una mostra per il Museo del Risorgimento di Bologna. A Napoli sono arrivata negli anni '90. Ho lavorato un anno per Nicola Pagliara, architetto e grande disegnatore. In seguito ho ottenuto un dottorato in Rilievo e Rappresentazione del Costruito. La tesi in storia della rappresentazione ed iconologia, è sulle illustrazioni di Eugène Viollet-le-Duc nelle sue opere a stampa e sul rapporto tra testo e immagine. Parte di questo lavoro è pubblicata negli atti del convegno L'illustrazione, da me organizzato per il Dipartimento di Progettazione Urbana dell'Università di Napoli, Fedrico II. Grazie a Ferruccio Orioli ho cominciato ad usare il colore e soprattutto il grigio di Payne. Con Pedro Cano ho realizzato che la linea, tanto cara agli architetti, si poteva abbandonare, a volte. Dopo l'incontro con Stefano Faravelli ho iniziato a scrivere sulle pagine disegnate dei taccuini. Per lavoro, ho cominciato a fare illustrazioni di architettura e mappe acquerellate come mediazione tra i miei studi e il mio desiderio di tenere in mano una matita o un pennello. Esempi di illustrazioni qui e su Flickr. Nel 2006 a Clermont-Ferrand ho scoperto il mondo editoriale ed artistico intorno ai carnet di viaggio e ho pensato di portarne una traccia a Napoli. La rassegna In viaggio col taccuino, ideata con la collaborazione di Franco Lancio, è stata una delle prime iniziative italiane sul tema. Quattro edizioni sono state ospitate da Galassia Gutenberg, fiera del libro e multimedia a Napoli. Questo blog è nato per documentare la rassegna - qui il mio primo post. Come autrice di taccuini ho esposto in diverse mostre collettive in Italia e all'estero e pubblicato in riviste e libri collettivi, come i best sellers di Danny Gregory e Eduardo Salavisa. Vedi le pagine exhibitions e publications. Dal 2000 al 2010 ho tenuto corsi di disegno a contratto presso la Facoltà di Architettura. Sono corrispondente del blog Urban Sketchers e faccio parte del direttivo dell'associazione. Con gli Urban Sketchers ho tenuto workshop in Spagna per De Vuelta con el Cuaderno e a Portland, Lisbona e Santo Domingo per il Simposio annuale di Urban Sketchers. Disegno a volte in appuntamenti collettivi, come all'Aquila con Una carriola di disegni o durante eventi organizzati da me. Altre esperienze didattiche ed iniziative in/inviaggioconiltaccuino.blogspot.it

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