Alberto Cini: Il poeta Alfa Beta

| 5 Gennaio 2018 | Comments (0)

Mi piace scrivere libri di racconti o poesie per l’infanzia, e mi piace disegnarli. Lo faccio per me stesso e nello stesso tempo per condividere il mio lavoro creativo con altri, con i bambini, eventualmente, nelle animazioni che mi piace fare, ma per giocare con loro, e giocare anch’io, in questo caso condividere il gioco “Poesia” . Non penso mai all’altro come pubblico potenziale. Difatti, in questo libro, le poesie che ho scritto sono varie, alcune si “giocano”, altre sono da “pensare”, alcune un po’ difficili, scrivo quello che mi viene, penso che in un testo devo mettere quello che sono e basta. Sia come disegnatore, sia come scrittore.

In questo caso, sempre sono diviso in due persone distinte, o mi approccio al lavoro come disegnatore, pittore che scrive o come scrittore che dipinge. 

La parola che uso meno è illustratore, che è una parola che non sento mia. L’illustratore è a mio avviso un nobile mestiere da artigiano, da maestro d’arte, per diventare un bravo illustratore ci vogliono studi ed esercizio costanti, tanta scuola, questo a mio avviso, ovviamente. Invidio questi artisti artigiani del disegno per la loro bravura e capacità. Ritengo l’illustrazione è una delle forme d’arte più alta, che posa le sue radici ed è continuità dei grandi maestri del passato. Non è il mio caso, io non posso che sfiorare questo pianeta. Se dovessi definirmi, potrei dire di me stesso, che sono un artista nel termine astratto della parola, dipingo e scrivo senza considerarmi ne pittore e ne scrittore. Sono in contatto con la mia creatività dall’infanzia, le attività di scrittura e pittura hanno sostituito il gioco del bambino, l’esplorazione, il divertimento, mai è stato un lavoro. Non si può andare a scuola di gioco, nessuno ti può insegnare a giocare, non ho mai fatto percorsi accademici e non li ho mai voluti fare, mi sono sempre considerato un auto-didatta curioso.

Ho sempre chiesto buoni consigli e ho rubato tecniche e modi, nelle strade dell’arte, ho frequentato artisti che mi hanno contaminato, contaminato dico e non insegnato. Con questi contatti di persone e cose ho costruito il corpo della mia espressività. 

Questo libro è una raccolta di poesie che hanno per tema la poesia stessa, o il poeta. Vuole esprimere e giocare sull’elemento “poesia” non come strumento dell’espressione, ma come “oggetto” del gioco espressivo delle parole, così è la poesia stessa che diviene soggetto del libro. 

 

Il poeta serio

Non ricordo più se il poeta serio

si chiamava Mario oppure Saverio

di cognome Cini no! Forse Cocchi

con gli occhi un po’ all’ingiù

non sopportava i bimbi sciocchi

lui diceva…

e in tasca un quaderno

lui portava…

dove scriveva conciso

tutto sul paradiso e l’inferno

quello antico e quello moderno

e dei miti e del malgoverno

a mo’ del suo amico eterno

quell’Alighieri Dante ben presente

in ogni mente di ogni insegnante

e a chi del mondo letterario

è fervente simpatizzante

Ora ricordo! Si chiamava Mario

ed era sordo ma sempre in orario

Per tutta la vita scrisse a matita

Le sue poesie sono sconosciute

la maggioranza andate perdute

Un giorno verso sera

mentre passava uno stormo di rondini

e quindi era primavera

c’era un bambino sciocco

che veniva dal Marocco

che una ne trovò in giardino

di quelle poesie tra gli aghi di pino

Proprio il giorno che finiva il Ramadan

mentre fingeva di essere Zidan

Col pallone e il foglio in mano

la lesse a mente piano piano

e gli venne quell’idea indiscreta

di diventare l’atleta poeta

dalla cultura araba

della Regina di Saba

alle poesie sul calcio

di Umberto Saba

Un Saba di qua ed una Saba di là

fa una somma di gran qualità

Lo direi a Mario il poeta serio

Poiché ovunque

la poesia ti tocchi

difficile è trovare

dei bambini sciocchi

 

 

La poesia che morde

Presto! Presto! veloce… lesto!

Legatemi con delle robuste corde

non importa se pulite o lorde

lucchetti con serrature infinite

o con delle forti catene

anche arrugginite

Mi ribollono le vene e forza gente!

Osate e non siate sorde

ai miei ruggiti e latrati e ululati

Nel bloccarmi vi terrò impegnati

perché io son la poesia che morde!

Se vi avvicinate state attenti

altrimenti incontrerete i miei denti

Sei un poeta? mi assomigli?

vieni ad conoscere i miei artigli!

Mi ascolti solo se son in gabbia

per la paura della mia rabbia?

Oggi è un giorno fortunato

perché avevo già mangiato!

Ma la poesia prima lecca

poi si riempie tutta la bocca

dei poeti bamboccioni

che li trova assai buoni

Molte poesie sono ingorde

ma solo io son quella che morde! 

 

 

La poesia e la scuola

Una poesia mi disse in sogno

che avrei pagato pegno

se non avessi capito

ciò che mi ha insegnato

la mia prof. di disegno

alle scuole medie

Lei urlava con voce roca

io saltavo dalle sedie

che di voglia di studiare

ne avevo poca

La lezione non era scialba

portava il nome di Rosalba

Era vestita in modo strano

ma non veniva da lontano

L’arte era il suo regno

ed io mi sentivo un Lord

perché senza sdegno

mi cresceva a poesia

ricopiando Alan Ford

Ho pensato a quel sogno

e non una volta sola

all’enigma della scuola

e ho scoperto la doppia natura

tra insegnante e maestro di cultura

L’insegnante si sa

descrive il panorama

in qualità e quantità

il maestro stimola il tuo estro

con quei pochi consigli

che si contano sulle dita

e poi li insegui

per il resto della vita

Category: Arte e Poesia

About Alberto Cini: Alberto Cini nasce a Bologna nel 1960, lavora come Educatore Professionale e Formatore, presso la cooperativa C.S.A.P.S.A in servizi rivolti all’handicap e all’adolescenza. Specializzato in Psicodramma con i terapeuti argentini Prof. Roberto Losso e Prof.ssa Ana Packciarz de Losso, è conduttore di laboratori espressivo teatrali, di scrittura creativa e grafico pittorici. Diplomato in massaggio tradizionale, shiatzu e massaggio aiurvedico, si specializza sull’approccio solistico alla persona. Ha pubblicato due raccolte di poesie, “Il fiore d’acqua” e “Le tre sfere”, stralci delle sue opere inedite si trovano sulla rivista di poesia “Versante Ripido”, per la quale disegna vignette satiriche e opere di contatto tra poesia e disegno grafico. Artisticamente viene educato all’arte dalla pittrice Bianca Arcangeli, sua insegnante e con la quale ha mantenuto un costante rapporto di condivisione e di confronto. Questo primo approccio lo influenza particolarmente sul rapporto tra parola e segno, tra la poesia e la pittura. Sensibile agli aspetti formativi e pedagogici dell’espressione artistica approfondisce il simbolismo della forma e del colore, l’arte terapia, terapie non convenzionali e tecniche di sviluppo della persona con il filosofo indiano Baba Bedi che frequenta per vari anni nella sua casa milanese. Non percorrendo formazioni accademiche approda alla scuola dello scultore Alcide Fontanesi, col quale comincia un lungo apprendistato formativo sull’espressionismo astratto. Le sue opere sono presso la galleria d'arte Terre Rare di Bologna

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