Alberto Cini: Il poeta Alfa Beta
Mi piace scrivere libri di racconti o poesie per l’infanzia, e mi piace disegnarli. Lo faccio per me stesso e nello stesso tempo per condividere il mio lavoro creativo con altri, con i bambini, eventualmente, nelle animazioni che mi piace fare, ma per giocare con loro, e giocare anch’io, in questo caso condividere il gioco “Poesia” . Non penso mai all’altro come pubblico potenziale. Difatti, in questo libro, le poesie che ho scritto sono varie, alcune si “giocano”, altre sono da “pensare”, alcune un po’ difficili, scrivo quello che mi viene, penso che in un testo devo mettere quello che sono e basta. Sia come disegnatore, sia come scrittore.
In questo caso, sempre sono diviso in due persone distinte, o mi approccio al lavoro come disegnatore, pittore che scrive o come scrittore che dipinge.
La parola che uso meno è illustratore, che è una parola che non sento mia. L’illustratore è a mio avviso un nobile mestiere da artigiano, da maestro d’arte, per diventare un bravo illustratore ci vogliono studi ed esercizio costanti, tanta scuola, questo a mio avviso, ovviamente. Invidio questi artisti artigiani del disegno per la loro bravura e capacità. Ritengo l’illustrazione è una delle forme d’arte più alta, che posa le sue radici ed è continuità dei grandi maestri del passato. Non è il mio caso, io non posso che sfiorare questo pianeta. Se dovessi definirmi, potrei dire di me stesso, che sono un artista nel termine astratto della parola, dipingo e scrivo senza considerarmi ne pittore e ne scrittore. Sono in contatto con la mia creatività dall’infanzia, le attività di scrittura e pittura hanno sostituito il gioco del bambino, l’esplorazione, il divertimento, mai è stato un lavoro. Non si può andare a scuola di gioco, nessuno ti può insegnare a giocare, non ho mai fatto percorsi accademici e non li ho mai voluti fare, mi sono sempre considerato un auto-didatta curioso.
Ho sempre chiesto buoni consigli e ho rubato tecniche e modi, nelle strade dell’arte, ho frequentato artisti che mi hanno contaminato, contaminato dico e non insegnato. Con questi contatti di persone e cose ho costruito il corpo della mia espressività.
Questo libro è una raccolta di poesie che hanno per tema la poesia stessa, o il poeta. Vuole esprimere e giocare sull’elemento “poesia” non come strumento dell’espressione, ma come “oggetto” del gioco espressivo delle parole, così è la poesia stessa che diviene soggetto del libro.
Il poeta serio
Non ricordo più se il poeta serio
si chiamava Mario oppure Saverio
di cognome Cini no! Forse Cocchi
con gli occhi un po’ all’ingiù
non sopportava i bimbi sciocchi
lui diceva…
e in tasca un quaderno
lui portava…
dove scriveva conciso
tutto sul paradiso e l’inferno
quello antico e quello moderno
e dei miti e del malgoverno
a mo’ del suo amico eterno
quell’Alighieri Dante ben presente
in ogni mente di ogni insegnante
e a chi del mondo letterario
è fervente simpatizzante
Ora ricordo! Si chiamava Mario
ed era sordo ma sempre in orario
Per tutta la vita scrisse a matita
Le sue poesie sono sconosciute
la maggioranza andate perdute
Un giorno verso sera
mentre passava uno stormo di rondini
e quindi era primavera
c’era un bambino sciocco
che veniva dal Marocco
che una ne trovò in giardino
di quelle poesie tra gli aghi di pino
Proprio il giorno che finiva il Ramadan
mentre fingeva di essere Zidan
Col pallone e il foglio in mano
la lesse a mente piano piano
e gli venne quell’idea indiscreta
di diventare l’atleta poeta
dalla cultura araba
della Regina di Saba
alle poesie sul calcio
di Umberto Saba
Un Saba di qua ed una Saba di là
fa una somma di gran qualità
Lo direi a Mario il poeta serio
Poiché ovunque
la poesia ti tocchi
difficile è trovare
dei bambini sciocchi
La poesia che morde
Presto! Presto! veloce… lesto!
Legatemi con delle robuste corde
non importa se pulite o lorde
lucchetti con serrature infinite
o con delle forti catene
anche arrugginite
Mi ribollono le vene e forza gente!
Osate e non siate sorde
ai miei ruggiti e latrati e ululati
Nel bloccarmi vi terrò impegnati
perché io son la poesia che morde!
Se vi avvicinate state attenti
altrimenti incontrerete i miei denti
Sei un poeta? mi assomigli?
vieni ad conoscere i miei artigli!
Mi ascolti solo se son in gabbia
per la paura della mia rabbia?
Oggi è un giorno fortunato
perché avevo già mangiato!
Ma la poesia prima lecca
poi si riempie tutta la bocca
dei poeti bamboccioni
che li trova assai buoni
Molte poesie sono ingorde
ma solo io son quella che morde!
La poesia e la scuola
Una poesia mi disse in sogno
che avrei pagato pegno
se non avessi capito
ciò che mi ha insegnato
la mia prof. di disegno
alle scuole medie
Lei urlava con voce roca
io saltavo dalle sedie
che di voglia di studiare
ne avevo poca
La lezione non era scialba
portava il nome di Rosalba
Era vestita in modo strano
ma non veniva da lontano
L’arte era il suo regno
ed io mi sentivo un Lord
perché senza sdegno
mi cresceva a poesia
ricopiando Alan Ford
Ho pensato a quel sogno
e non una volta sola
all’enigma della scuola
e ho scoperto la doppia natura
tra insegnante e maestro di cultura
L’insegnante si sa
descrive il panorama
in qualità e quantità
il maestro stimola il tuo estro
con quei pochi consigli
che si contano sulle dita
e poi li insegui
per il resto della vita
Category: Arte e Poesia