“Il nome della galassia”, mostra di PierLuigi Olivi a Venezia

| 27 Marzo 2024 | Comments (0)
L. AUSSI
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Pubblichiamo il testo di Philip Morre “Volere la luna” contenuto nel catalogo della mostra di PIER LUIGI OLIVI  IL NOME DELLA GALASSIA in corso alla Bugno Art Gallery di Venezia di questo marzo 2024.
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VOLERE LA LUNA
Philip Morre – 19 marzo 2024

 Esiste una lunga tradizione di poesie sui dipinti, e c’è anche – forse meno palesemente – un buon numero di dipinti derivati da poesie. Tuttavia, il poeta-artista, o l’artista-poeta, non è una specie comune. Degas ha scritto poesie, ne sapremmo poco o nulla se non fosse per il suo famoso scambio con Mallarmé, e capita che io stesso sono l’orgoglioso proprietario di un pastello di Montale, un’opera, confesso, che difficilmente attirerà l’attenzione degli storici dell’arte.

MOVEABLE STILL-LIFE

Pier Luigi Olivi è allora un caso raro per la sua capacità di muoversi agevolmente tra le due discipline. Come artista visivo, ha qualcosa da dire e utilizza una gamma di mezzi postmoderni per dirlo. Come poeta, opera in modo forse più diretto, il che non significa che le sue poesie siano prive di messaggi. E infatti, il “messaggio” al centro di questa mostra è una poesia che gli è arrivata inaspettata, quasi intera, dice lui, – e in francese! – legata a un ricordo, o un sogno, d’infanzia, di aver pisciato dalla terrazza di casa su una luna bassa.

ALL THE POETS OF THE WORLD

 

Je pisse

sur la terrasse au vent du nord

Je pisse

sur la terrasse de la lune

 Pisciare al vento significa dedicarsi ad un’impresa inutile. Ma può darsi che Pieter Brueghel il Vecchio intendesse qualcosa di più ottimistico, o almeno testardo, con il suo ben noto ritratto di un uomo con pesante cappotto marrone che piscia alla luna. Alla sua breve poesia Olivi ha abbinato dodici riproduzioni di questa figura, addobbata con abiti più colorati, sfoggiando le bandiere di diverse nazioni – e per non lasciare dubbi su cosa intenda dire, ha etichettato i suoi orinatori ‘Il poeta’, ‘Le poète’ ‘поэт’…

Dobbiamo quindi immaginare che i poeti – di ogni nazionalità – non fanno altro che questo? Anche i pittori, se volete. Pisciano futilmente al vento, o utopisticamente alla luna, annaffiano l’ineffabile? W. H. Auden, ricordiamo, nella sua Elegia per Yeats, dichiarò notoriamente “La poesia non fa accadere niente”, ma meno spesso viene citata la continuazione di quella poesia: “sopravvive / nella valle del suo dire… sopravvive, / un modo di accadere, una bocca”. E Brueghel stesso ha glossato la sua immagine con un pedice che dice (più o meno) “Non badate a me. Qualunque cosa accada, continuerò a pisciare sulla luna”.

Sarà che Bertrand Russel avesse ragione nel dire che: “Tutte le fatiche della storia, tutta la devozione, tutta l’ispirazione, tutta la brillantezza del genio umano al suo apice, sono destinate a estinguersi nella vasta morte del sistema solare”. E certamente noi stessi, e tutto coloro che amiamo, ci estingueremo ben prima di quella data. Ma ciò che ci distingue dagli animali, dagli uccelli e dalle api – tutti ugualmente pronti per essere falciati – è la nostra lunaminzione. Le nostre vite sono e devono essere performance d’arte. La misteriosa figura nel cappotto pesante di Brueghel ha innaffiato il mondo per 466 anni fino ad oggi, e da oggi, grazie a Pier Luigi Olivi, è a capo di una squadra internazionale di – permetteremo che lo siano? – orino-utopisti. Insieme, sopravvivono, un modo di accadere, e con la sua voce.

Philip Morre

 THE POET

Philip Morre

Category: altro

About Philip Morre: Philip Morre è nato a Londra ma ha vissuto in Italia per gran parte della sua vita adulta, da ultimo a Venezia, dove per dieci anni ha tenuto una libreria di libri usati nel Ghetto. Ora lavora come traduttore. Ha pubblicato due raccolte di poesia, The Sadness of Animals (San Marco Press, 2012), Istantanea di ippopotamo con banane (bilingue: Interno Poesia, 2019), e numerosi pamphlet, dei quali il più recente è Treno a New York and back (bilingue: Sinopia, 2022).

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