Bruno Giorgini: Lo strano movimento dei cristiani senza Dio

| 2 Febbraio 2018 | Comments (0)

 

 

Sta forse nascendo un movimento di persone che si riferiscono al cristianesimo, senza però essere credenti, quello che potremmo chiamare: un movimento di cristiani senza Dio. Un ossimoro e/o paradosso che potrebbe essere un fiume carsico a scorrere nelle viscere profonde della società. Già qualche tempo fa il Foglio di Giuliano Ferrara lanciò a sostegno di Papa Ratzinger la categoria degli “atei devoti”, in una prospettiva diciamo integralista, ma si trattava di un’esperienza propria a un ristretto circolo di intellettuali, se non al solo Ferrara, una sorta di provocazione situazionista di destra. Così come a sinistra alcuni intellettuali e politici spesso comunisti, noti e meno noti, non da ieri frequentano i monasteri, alcuni arrivando alla conversione, altri rimanendo non credenti e/o agnostici.

Certamente nulla di ciò che è di Dio è estraneo all’uomo, ma oggi mi pare si travalichi l’orizzonte della discussione teologica, si vada oltre l’avventura di Dio. Quel che percepisco è una dimensione cristiana al di là dei confini propriamente religiosi, investendo persone comuni certo spesso impegnate in buone pratiche di volontariato, ma anche semplici cittadini che si guardano attorno in cerca di speranza, generosità, empatia, fratellanza, giustizia sociale, cooperazione. Persone in cerca di una ideologia, di una concezione del mondo che innesti speranza, generosità, ecc..fino alla carità e alla misericordia, nella vita quotidiana di ciascuno. Inoltre che incarni i valori di salvezza e cura del pianeta, degli esseri che lo popolano, della natura che lo rende abitabile e bello, accogliente i viventi.

La Laudato Sì, l’enciclica di Papa Bergoglio per una ecologia integrale ha sicuramente dato impulso a questa tendenza, rendendola rotonda e fluida, accessibile a, e praticabile da, tutti gli uomini e le donne di buona volontà, senza vincoli dogmatici – ovvero senza tema di scomuniche si può essere cristiani pur non credendo nell’esistenza di Dio. Più precisamente si può: comportarsi da cristiani, leggere e riconoscersi nei Vangeli, sentirsi partecipi della comunità cristiana persino senza essere battezzati. Almeno in parte, che i momenti specificamente religiosi – la messa, la confessione, i sacramenti – sono preclusi ai cristiani senza Dio, seppure questa esclusione non sembri limitare iniziative e attività comuni nonchè il dialogo tra credenti e non credenti. Non solo comunità cattoliche ma anche protestanti, una per tutte: la chiesa valdese.

Mi dice un amico: sono un aspirante cristiano. E chiaccherando emerge il nodo della violenza. Comune a molti della mia generazione che tentò una rivoluzione, ma bruciante anche oggi ovunque, dalle crudelissime guerre in corso d’opera al rischio di uso delle armi nucleari tattiche – e strategiche, fino ai massacri di inermi popolazioni civili con le più svariate motivazioni, religiose, economiche, etniche, razzial razziste e chi più ne ha più ne metta. Per non dire della violenza che galleggia nella società liquida, coagulandosi e esplodendo in forme demenziali per un litigio stradale o un’occhita storta in discoteca, e quella verbale diffusa nei social media, insopportabile. E delle società criminali – le gang – sempre più diffuse in ogni età, fino ai ragazzini, e in ogni ceto. L’idea della non violenza diventa perciò molto attrattiva, l’idea di una società che senza rinunciare alle differenze e agli eventuali conflitti, sappia affrontarli nella convivenza civile. Sarebbe compito della politica laica se non si fosse raggrinzita su se stessa in un chiacchericcio sempre più vacuo, e allora ben venga Papa Bergoglio che invoca la pace contro la guerra mondiale a pezzetti, attacca il profitto sconsiderato e lo sfruttamento tanto degli esseri umani quanto della natura, guarda storto Trump, invoca la misericordia e pratica una diplomazia planetaria della conciliazione. La dialettica violenza non violenza è un nodo presente nel vangelo.

Giovanni se non sbaglio, racconta che quando il soldato arriva da Cristo per arrestarlo o qualcosa del genere, Pietro estrae la sica tagliandogli un orecchio. Il soldato cade a terra, Gesù s’arrabbia con Pietro e riattacca l’orecchio allo sventurato soldato, compiendo così un miracolo. Da cui si deduce che il primo dei discepoli, Pietro, girava armato e sapeva servirsi della sua arma, che Gesù non gli impedisce preventivamente di usarla e neppure lo caccia dopo, che, una volta fatto il danno, il taglio dell’orecchio, egli può compiere il miracolo di sanare la ferita: la violenza di Pietro da’ origine al miracolo di Gesù. La filosofia cristiana appare qui molto meno mite, remissiva e liscia di come spesso la si rappresenta, e non è il solo conflitto presente nei vangeli, c’è quello con la famiglia e quello coi mercanti scacciati dal tempio nonchè molti altri. Da secoli c’è un cristianesimo di lotta e uno di governo, fino a ieri separati e spesso contrapposti, oggi in questa fase della storia del mondo riuniti nella figura di papa Francesco, con questo strano movimento composto da credenti e non credenti che lo accompagna. E’ troppo presto per dire come andrà a finire, in presenza tra l’altro di un confronto aspro all’interno della stessa Chiesa, ma il punto non è dove arriverà la strada, bensì il fatto che si sia aperta.

Category: Culture e Religioni, Politica

About Bruno Giorgini: Bruno Giorgini è attualmente ricercatore senior associato all'INFN (Iatitutp Nazionale di Fisica Nucleare) e direttore resposnsabile di Radio Popolare di Milano in precedenza ha studiato i buchi neri,le onde gravitazionali e il cosmo, scendendo poi dal cielo sulla terra con la teoria delle fratture, i sistemi complessi e la fisica della città. Da giovane ha praticato molti stravizi rivoluzionari, ha scritto per Lotta Continua quotidiano e parlato dai microfoni di Radio Alice e Radio Città. I due arcobaleni - viaggio di un fisico teorico nella costellazione del cancro - Aracne è il suo ultimo libro.

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