Maurizio Landini: Non ascoltano il nostro NO. Sentiranno i nostri SI

| 17 Dicembre 2016 | Comments (0)

 

Diffondiamo dal settimanale  Left n. 51 del 17 dicembre 2016 l’intervista fatta a Maurizio Landini da Tiziana Barillà

Il nuovo governo guidato da Gentiloni lascia a casa il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ma non quello del Lavoro Giuliano Poletti. Un minimo di autocritica sulla Buona scuola forse, ma le politiche del lavoro vanno bene così, anche per questo governo. Eppure, ci spiega il segretario della Fiom Cgil Maurizio Landini, uno dei motivi che hanno spinto la maggioranza degli italiani a votare No al referendum sulle riforma costituzionale è proprio la protesta contro le politiche sociali, economiche e del lavoro. Si potrebbe dire, in effetti, che questo sia stato il principale dei motivi, almeno per quel 70-80% di giovani che è andato alle urne per porre una X contro la Renzi-Boschi. Fin qui, è toccato soprattutto a Landini dire No, mentre il sindacato guidato da Susanna Camusso prendeva posizione quasi sussurrando. Tra poco, però, sarà l’intera Cgil la protagonista della prossima stagione referendaria. Per la prima volta in cent’anni di storia, infatti si è fatta promotrice di un referendum. E in primavera torneremo a votare per decidere se abrogare le ultime norme sul lavoro.

 

Jobs act, voucher, subappalti. Landini, il governo non mette in discussione le politiche sul lavoro…

Noi andiamo avanti con i referendum della Cgil per abrogare Jobs act e leggi sul lavoro. Loro invece hanno cambiato il presidente del Consiglio ma non hanno cambiato linea di governo. A maggior ragione – visto che non capiscono l’esito del voto del 4 dicembre, o fan finta di non capire – penso che serva un altro voto in cui si esprima direttamente un giudizio negativo sulle politiche sociali del governo. Evidentemente il voto di giovani e donne, di chi sta peggio e non ha accettato queste politiche non è bastato. Di fronte a questo è importante che la Cgil faccia una campagna forte e decisa, affinché si cancellino le leggi sbagliate fatte da questo governo. Sono convinto che ci siano tutte le condizioni per raggiungere il quorum e indicare che anche sulle politiche economiche, e non solo sulla Costituzione, questo governo non ha il consenso della maggioranza del Paese.

 

Quando inizierà la campagna referendaria?

Tra pochissimi giorni. Per noi, come Cgil, la campagna per far vincere il Sì e cancellare le leggi sbagliate è “l’impegno”. Una volta ottenuto il via libera dalla Consulta, il governo dovrà convocare il referendum. Del resto, lo scorso anno per quello sulle trivelle non ha avuto particolari problemi a convocarlo e fissarlo, credo che di fronte a milioni di firme che sono state raccolte sia necessario che i cittadini vengano messi nella condizione di potersi finalmente esprimere sulle leggi sbagliate del governo.

 

Il via libera della Cassazione è arrivato il 10 dicembre, ma se le Camere venissero sciolte prima di primavera il referendum potrebbe slittare al 2018…

Mi sembrerebbe molto strano che la maggioranza che c’è decidesse  a un certo punto di sparire.

 

Possiamo dire che il problema non è chi sia il presidente del consiglio, ma quali politiche metta in campo?

Esattamente. Infatti se pensiamo a Renzi, vien da dire che ha fatto tutto lui, ma non è certo così. Per questo è singolare che uno dica che se perde un referendum si dimette, poi fa finta di andarsene e nel frattempo si fa un governo con le stesse persone e soprattutto con le stesse politiche di prima.

 

Dicono che non ci fossero altre maggioranze possibili..

Si sapeva anche prima che la maggioranza in Questo Parlamento ce l’ha il Pd, anche perché i referendum non cambiano le maggioranze parlamentari.. Ma non rendersi conto che il voto che viene dal referendum è una domanda di cambiamento delle politiche economiche e sociali è la conferma che siamo in una fase in cui c’è un governo sordo e lontano dai bisogni delle persone.

 

Molte volte lei ha segnalato l’invadenza del governo Renzi nel mopndo del lavoro e delle relazioni industriali, sul contratto nazionale, ad esempio.. Si aspetta qualcosa di diverso dal nuovo governo?

In realtà il contratto dei metalmeccanici siamo riusciti a salvarlo senza alcun intervento del governo: Se c’è una cosa positiva del n ostro contratto, è che le parti sociali sono state capaci di dimostrare, ancor più della politica, che quando ci sono le volontà e il rispetto reciproco si possono trovare soluzioni che affrontano anche temi nuovi, senza peggiorare  le condizioni di chi lavora. L’invadenza del governo si è semmai manifestata con il Jobs Act e con le leggo che vanno nella direzione di una possibile riduzione dei contratto nazionali.

 

Dal 19 al 21 dicembr gli iscritti di Fim, Fiom e Uilm voteranno per validare l’intesa raggiunta sul contratto: La sottoponete agli iscritti perché non siete del tutto convinti?

No è un’ulteriore dimostrazione che non solo è possibile fare degli accordi se ci si ascolta e si ricerca una mediazione sociale, ma che è necessario farlo anche attraverso un’operazione di democrazia. Dopo anni di divisioni stiamo mettendo i lavoratori metalmeccanici nella condizione di poter votare e poter decidere sul loro accordi mediante un voto. E questo è un elemento di democrazia molto importante che rende possibile ricostruire un rapporto di consenso e di fiducia dei lavoratori verso tutte le organizzazioni sindacali

 

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Category: Lavoro e Sindacato

About Maurizio Landini: Maurizio Landini è nato a Castelnovo ne’ Monti, in provincia di Reggio Emilia, nel 1961. È stato prima funzionario e poi Segretario generale della Fiom di Reggio Emilia. Successivamente, è stato Segretario generale della Fiom dell’Emilia Romagna, quindi di quella di Bologna. Nel 2005 è entrato a far parte dell’apparato politico della Fiom nazionale e dal giugno 2010 è Segretario nazionale della Fiom, succedendo a Gianni Rinaldini. Ha scritto, con Giancarlo Feliziani, Cambiare la fabbrica per cambiare il mondo. La Fiat, il sindacato, la sinistra assente (Bompiani, 2011). La sua storia personale e professionale è stata raccontata in Nei panni degli operai. Maurizio Landini e 110 anni di Fiom (e di Fiat) del giornalista Massimo Franchi (Fuori onda, 2011). «Inchiesta» ha pubblicato numerose sue interviste e interventi.

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