Gli OGM portatori di cancro: i risultati di una ricerca francese

| 20 Settembre 2012 | Comments (1)

 

Lo studio esce il 19 settembre su “Food and Chemichal Toxology”,  certificando i risultati di un lungo esperimento che ha misurato il forte incremento dei casi di tumore su un campione di ratti nutriti con OGM, più precisamente con mais NK 603, rispetto ai ratti che hanno mangiato mais “naturale”. Per esempio all’inizio del ventiquattresimo mese di vita (i ratti hanno una speranza di vita dell’ordine di due anni) tra il 50 e l’80% delle femmine nutrite con OGM sono cancerose, specie alle mammelle, mentre soltanto il 30% tra quelle non trattate con OGM è affetta da tumore. Per di più i tumori OGM sono più voluminosi e crescono più in fretta, portando molto rapidamente alla morte. E i ratti sono biologicamente piuttosto vicini agli esseri umani. La ricerca comincia nel 2006, diretta da Gilles-Eric Séralini dell’Università di Caen, nella discrezione più totale.

I ricercatori sanno che le multinazionali OGM come la Monsanto sono potenti, e con pochi scrupoli. La ricerca viene battezzata “In Vivo”, un nome in codice come in codice sono scritte le mail,  e per procurarsi il mais NK 603, brevettato dalla Monsanto appunto, si seguono giri tortuosi fino a un istituto d’agraria canadese, mentre l’arrivo a Le Havre del mais avviene quasi in maniera clandestina, dentro innocui “sacchi di iuta”, così come la selezione dei duecento (200) ratti per l’esperimento. Ma torniamo ai risultati: i ratti OGM sviluppano un numero di tumori che sta tra il doppio e cinque volte il numero di quelli che affliggono i ratti non OGM. Inoltre i tumori nei ratti OGM sono più precoci, manifestandosi venti mesi prima nei maschi e tre mesi prima nelle femmine, e per un vivente con una speranza di vita di due anni si tratta di uno scarto considerevole. Tumori OGM che arrivano a pesare il 25% del peso totale dell’animale, cioè enormi, spaventosi. Fondamentale in questa ricerca è il tempo lungo di sperimentazione, quasi un intero ciclo vitale, mentre le indagini finora si limitavano a pochi mesi, in genere tre. Perchè fossero così ristrette nel tempo non è chiaro, si trattava evidentemente di un protocollo improprio, a dirla con un eufemismo, falso per dirla chiara, però un protocollo accettato supinamente da tutte le istanze di controllo internazionali a cominciare dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per finire con gli organismi europei emanati dalla UE. Comunque sia certamente i risultati di questo esperimento mettono la Monsanto e le consorelle multinazionali produttrici di OGM in braghe di tela, per dirla in oxfordiano e con understatement. E non rimarranno confinati alle riviste scientifiche specializzate.

Una delle protagoniste della storia, Corinne Lepage, già ministra dell’ecologia, manda in libreria il 21 settembre un testo “La verité sur les OGM, c’est notre affaire”, Mayer Editions, poi il 26 arriva il libro di Gilles-Eric Séralini “Tous cobayes” ( “Tutti cavie”) edito da Flammarion, e lo stesso giorno sarà nelle sale di mezza Francia il film con lo stesso titolo, mentre il 19 settembre la rete televisiva privata Canal Plus ha mandato in onda le immagini durissime dei ratti soffocati dai tumori e il 16 ottobre sarà la volta della pubblica France 5. Insomma siamo in presenza di una comunicazione a largo spettro volta a indurre una coscienza generalizzata del rischio che gli OGM rappresentano, una azione politica esplicita e rivendicata dal gruppo che ha portato avanti la ricerca, ma non nella forma della propaganda o dell’ideologia, bensì in quella della diffusione di una verità ben al di là dei muri dei laboratori e dell’accademia. Una azione che coniuga in modo esemplare scienza e democrazia. Fin dall’inizio.

La ricerca costata 3, 2 milioni di euro non ne ha ricevuto uno di finanziamento pubblico nazionale o europeo, i soldi vengono direttamente da soggetti individuali e economici della società civile, tra cui per esempio alcune grandi catene commerciali come Carrefour e Auchan, alcune fondazioni come la svizzera Léopold Mayer. Il motore strategico che ha legato azione politica, progetto di ricerca, fund rising, comunicazione di massa è stato, è,  il Criigen (Comité de Recherche et d’Information Indipendentes sur le Génie Genetique).  Si tratta di una associazione capace di tenere insieme personaggi politici di rango, uomini e donne dell’imprenditoria, ecologisti radicali, ricercatori che rifiutano il dominio delle multinazionali, cittadini di buona volontà. L’idea è quella di una scienza dei cittadini, citizens science, una scienza altamente qualificata e insieme largamente democratica nonchè innervata nella società civile. Una idea che nel caso della ricerca sugli OGM si è tradotta in un insieme di azioni molto efficaci. Mentre ovviamente molti laboratori istituzionali arricciano il naso di fronte a questa “invasione “ di campo, ci sono molti ricercatori, sempre di più, che la considerano una benedizione, anche perchè spesso, troppo spesso, i laboratori istituzionali, più o meno obtorto collo, si piegano ai desideri delle multinazionali e/o dei potentati politici. Infine molte domande inquietanti bisogna farsi sul ruolo dell’UE, sulla sua “disattenzione” rispetto agli OGM, in una intervista Séralini si chiede se sia il frutto di  “Incoscienza, o vigliaccheria, o collusione criminale”.

OGM la cui coltivazione è vietata in Francia, dove tempo fa alcuni campi per la sperimentazione di OGM sono stati bruciati dai militanti ecologisti e contadini con alla testa Josè Bovè, che finì in prigione e oggi è deputato europeo, mentre però i prodotti OGM importati possono essere venduti nei supermercati e nei negozi, spesso senza nessuna indicazione che li qualifichi. Infine un pensiero un po’ triste va ai poveri ratti, vittime innocenti della Monsanto e anche cavie moriture per la nostra ricerca, in qualche modo sacrificati loro per salvare noi, sperando che possano perdonarci.

Marsiglia, 19 settembre 2012

 

 

 

 

 

 

Category: Ricerca e Innovazione, Welfare e Salute

About Bruno Giorgini: Bruno Giorgini è attualmente ricercatore senior associato all'INFN (Iatitutp Nazionale di Fisica Nucleare) e direttore resposnsabile di Radio Popolare di Milano in precedenza ha studiato i buchi neri,le onde gravitazionali e il cosmo, scendendo poi dal cielo sulla terra con la teoria delle fratture, i sistemi complessi e la fisica della città. Da giovane ha praticato molti stravizi rivoluzionari, ha scritto per Lotta Continua quotidiano e parlato dai microfoni di Radio Alice e Radio Città. I due arcobaleni - viaggio di un fisico teorico nella costellazione del cancro - Aracne è il suo ultimo libro.

Comments (1)

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  1. Fede ha detto:

    L’articolo è stato sbugiardato dalla comunità sicnetifica per tantissimi errori..errori
    statistici, mancanza di adeguato numero di cavie (soprattutto del controllo), ceppo noto per
    essere altamente tumorigenico, oltre a conclusioni affrettate e con poca logica..nonc’è ad
    esempio differenza di effetto triplicando la dose e si punta il dito contro tutti gli OGM, quando
    si sta parlando solo di UN OGM.Tale Seralini non è nuovo ad articoli del genere (di dubbissima
    qualità), è schierato da tempo (i suoi studi spesso commissionati da greenpeace) e per farsi
    maggiormente un nome si è letteralmente COMPRATO nun’onoreficenza di “miglior scienziato
    dell’anno”..Troverei almeno doveroso citare queste informazioni..oltre a citare le risposte di
    tutti i ricercatori che sono insorti a questo “studio choc”. Di studi sugli OGM ce ne sono
    tantissimi (più di DIECIMILA) e anche di lunga durata, riguardano peraltro sia settore sanitario
    che ambientale..mi chiedo invece come mai colture “tradizionakli” (mofdificate però pesantemetne con mutageni e radiazioni) non richiedano alcun controllo di nessun tipo, nonostante alcuni di essi causino allergie anche gravi, shock ecc (e non è necessario dare per certa la sua assenza
    negli aliemnti)…Questo “due pesi e due misure” è davvero sconcertante.

    Infine sono rammaricato nel constatare che anche personaggi “di scienza” che dovrebbero essere in grado di discernere articoli fatti bene da altri fatti male cadano negli stessi luoghi comuni del “volgar popolo”.
    Spiace perchè è proprio quello di cui NON abbiamo bisogno per avere una posizione sensata e senza pregiudizi sugli OGM, specie vista l’ignoranza scientifica di questo paese che crede a tutto e a tutti, purchè contro il “potente” di turno.

    Federico Baglioni
    fedebiotech.wordpress.com

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