Francesco Indovina: sul No Vax ecc… e il casismo

| 9 Settembre 2021 | Comments (0)

 

 

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1. No Vax ecc. Quale è il problema.

Diari di Francesco Indovina

1 settembre 2021

Si potrebbe dire non c’è niente da contrastare se ci sono delle persone che siano convinti che i vaccini contro il covid siano controproducenti. Niente di male, un’opinione come un’altra, se il virus non fosse contagioso o se queste persone vivessero isolate in campagna (come suggerisce una loro bibbia). Ma il virus è contagioso e queste persone circolano tra di noi. Allora un problema esiste. Qui non si tratta di opprimere un’opinione liberamente espressa, ma di difendere la salute individuale e collettiva, anche la salute dei non vax. Se continuano a manifestare e ad assembrarsi diventano un problema di “salute pubblica”.

Come mai non esiste un movimento che volesse abolire la patente automobilistica? Si dirà perché guidare senza patente è pericoloso per se e per gli altri, come dimostrano le statistiche. Ma anche per gli infettati dal virus esistono le statistiche dei malati e dei morti: Ma si dice queste sono false e gonfiate, e le prime? Con i vaccini si stanno arricchendo le grandi case farmaceutiche, dietro c’è un grande affare, mentre con la vendita delle automobili no!

Ma so che è inutile cercare di convincerli, sono assorbiti dentro un fede, che tuttavia non vuole farsi martirizzare ma preferisce martirizzare gli altri (giornalisti, medici, scienziati, politici, ecc.). Sono masse pericolose, non so, potrebbero diventarle, non c’è di meglio per questo percorso di una fede frustrata: la grandissima maggioranza degli italiani si è vaccinata e vuole vaccinarsi, le grida dei non vax non credo facciano molto proseliti.

C’è un problema politico: al di là delle manifestazioni no vax la politica e il governo hanno l’obbligo di difendere la salute dei cittadini. Almeno questo! Evidentemente quello che fa non basta, bisogna intervenire con più determinazione, per asciugare l’acqua dove i no vax nuotano. Perché non rendere obbligatoria la vaccinazione per tutti? Perché non escludere da alcune risorse (per esempio sanitarie) chi non si vuole vaccinare? Insomma, i cittadini devono essere difesi e se obbligato a prendere la patente automobilistica posso essere obbligato a prendere la patente contro il covid.

Il numero dei non vax non è esiguo, ma si tratta pur sempre di una minoranza, e gli “attivisti”, più o meno violenti sono ancora una minoranza della minoranza. Ma la domanda non è dove vanno, non credo che andranno lontani, ma soprattutto da dove vengono. La risposta semplice è: dall’ignoranza”. Una risposta facile che trascina subito dopo alcune altre domande: ma che società siamo, che ruolo ha la scuola (tutti più o meno hanno frequentato almeno 5 + x anni di scuola), che ruolo hanno i mezzi di comunicazione di massa, soprattutto la TV.

A giorni riapre la scuola, ma che scuola è se non riesce a immettere nella testa dei giovani, che poi diventano adulti e vecchi, un minimo di sapere scientifico? Dico di sapere scientifico che comprende anche l’interrogarsi sulle verità della scienza, ma avendo la consapevolezza che per dare una risposta non basta semplificare e fornire soluzioni facili. In questo sembra brillare la bibbia che va di moda tra i non vax (Eresia), che suggerisce che la soluzione definitiva contro il Sistema sia “nella vita nei boschi, senza televisione, senza cellulari, internet, ecc.”. Una soluzione che credo sarebbe rifiutata da tutti i non vax, che amano le loro piccole o grandi comodità e soprattutto la tv dove abbeverarsi di sciocchezze (per fortuna non sempre e non da tutte, ma i non vax usano il telecomando).

Dobbiamo pretendere di essere difesi, altrimenti che significato ha il detto popolare “quando c’è la salute c’è tutto”, non è vero ma si avvicina alla verità, questa verità dobbiamo pretendere che sia rispettata.

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2. Il “casismo” imperversa

Diario di Francesco Indovina

8 settembre 2021

Io ho fatto le due dosi di vaccino, nessun disturbo collaterale, come milioni di cittadini. Io ho ottenuto il green pass facilmente, come milioni di cittadini. Io e quelli come me non siamo dei “casi”, non suscitiamo emozioni, la nostra esperienza non viene strombettata sui giornali e sulle TV, siamo, possiamo dire, dei casi normali.

Ma ci sono i casi, non normali, che costituiscono il pane quotidiano di giornali e TV. C’è il caso di chi non ha potuto ancora fare il vaccino, nonostante aver preso appuntamento; c’è il caso di chi ha avuto, fatto il vaccino, notevoli disturbi collaterali (previsti); c’è il caso del parente che fatti i vaccini è stato colpito dal virus (prevista la possibilità); c’è il caso della nonna che curatasi con un purgante sta benissimo (fortunata); ecc. ecc., l’articolazione dei casi ha uno spettro molto ampio. C’è il caso di chi per quanti sforzi abbia fatto non è riuscito ad ottenere il green pass; c’è il caso di chi ha avuto il green pass sbagliato; c’è il caso di chi per avere il green pass è stato sballottolato per tanti uffici; ecc. ecc. anche in questo caso l’articolazione dei casi è molto ampia.

Ora tutti questi casi di anomalie (previste o meno) trovano spazio sui giornali e soprattutto in tv, nei programmi di “discussione” (si fa per dire). Credo che sia giusto che se ne parli, si tratta di casi che forniscono indicazioni per operare delle correzioni al sistema della vaccinazione e alla documentazione di garanzia. Il problema sta nel fatto che i singoli casi sono trattati in modo screanzato, perché sono assunti come dimostrazione del caotico sistema di vaccinazione, o, ancora, rendere chiara l’inaffidabilità dei vaccini e del sistema di somministrazione, alimentato dubbi, perplessità in una fascia modesta della popolazione.

Giornali e TV in questi casi non fanno “informazione” ma piuttosto “disinformazione”, per la soddisfazione di scettici (pericolosi)

Category: Osservatorio Europa, Welfare e Salute

About Francesco Indovina: Francesco Indovina insegna Analisi territoriale e Pianificazione presso l'Università IUAV di Venezia e presso la Facoltà di Architettura di Alghero. Da sempre è promotore di un approccio interdisciplinare agli studi sulla città e il territorio, coniugato ad un saldo impegno civile. E` autore di numerosi volumi e saggi, e direttore delle riviste «Archivio di studi urbani e regionali» e «Economia urbana - Oltre il Ponte». Nel 2005 è stato il coordinatore scientifico del progetto internazionale di ricerca dai cui studi è conseguita la mostra da lui stesso curata "L'esplosione della città" alla Triennale di Milano. Direttore della collana "Studi Urbani e Regionali" della Franco Angeli, co-fondatore della rivista «Archivio di Studi Urbani e Regionali» (ASUR). Si occupa delle relazioni tra i processi economici sociali e le trasformazioni del territorio. La "città diffusa" e la "metropolizzazione del territorio" sono i suoi più recenti contributi. Ha inltre pubblicato: Governare la città con l'urbanistica (2006, ed.Maggiori), L'esplosione urbana (insieme a L. Fregolent e M. Savino, ed.Compositori), Il territorio derivato (ed.F. Angeli). Il suo blog con cui siamo collegati è felicitàfutura.blogspot.com

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