Francesco Indovina: La salute non va bene. E il resto?

| 28 Aprile 2016 | Comments (0)

 

Diffondiamo dal blog  di Francesco Indovina del 27 aprile la sua valutazione dei dati recenti dell’Osservatorio Nazionale sulla salute allegando alcuni dati Ansa  con particolare riferimento alla regione più a rischio: la Campania (le foto allegate sono relative a questa regione).

 

Quando la “sanità” va male la salute dei cittadini non va bene. Oggi grande sgomento per i dati messi a disposizione dell’Osservatorio nazionale sulla salute, che testimonia dell’aggravarsi della situazione della salute dei cittadini a partire dalla speranza di vita che, fatto eccezionale, diminuisce invece che crescere. Dichiarazioni, cautele, qualche spicchio di verità, una situazione grave.

Conosco molti che fiduciosi sul regime economico-sociale che ci governa  giuravano che niente di grave sarebbe successo nei nostri servizi sociali, che i taglia a comuni e regioni non avrebbero influenzato la dotazione dei servizi. Stupidi? No, accecati dall’ideologia.

Perché la sanità va male? Certo per la corruzione, ancora per l’indecente gestione da parte di molte regioni, e poi e soprattutto per i tagli, tagli, tagli. Riduzione della prevenzione, riduzione delle vaccinazioni, ticket in crescita e insopportabili per fasce consistenti della popolazione, riduzione delle cure, alimentazione distorta (pare che la famosa dieta mediterranea tramonti, per gusto, forse, per la pubblicità aggressiva di prodotti industriali, pure, ma anche per il costo della vita), liste di attese abnorme e che scoraggiano, ecc.

Se la corruzione è comune a tutte le regioni, l’efficacia del sistema sanitario non è identico tra le varie regioni, da qui una “migrazione di cura” (di chi può o può sacrificarsi, parte alla ricerca dell’ospedale disposto ad accoglierlo).

L’ennesima fotografia di un paese spaccato e squilibrato: nella grave situazione il nord sta meglio che il sud; chi ha risorse economiche si cura e chi non ne ha muore. Più di mezzo milione di morti nel 2015 in più rispetto a quelli del 2014, dovrebbero essere un campanellone di allarme, ma il ministro della salute si distingue per le sue vacue e inutili osservazioni.

Certo che la sanità va male e che per conseguenza la salute non sta bene, ma sono indicatori pesanti di come va male il paese. Vivere della speranza che alla fine c’è la luce che ci guida all’uscita del tunnel della crisi è stata ed è una vera pazzia. Mentre siamo in attesa di questo evento magico, il paese regredisce, le diseguaglianze crescono, la frammentazione sociale avanza, la cultura del “mio” prevale, e si costruisce una condizione sociale e politica in cui sguazza Savini (e dobbiamo ringraziare che esiste 5*).

 

 

 

 

1. Da ANSA del 26 aprile 2016

Per la prima volta cala aspettativa di vita degli italiani

Lo afferma il Rapporto Osservasalute e il fenomeno dipende da una riduzione della prevenzione

Nel 2015 la speranza di vita per gli uomini è stata 80,1 anni, 84,7 anni per le donne, spiega Walter Ricciardi, direttore dell’osservatorio sulla Salute delle Regioni. Nel 2014, la speranza di vita alla nascita era maggiore e pari a 80,3 anni per gli uomini e 85,0 anni per le donne. L’andamento ha riguardato tutte le regioni.

Nella PA di Trento si riscontra, sia per gli uomini sia per le donne, la maggiore longevità (rispettivamente, 81,3 anni e 86,1 anni). La Campania, invece, è la regione dove la speranza di vita alla nascita è più bassa, 78,5 anni per gli uomini e 83,3 anni per le donne.

Per quanto riguarda le cause di morte, dai dati del 2012, quelle più frequenti sono le malattie ischemiche del cuore, responsabili da sole di 75.098 morti (poco più del 12% del totale dei decessi). Seguono le malattie cerebrovascolari (61.255 morti, pari a quasi il 10% del totale) e le altre malattie del cuore non di origine ischemica (48.384 morti, pari a circa l’8% del totale).

“Il calo è generalizzato per tutte le regioni – ha spiegato Ricciardi -. Normalmente un anno ogni quattro anni, è un segnale d’allarme, anche se dovremo aspettare l’anno prossimo per vedere se è un trend. Siamo il fanalino di coda nella prevenzione nel mondo, e questo ha un peso”.

Il rapporto boccia l’Italia in prevenzione, con una spesa per la salute in fondo alla classifica europea.

“Anche quest’anno – avverte Walter Ricciardi, presidente dell’Iss e direttore dell’Osservatorio – le analisi contenute nel Rapporto Osservasalute segnalano numerosi elementi di criticità, in quanto confermano il trend in diminuzione delle risorse pubbliche a disposizione per la sanità, le esigue risorse destinate alla prevenzione e le persistenti iniquità”. La spesa sanitaria pubblica è passata dai 112,5 miliardi di euro del 2010 ai 110,5 del 2014, si legge, e la contrazione ha coinciso con una lenta ma costante riduzione dei deficit regionali, conseguita però in gran parte tramite il blocco o la riduzione del personale sanitario e il contenimento dei consumi, misure che, sottolineao gli esperti, difficilmente potranno funzionare ancora nel futuro.

Nel 2014 la dotazione di posti letto negli ospedali è risultata 3,04 per 1.000 abitanti per la componente acuti e allo 0,58 per 1.000 per la componente post-acuzie, lungodegenza e riabilitazione, tutti valori inferiori agli standard normativi. Nel contempo, la spesa per il personale, in rapporto alla popolazione, è diminuita del 4,4% tra il 2010-2013.

L’investimento in prevenzione è molto scarso, solo il 4,1% della spesa sanitaria totale. Nel 2014, la spesa sanitaria pubblica pro capite in Italia è di 1.817&euro, del tutto in linea con il valore dell’anno precedente che pone l’Italia tra i Paesi che spendono meno. Nell’ultimo anno, ad esempio, il Canada ha speso oltre il 100% in più per ogni cittadino rispetto all’Italia, la Germania il 68%. La spesa pro capite più alta si registra in Molise (2.226 euro) e la più bassa in Campania (1.689 euro)

 


 

2. Dal sito  ANSA 26 aprile 2016  i dati  del  Rapporto Osservasalute per la  CAMPANIA

Alcuni risultati relativi alla Campania evidenziati dall’analisi dei trend dei principali indicatori selezionati tra le aree tematiche trattate nel Rapporto Osservasalute

 

ASPETTI DEMOGRAFICI

Tasso di fecondità totale (numero di figli per donna) di cittadine italiane e di cittadine straniere residenti – Anni 2002-2015

Il tasso di fecondità totale, nel 2015, è pari a 1,35 figli per donna (valore nazionale 1,39 figli per donna) risultando inferiore al livello di sostituzione (circa 2,1 figli per donna) che garantirebbe il ricambio generazionale. Nell’arco temporale 2002-2015, si osserva che la ripresa dei livelli di fecondità, in atto a livello nazionale fino al 2010, mostra in Campania un andamento caratterizzato da dati maggiori rispetto ai dati Italia fino al 2009 e da dati minori dal 2010 al 2015. Dal 2011 i valori diminuiscono sia a livello nazionale che nella regione in esame, con una minima oscillazione in controtendenza nell’ultimo anno. Considerando l’intero periodo in Campania il tasso di fecondità è diminuito dell’8,2% (valore nazionale +9,4%).

 

SPERANZA DI VITA

Speranza di vita (anni) alla nascita. Maschi e femmine Anni 2002-2015

La speranza di vita alla nascita, nel 2015 (dati provvisori), è pari a 78,3 anni per gli uomini ed a 82,9 anni per le donne (valore nazionale: uomini 80,1 anni e donne 84,7 anni), valori minimi tra le regioni italiane. Evidente è il vantaggio femminile in termini di sopravvivenza, ma il divario continua a ridursi pur risultando ancora consistente (+4,6 anni) a favore delle donne. Nel periodo 2002-2015, si osserva, per il genere maschile, un trend in aumento (+2,4 anni), con andamento simile a quello nazionale, ma con valori nettamente inferiori. Anche per il genere femminile si osserva un trend in aumento (+1,5 anni) ed i valori sono tutti inferiori rispetto ai valori Italia. A livello nazionale, inoltre, l’incremento nel periodo temporale considerato è stato pari a +2,9 anni per gli uomini e +1,7 anni per le donne. È da evidenziare come nel 2015 si registrino valori in diminuzione per entrambi i generi, sia a livello regionale che nazionale (in Italia il valore del 2015 risulta essere il primo valore in diminuzione dal 2002 per gli uomini e dal 2005 per le donne).

 

MORTALITA’

I dati di mortalità, nel 2012, risultano pari a 118,7 per 10.000 per gli uomini ed a 78,3 per 10.000 per le donne (valore nazionale: uomini 105,4 per 10.000 e donne 67,5 per 10.000), valori più elevati tra le regioni italiane. Nell’intervallo temporale 2006-2012, si registra per gli uomini un importante incremento (+10,5% vs -6,4% valore nazionale), mentre per le donne si registra una lieve diminuzione (-0,8% vs -1,8% valore nazionale). Rispetto ai valori nazionali, i dati registrati per gli uomini sono tutti maggiori ad eccezione del dato 2006. Da evidenziare è il netto incremento registrato nel 2007. A livello nazionale, invece, dal 2006 al 2010 si osserva un andamento in diminuzione, mentre dal 2011 si osserva un stabilità del dato. Per il genere femminile i dati risultano tutti maggiori rispetto ai valori Italia e presentano un andamento altalenante e, nell’ultimo anno considerato, in controtendenza rispetto al valore Italia.

 

STILI DI VITA

Nel 2014, la quota di fumatori tra la popolazione di età 14 anni ed oltre è pari a 22,1% (valore nazionale 19,5%), valore più elevato tra le regioni italiane. Considerando il periodo 2007-2014, si registra una diminuzione (-15,6%) e l’andamento che si osserva è altalenante e dal 2012 segue quello italiano. Anche a livello nazionale si osserva un andamento decrescente (-11,8%), ma meno marcato.

La prevalenza di persone di età 18 anni ed oltre in condizione di sovrappeso è pari, nel 2014, a 41,5% (valore nazionale 36,2%), valore più elevato tra le regioni italiane. Nell’arco temporale 2005-2014, i dati della Campania risultano tutti maggiori rispetto ai valori Italia e presentano un andamento simile a quello nazionale. Considerando l’intero periodo temporale nella regione in esame si è registrato un aumento pari a +4,5% (valore nazionale +4,3%).

La prevalenza di persone di età 18 anni ed oltre obese è pari, nel 2014, a 11,2% (valore nazionale 10,2%).I dati della Campania presentano un andamento oscillante (range 10,3-11,6%) con valori superiori ai dati nazionali, ad eccezione del valore 2013 che risulta uguale al dato Italia. I dati nazionali presentano, invece, un andamento alquanto lineare (range 9,9-10,4%). Da evidenziare è l’andamento in contrapposizione dei dati relativi all’ultimo anno tra Italia e Campania. Considerando l’intero periodo temporale in Campania si è registrato un incremento pari a +5,7% (valore nazionale +3,0%).

In Campania la prevalenza di coloro che dichiarano di non praticare sport è pari a 54,6% (valore nazionale 39,9%). Nel complesso, considerando l’arco temporale 2005- 2014, i dati mostrano un andamento oscillante (differenza tra il valore massimo e il valore minimo di oltre 7 punti percentuali) con valori tutti superiori rispetto ai dati nazionali. A livello nazionale, si osserva un andamento più lineare con variazioni più contenute (circa 3 punti percentuali). Considerando l’intero periodo temporale in Campania si è registrato un aumento pari a +4,0% (valore nazionale +0,3%).

 

PREVENZIONE

La copertura vaccinale antinfluenzale nella popolazione di età 65 anni ed oltre è pari, nella stagione 2014-2015, a 52,9% (valore nazionale 48,6%). Nel periodo stagionale 2000-2001/2014-2015, i dati di copertura della Campania risultano nella maggioranza dei casi maggiori rispetto ai dati Italia (non sono disponibili i dati della stagione 2001- 2002). Il valore massimo in Campania si è registrato nella stagione 2002-2003 (stagione 2005-2006 a livello nazionale). Considerando l’intero arco temporale, nella regione in esame si registra un importante aumento pari a +38,8% (valore nazionale +19,4%).

AMBIENTE

In Campania la percentuale dei rifiuti solidi urbani raccolti in modo differenziato è pari a 47,6% (valore nazionale 45,2%). Nell’arco temporale 2006-2014 si osserva un marcato trend in aumento (+321,2%), con valori che si collocano al di sotto del dato nazionale fino al 2010. Dal 2011 in poi i dati risultano maggiori. Anche a livello nazionale si osserva un trend in aumento (+75,2%).

 

SALUTE MENTALE E DIPENDENZE

Il consumo di farmaci antidepressivi, nel 2014, è pari a 30,5 DDD/1.000 ab die (valore nazionale 39,3 DDD/1.000 ab die). Nel periodo 2005-2014 si osserva un trend in aumento (+49,6%), con andamento simile a quello italiano. Un trend in aumento si riscontra anche a livello nazionale (+50,1%).

SALUTE MATERNO-INFANTILE

La proporzione di parti con Taglio Cesareo, nel 2014, è pari al 62,2% (valore nazionale 36,1%), valore più elevato tra le regioni italiane. Nell’arco temporale 2005- 2014, i valori sono tutti marcatamente superiori ai valori nazionali e presentano un andamento alquanto costante fino al 2012. Dal 2013 in poi si evidenzia una tendenza all’aumento che risulta in contrapposizione all’andamento nazionale. A livello nazionale, infatti, negli ultimi anni si evidenzia una stabilità dei dati. Considerando l’intero periodo temporale nella regione in esame si è registrato un incremento pari a +3,8% (valore nazionale -5,9%).

 

ASSETTO ECONOMICO-FINANZIARIO
Il valore dell’indicatore relativo alla spesa sanitaria pubblica pro capite, nel 2014, è pari a 1.689€ (valore nazionale 1.817€), valore minimo tra le regioni italiane. In Campania, considerando l’arco temporale 2010-2014, si osserva un trend caratterizzato da valori in diminuzione fino al 2013. Nel 2014 si osserva una stabilità del dato. Analogo andamento si riscontra anche a livello nazionale. Considerando l’intero periodo temporale nella regione in esame si è registrata una diminuzione pari a -5,7% (valore nazionale -2,3%).

ASSISTENZA TERRITORIALE

La percentuale di anziani trattati in Assistenza Domiciliare Integrata è, nel 2013, pari a 80,5% (valore nazionale 83,5%). Nel complesso, considerando l’arco temporale 2006-2013, i dati della Campania registrano, dopo valori sovrapponibili al dato Italia fino al 2008, valori inferiori al dato nazionale con un picco in negativo registrato nel 2010. Considerando l’intero periodo temporale, in Campania si è registrato un decremento pari a -7,8% (valore nazionale -1,5%).

 

ASSISTENZA FARMACEUTICA TERRITORIALE

In Campania, il consumo di farmaci, nel 2014, è pari a 1.121 DDD/1.000 ab die (valore nazionale 1.039 DDD/1.000 ab die). Nell’arco temporale 2001-2014 si osserva come il trend della Campania è molto simile all’andamento nazionale fino al 2010. Da evidenziare è il trend in aumento che si evidenzia a partire dal 2012 e che risulta più marcato rispetto al trend Italia. Considerando l’intero periodo temporale, in Campania si è registrato un aumento pari a +52,1% (+54,2% valore nazionale).

ASSISTENZA OSPEDALIERA

La percentuale di pazienti di età 65 anni ed oltre operati entro 2 giorni per frattura del collo del femore è, nel 2014, pari a 19,9% (valore nazionale 54,9%). Nel periodo 2001-2014, i valori della Campania risultano nettamente inferiori ai valori Italia e presentano una tendenza all’aumento solo nel periodo 2010-2014. Considerando l’intero periodo temporale, però, in Campania si è registrato un decremento pari a – 3,4% (+76% valore nazionale).

 

TRAPIANTI

In Campania i donatori utilizzati, nel 2013, sono 38 (valore nazionale 1.102). Considerando l’arco temporale 2005-2013 i donatori variano tra 38-70. A livello regionale si registra una diminuzione del 41,5% (valore nazionale -1,4%).

Category: Politica, Welfare e Salute

About Francesco Indovina: Francesco Indovina insegna Analisi territoriale e Pianificazione presso l'Università IUAV di Venezia e presso la Facoltà di Architettura di Alghero. Da sempre è promotore di un approccio interdisciplinare agli studi sulla città e il territorio, coniugato ad un saldo impegno civile. E` autore di numerosi volumi e saggi, e direttore delle riviste «Archivio di studi urbani e regionali» e «Economia urbana - Oltre il Ponte». Nel 2005 è stato il coordinatore scientifico del progetto internazionale di ricerca dai cui studi è conseguita la mostra da lui stesso curata "L'esplosione della città" alla Triennale di Milano. Direttore della collana "Studi Urbani e Regionali" della Franco Angeli, co-fondatore della rivista «Archivio di Studi Urbani e Regionali» (ASUR). Si occupa delle relazioni tra i processi economici sociali e le trasformazioni del territorio. La "città diffusa" e la "metropolizzazione del territorio" sono i suoi più recenti contributi. Ha inltre pubblicato: Governare la città con l'urbanistica (2006, ed.Maggiori), L'esplosione urbana (insieme a L. Fregolent e M. Savino, ed.Compositori), Il territorio derivato (ed.F. Angeli). Il suo blog con cui siamo collegati è felicitàfutura.blogspot.com

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