Fabrizio Binacchi: Il gioco cinico dello spolpa pensionati
Tutto cominciò con le lacrime in diretta del ministro Fornero quella sera del 4 dicembre 2011. Poi a piangere sono stati soprattutto i pensionati.
Manovra dopo manovra sono stati loro a pagare prima di tutti e con chirurgica determinazione. Siamo un Paese che dice una cosa e poi ne fa un’altra. Siamo un Paese che dice che vuole tutelare le ali mento protette delle generazioni e cioè giovani e anziani ed invece ai giovani non diamo visione di futuro e neanche sensazione di futuro e agli anziani applichiamo il cinico dello spolpa pensionati.
Perderanno fino a 300 euro l’anno. Le pensioni minime ovviamente non sono toccate. Ma quelle intermedie, che in altri paesi Europei sono minime, sono toccate eccome. La manovra che è in discussione alle Camere in questi giorni e che tante polemiche sta provocando su tanti fronti prevede il totale blocco degli adeguamenti fino al 2016 per le pensioni da 2900 euro ma il blocco parziale di perequazione anche per le pensioni da 1400 euro in su.
Sembrano cifre quasi astronomiche per molti che prendono assegni minimi da 500 a 800 euro mese ma pensandoci tre secondi si capisce che viene colpita una fetta rilevante della società pensionata italiana. Per la precisione, la rivalutazione ai prezzi sarà garantita al 90% per i trattamenti complessivamente superiori a tre volte il minimo e pari o inferiori a quattro volte il minimo (1.981,7 euro), «con riferimento all’importo complessivo dei trattamenti medesimi».
Sarà penalizzato quindi l’intero importo della pensione e non solo la parte eccedente tre volte il minimo. Stessa cosa per gli assegni di importo fra quattro e cinque volte il minimo, cioè 2.477,2 euro al mese, che saranno complessivamente indicizzati al 75%, e per le pensioni fra cinque e sei volte il minimo che saranno adeguate solo al 50% dell’andamento dei prezzi. Chi ha una pensione oltre 2.972,6 euro se la vedrà invece interamente congelata ancora per un triennio. In alcuni casi vengono anche applicate le norme di blocco per solidarietà. Botte sulla classe media.
Mi ha confessato un amico professore universitario andato in pensione tre anni fa che per il contributo di solidarietà ha perso 500 euro mensili e adesso nel giro di 4 mesi ha ricevuto una ulteriore decurtazione della pensione di altri 200 euro mensili. Pensione media, ma ora spolpata. “Sai alla mia età capita devi fare fronte anche a emergenze tipo un intervento alla prostata d’urgenza ed, essendoci code di due anni per essere operato gratuitamente nel pubblico, devi farti operare dal pubblico nella clinica privata (costo 15.000 euro) e così ti saltano tutti i conti”.
Magra consolazione vedere che le pensioni da 480 a 1200 euro sono salvate anche perché quelle sono spolpate in partenza. Esiste e si conferma attuale un problema di equilibrio grosso come non mai, un problema di recuperare soldi per far funzionare lo Stato sempre dalle solite tasche sicure e non da tagli davvero mirati sulla spesa improduttiva e sui tanti meandri della pubblica amministrazione e dalla para-pubblica amministrazione come i doppioni degli enti di governo e i tanti enti inutili ancora in vita, che costano a tutti noi. Perché? Perché qui con la ritenuta alla fonte sanno già che ti puoi mettere in cascina quei 4 miliardi che fanno compensazione e cassa, là non sanno nemmeno dove cominciare.
Ma è evidente che il gioco non può durare a lungo, che la fiera dello spolpa pensioni prima o poi si ritorcerà contro, come gli aumenti delle imposte e il taglio delle detrazioni, perché la società spenderà e investirà sempre meno e si avvizzirà come una foglia d’autunno. Rimarranno floride forse alcune aree della pubblica amministrazione e della burocrazia che a loro volta non avranno più polpa per balzelli e prelievi e scopriranno, forse tardi, che stanno incidendo nell’osso.
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