Tre commenti al Referendum comunale di Bologna in cui ha vinto l’ipotesi A
1. Redazione: Aritmetica del Referendum: 106.000 per l’elezione di Merola e 50.000 per la scuola pubblica
A proposito del referendum sulla scuola che ha visto l’ipotesi A, quella costituzionale per la scuola pubblica, vincere con 50.000 voti si fa un gran parlare del fatto che i votanti sono stati pochi, in percentuale il 28%, e quindi non conterebbero niente ma se si guarda per esempio il numero di voti con cui è stato eletto l’attuale sindaco Merola in una consultazione quindi ben più importante dal punto di vista amministrativo, perchè decideva del governo della città, mentre il referendum era solo consultivo elezioni comunali svoltesi con un numero di seggi e un apparato almeno doppio se non triplo, su un tempo più lungo
ebbene sono 106mila cioè quando si guardano i numeri cinquantamila per la scuola pubblica sono tutt’altro che pochi, soltanto la metà di quelli di Merola col partitone alle spalle chissà se al sindaco sono fischiate le orecchie o almeno una sirena d’allarme tanto più che la santa alleanza del B, che voleva il finanziamento delle scuole private, andava dal cardinal Bagnasco al PDL al PD eccetera con tutta la nomenklatura schierata, ahimè Prodi compreso,
cioè quei cinquantamila voti a favore della Costituzione e della scuola pubblica sono stati un benefico piccolo fatto eccezionale di cui tutti farebbero bene a tener di conto, con un preciso significato politico
2. Giorgia Bazzani: Caro Sindaco, se fossi grande voterei A
Caro Sindaco mi chiamo Giorgia Bazzani e ho dodici anni. Frequento la II A nella Scuola Media Statale Irnerio.
Ho deciso di scriverle in seguito ad un avvenimento accaduto poco tempo fa: mentre svolgevo i compiti per il giorno seguente è arrivata una sua lettera per i miei genitori riguardante il referendum sui finanziamenti agli asili privati che si terrà domenica prossima a Bologna. Poiché su questo argomento c’erano state molte riflessioni, sia a casa mia che a scuola, mi sono incuriosita e ho pensato di leggerla.
Ora vorrei darle anch’io la mia opinione, l’opinione di una ragazzina che fin da quando era bambina ha frequentato solo scuole pubbliche. La prima cosa è che, secondo me, la Scuola Pubblica è un’Istituzione fondamentale della Repubblica Italiana che aiuta i ragazzi a crescere e a diventare adulti intelligenti e responsabili. Questo non vuol dire che tutti gli alunni dovranno diventare medici, insegnanti, o presidenti, perché ogni lavoro è importante e indispensabile per il buon funzionamento di uno stato. Vuol dire solo, e non è poco, che a tutti deve essere data la possibilità di trovare la propria strada nel rispetto di sé e degli altri. Quindi, e questa è la seconda cosa, la Scuola è un Diritto di tutti, di chi è italiano o straniero, di chi è cattolico o musulmano o di un’altra religione o di chi una religione non ce l’ha proprio, di chi è ricco e di chi è povero. Terza cosa, la Scuola non dovrebbe essere a pagamento perché non tutti possono permettersela: molti non riescono a procurarsi neanche il materiale scolastico necessario come penne, quaderni, colori, libri, perché sono troppo costosi. Addirittura mi è successo di dover portare da casa il sapone o la carta igienica perché all’asilo o a scuola non c’erano più i soldi per comprarla. Ma se ci fossero più soldi questo non accadrebbe.
Allora la prima domanda che faccio è: ma se la Scuola Pubblica non ha denaro a sufficienza per funzionare bene, perché quel poco che c’è bisogna dividerlo con la scuola privata? Uno Stato e anche il Comune da Lei presieduto, non ha prima di tutto il dovere di curarsi delle sue Istituzioni Pubbliche? Perché i soldi pubblici, cioè dei cittadini, non vengono tutti distribuiti alla Scuola Pubblica, cioè dei cittadini, che ne ha un gran bisogno?
Molte persone si lamentano che negli Asili Comunali non ci sono abbastanza posti e che il Comune, dando soldi ai privati, garantisce che i bambini possano frequentare le materne. Ma io credo che se la Scuola Pubblica avesse più denaro, i posti si troverebbero, perché si potrebbero formare più classi e stipendiare più insegnanti. Si potrebbero costruire più edifici per gli asili, comprare più banchi, seggioline e tutto quello che serve ai bambini.
Poi c’è un’altra questione importante: ho sentito al Tg che in Italia e quindi anche a Bologna, molte delle scuole private sono tenute da preti e suore, cioè sono scuole religiose di orientamento cattolico. Mi chiedo per coloro che sono di religione diversa o che non sono magari nemmeno religiosi come sia possibile sentirsi a proprio agio ed essere tollerati e rispettati. Magari qualcuno dirà che potranno andare in altre scuole e asili, ma allora non si risolve il problema dei posti mancanti! Se mancano dei posti e si danno i soldi alle scuole private per crearli, poi questi posti non vanno bene per tutti e lo Stato non è giusto che favorisca solo una parte dei suoi cittadini.
Voglio dire, mi va bene che ci siano scuole private cattoliche perché la nostra è una Repubblica Democratica dove c’è libertà, però non è giusto che lo Stato Italiano dia del denaro a delle scuole che non sono per tutti, ma solo per chi è cattolico e ha anche i soldi per pagare la retta mensile. Tra l’altro, non so se tra gli asili privati a cui il Comune da dei soldi ce ne sia uno islamico o buddista…
Nella mia classe di scuola (pubblica!) siamo tutti un po’ speciali, tutti diversi, ma tutti uguali, tutti orgogliosi di essere diversi gli uni dagli altri, ma tutti felici di sentici trattati con uguale attenzione, rispetto e dignità. Per questo siamo in sintonia, per questo ci sentiamo solidali. Tutti i giorni i nostri professori ci educano a tenere la mente aperta, ad accogliere gli altri e a farci accogliere dagli altri. La Scuola Pubblica promuove l’interagire con tutti, il pensare aperto, il rispetto della diversità. Aiutiamola a crescere, come ogni giorno lei aiuta noi a farlo. L’ho già detto è un’Istituzione fondamentale, ecco perché, Caro Sindaco, se fossi grande voterei A!
Grazie Signor Sindaco di avermi ascoltato, forse alcune cose le saranno sembrate un po’ infantili, ma visto che la Scuola è fatta prima di tutto per gli alunni, ho pensato che anche la mia opinione potesse essere importante.
Grazie ancora, la saluto cordialmente Giorgia Bazzani , alunna della classe II A, Scuola Media Statale
3. Alba Bologna: Sull’esito del Referendum Comunale del 26 maggio
I cittadini di Bologna hanno votato, i cittadini di Bologna hanno scelto la scuola pubblica e la Costituzione. 86000 persone, ben oltre il numero di coloro che sono direttamente interessati alle vicende della scuola, insegnanti, genitori, nonni e altri addetti ai lavori, si sono recati alle urne per dichiarare il loro orientamento sul finanziamento comunale alle scuole private paritarie.
Un risultato di partecipazione importante perché ottenuto in una fase di caduta della credibilità della e nella politica e contro tutti i tentativi messi in campo di ostacolare l’esercizio del voto da parte della Giunta comunale con un ridotto numero di seggi e con una loro distribuzione volutamente disagevole.
Un successo altrettanto importante è uscito dall’esito del voto che ha sottolineato come forte sia l’adesione ai principi costituzionali che disegnano una scuola laica, gratuita, inclusiva come elemento centrale per la formazione della cittadinanza e della coesione sociale.
Un risultato ottenuto da un Comitato di semplici cittadini e associazioni che ha sostenuto una battaglia contro un vastissimo schieramento di forze , tutti i partiti di governo con ministri e parlamentari, le massime autorità ecclesiastiche e le parrocchie direttamente impegnate nella campagna elettorale fino al sindaco che, non ottemperando al suo ruolo di arbitro, ha sostenuto l’opzione B girando tutti i quartieri e scrivendo direttamente a tutti i cittadini.
Ma i bolognesi sono stati chiari: in 50000 hanno votato A in modo uniforme,anche nei quartieri popolari tradizionali insediamenti del PD, raccogliendo molti più consensi di quanto prevedibile dalla sua “base di riferimento” e molti anche nel “campo avverso”. La capacità di mobilitazione, o forse sarebbe meglio dire la credibilità, del fronte che chiedeva il mantenimento del finanziamento alle private si è fermata a 35000 voti segnando il vero “flop” di questo referendum.
Ora la Giunta deve rispettare questo limpido parere espresso dal voto e avviare il percorso previsto dal regolamento comunale. In questi giorni, molti sono stati i messaggi di appoggio e condivisione alla iniziativa bolognese e molte le richieste di di aiuto e collaborazione per avviare analoghe battaglie in altre città.
Ora possiamo dire che da Bologna viene la conferma che la scuola è tornata al centro della discussione e delle necessarie scelte della politica e che persone consapevoli,disinteressate e decise possono avviare un processo di partecipazione e di democrazia dal basso che può sfidare e battere i poteri forti di una città.
La nostra esperienza non si chiude all’inteno delle nostre mura. Bologna ha riguardato l’Italia e l’Italia può fare come Bologna.
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