Il Dalai Lama all’Università di Pisa e al Comune di Firenze
1. Il Simposio “The Midscience of Reality” tenuto a Pisa alla presenza del Dalai Lama
Da www.gonews.it del 20 settembre 2017
È stato inaugurato mercoledì 20 settembre il simposio internazionale “The Mindscience of Reality”, organizzato dall’Università di Pisa e dall’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia. Ospite d’onore è il Dalai Lama, che il 21 mattina riceverà la laurea magistrale honoris causa in Psicologia clinica e della salute da parte dell’Ateneo pisano. La due giorni di studio è stata aperta dai saluti del professor Bruno Neri, co-chairman del convegno, del direttore dell’Istituto di Pomaia, Filippo Scianna, dell’attore Richard Gere, affezionato discepolo del Dalai Lama, e del rettore dell’Ateneo pisano, Paolo Mancarella. “Siamo tutti curiosi e desiderosi di sapere – ha detto il rettore Mancarella – come procederà lo sforzo di traduzione di due culture e di due tradizioni che, pur nella loro diversità, o forse soprattutto grazie alla loro diversità, potranno aiutare a far crescere la conoscenza nel campo della mente su cui, è vero, si sono fatti grandi passi in avanti, ma che rimane, come l’universo fisico, un mondo dove vi è ancora molto da esplorare”. Dopo i saluti istituzionali si è svolta la prima sessione del simposio dedicata ad approfondire il rapporto tra “Scienza della mente e meccanica quantistica”. Giovedì 21, oltre al conferimento della laurea honoris causa al Dalai Lama, si terranno le altre due sessioni: “Scienza della mente e neuroscienze a confronto” e “Scienza della mente e filosofia”. In generale, l’impostazione multidisciplinare del simposio che coinvolge fisici, filosofi, psicologi, medici e, in particolare, neuroscienziati, prevede gli interventi di alcuni studiosi di livello internazionale, seguiti da un dibattito animato da un panel di esperti a cui partecipa il Dalai Lama. “L’origine del simposio – spiegano Angelo Gemignani, Alfonso Maurizio Iacono e Bruno Neri, i docenti dell’Università di Pisa che fanno parte del Comitato scientifico – – è nella convenzione firmata all’inizio del 2016 tra l’Università di Pisa e l’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia – uno dei centri di studi e pratica del Buddismo Mahayana più importanti in Europa e punto di riferimento per le comunità tibetane in Occidente – che ha favorito sinergie e convergenze sullo studio della mente, nell’ottica di un confronto tra l’approccio occidentale e quello tipico delle tradizioni contemplative e della cultura tibetana”.
Da repubblica.it del 18 settembre 2017
“LE VISIONI della scienza sono molto utili per i buddhisti. E, allo stesso tempo, la concezione buddhista della realtà può offrire agli scienziati un nuovo punto di vista da cui osservare le cose”. Il premio Nobel per la pace Tentzin Gyatso spiegava così a Piergiorgio Odifreddi nel 2001 il legame tra la religione che rappresenta in qualità di XIV Dalai Lama del Tibet e il mondo della scienza, di cui è un curioso e instancabile indagatore. Si può quindi capire il motivo della sua partecipazione al simposio “The mindscience of reality” che si svolgerà a Pisa (Palazzo dei Congressi, via Matteotti 1) il 20 e il 21 settembre, dove riceverà la laurea honoris causa in Psicologia clinica e della salute.
L’appuntamento, organizzato dall’università di Pisa e dall’istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia, uno dei principali centri della Fondazione per la Preservazione della Tradizione Mahayana (Fpmt), già nel titolo riserva una prima sorpresa: debutta infatti il neologismo “Mindscience” come alternativa a “Neuroscience”, perché al di là dei nomi illustri che interverranno al convegno (tanti accademici oltre allo stesso Dalai Lama che sarà affiancato dalla star di Hollywood Richard Gere), la grande invitata sarà proprio lei, la mente, punto di incontro fra insegnamenti vecchi di duemila e cinquecento anni e le più moderne teorie di neuroscienze, fisica e filosofia che, insieme, cercano una risposta a quella che il libro di fantascienza umoristica “Guida galattica per autostoppisti”, presenta come “la domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto”.
Da molti decenni in occidente si cerca una strada che porti all’armonizzazione tra la psicoterapia classica e quella che viene definita come “psicologia Buddhista” (anche Gustav Jung ed Erich Fromm si interessarono alle idee di quest’ultima che ruotano, tra l’altro sui principi di impermanenza, sofferenza e non-sé). Due strade che seguono percorsi diversi ma che hanno in comune un obiettivo: il superamento del dolore che in vari modi e per diversi motivi zavorra e complica la vita dell’uomo. (Una curiosità: Il significato etimologico della parola sanscrita ‘nirvana’ è “estinzione di una fiamma per mancanza di alimento”).
Le tematiche legate alla psiche sono state sempre particolarmente care al Dalai Lama che spesso si è confrontato con psicologi e psicoterapeuti e per l’occasione l’università dove insegnò il padre del pensiero scientifico moderno, ossia Galileo Galilei, gli consegnerà una laurea magistrale honoris causa in Psicologia clinica e della salute.
E anche la convenzione che l’università di Pisa e la Fpmt hanno sottoscritto nel 2016 per “lo studio dei processi mentali”, si muove nella direzione del dialogo fra i due mondi. Una collaborazione che ha già portato alla creazione di un master presso la stessa università intitolato “Neuroscienze, mindfulness e pratiche contemplative”, diretto dal professor Angelo Gemignani, che ha, tra i suoi obiettivi, quello di definire gli effetti della meditazione su mente e corpo.
Il corso vede, per la prima volta in Italia, la partecipazione, in qualità di docenti, di due Lama tibetani che operano presso l’Istituto, accanto a docenti dell’Università di Pisa ed esperti esterni di altre discipline. “Attraverso la meditazione si può accrescere il livello di percezione della mente, e arrivare a capire fenomeni che solitamente non si possono percepire – diceva il Dalai Lama nella sua intervista a Odifreddi – Si perviene a quella che noi chiamiamo “mente sottile”, che permette di vedere meglio le cose”. Ma quali sono queste “cose”? I tre temi del convegno ci danno degli indizi che portano in molteplici direzioni.
Partiamo da “Scienza della mente e meccanica quantistica”. Recentemente è stato ipotizzato che il funzionamento di determinate strutture biologiche sia governato da fenomeni quantistici e si pensa che anche il funzionamento di alcune strutture cerebrali sia regolato dalle leggi della Meccanica quantistica. “Noi pensiamo anche che un oggetto sia costituito, in ultima analisi, di particelle sottili piccolissime. Qui c’è un comune campo d’indagine con la fisica quantistica, che si interessa anch’essa della sostanza più sottile”, diceva nell’intervista il Dalai Lama
E ancora: “Scienza della mente e neuroscienze a confronto”. Anche in questo caso le domande intorno alle quali ruoterà il lavoro dei relatori sono molte e affascinanti: È possibile ridurre la coscienza alla complessità delle reti neurali? Un pensiero cosciente è frutto di un meccanismo di auto-organizzazione “volontaria” dell’attività neurale? Da cosa è guidata l’auto-organizzazione “volontaria” dell’attività neurale? Se l’elaborazione di stimoli sensoriali è il risultato di una serie di filtri dipendenti da strutture neurali organizzate in modo gerarchico, qual è il vero impatto di stimoli ambientali non fisiologicamente percepibili, e quindi non filtrati, sulla mente e le sue funzioni? “Il buddhismo offre una gran quantità di spiegazioni sulla mente, le emozioni, i pensieri, e sui diversi modi di modificarli e trasformarli – spiegava il Dalai Lama – Il tantrismo ha sviluppato vari esercizi e tecniche di meditazione, che permettono di influenzare il corpo attraverso la mente”.
E per finire “Scienza della mente e filosofia”. Identità, percezione, comprensione, libero arbitrio: queste categorie dell’essere, possono essere spiegate in termini meccanicistici? La coscienza è riducibile interamente alla materia e la vita ad una macchina? Le macchine e i computer possono essere coscienti? Possono percepire e comprendere la realtà? Esiste una “coscienza distribuita”? una “mente distribuita”? E’ possibile sapere come un’altra persona o un altro essere vivente percepisce la realtà? Quali sono le risposte a questi quesiti date dalla filosofia occidentale e dalle tradizioni orientali?
Domande alle quali il punto di riferimento del buddhismo tibetano non si è mai sottratto, nemmeno quando Odifreddi, con un pizzico di impertinenza, gli consigliava di reincarnarsi in un computer portatile. “Visto che lei viaggia molto sarebbe più facile portarla in giro”, diceva il matematico: “Questo non mi piacerebbe – era la risposta divertita del Dalai Lama – Non ci sarebbe nessuna libertà, nessuna indipendenza. Il mio segretario mi trasporterebbe e gli dovrei sempre andare appresso. No, nessuna libertà!”.
Daniel Goleman, psicologo di fama mondiale, grazie soprattutto al successo del suo libro “Intelligenza emotiva”, ha raccontato del suo incontro con il Dalai Lama in “Emozioni distruttive” avvenuto in India a Dharamsala, sede del governo tibetano in esilio, nel marzo del 2000.
Goleman ricorda un insegnante tibetano che, ad Harvard, negli anni ’70, aveva dichiarato che il buddhismo sarebbe arrivato in Occidente in forma di psicologia. E questo all’epoca pareva un’idea assurda. E forse sarebbe sembrata ancora più assurda se qualcuno avesse tirato in ballo anche l’intelligenza artificiale e la teoria dei quanti.
2. Laurea Honoris causa al Dalai Lama dall’Università di Pisa
Da gonews.it del 21 settembre 2o17
L’Università di Pisa ha conferito la laurea magistrale honoris causa in Psicologia clinica e della salute a Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama, in occasione della visita che il Premio Nobel ha fatto a Pisa per partecipare al simposio internazionale “The Mindscience of Reality”. La cerimonia si è svolta giovedì 21 settembre al Palazzo dei Congressi: è stata aperta dai saluti del rettore Paolo Mancarella, cui sono seguite la lettura delle Motivazioni da parte del professor Angelo Gemignani, presidente del Consiglio aggregato del corso di laurea magistrale in Psicologia clinica e della salute, la Laudatio tenuta dalla professoressa Amy Cohen Varela, responsabile di “Mind and Life” Europe, e, dopo il conferimento della laurea honoris causa da parte del rettore, la Lectio Magistralis del Dalai Lama.
Tra i presenti vi era anche l’attore Richard Gere, che è un affezionato discepolo del Dalai Lama. “Tenzin Gyatso – ha detto il rettore Paolo Mancarella nel saluto introduttivo – è qui come studioso della Scienza della Mente molto interessato a unire la sapienza millenaria della sua cultura con le più recenti acquisizioni scientifiche. Questo pensiero, che appare ai nostri occhi occidentali così laico e razionale, è quello che ha accompagnato il suo importante e rigoroso lavoro di ricerca ed è per questo che il Senato Accademico dell’Università di Pisa ha deliberato il conferimento della laurea honoris causa. È tradizione di questa libera Università conferire questo titolo accademico a personalità che si siano distinte nel lavoro scientifico a prescindere da altro. Nel caso di specie, gli viene riconosciuto il fondamentale contributo in tutti i settori disciplinari della Psicologia”.
Nelle Motivazioni del conferimento, il professor Angelo Gemignani ha ricordato che “il Dalai Lama è considerato la più autorevole guida spirituale della tradizione Tibetana del Buddhismo Mahāyāna e, fino a oggi, ha ricevuto numerosi premi, lauree e dottorati honoris causa come riconoscimento del suo messaggio di pace, non-violenza, responsabilità universale e compassione, armonia inter-religiosa e integrazione tra scienza e spiritualità. Nel 1989 gli è stato conferito il Premio Nobel per la Pace”. Più in particolare, il professor Gemignani ha evidenziato come “i contributi che il Dalai Lama ha apportato alla Psicologia Scientifica Occidentale, e alle discipline ad essa legate, sono vastissimi, mentre per quanto attiene la Psicologia Clinica, il suo lavoro si inserisce appieno nel recente paradigma della ‘Terza Generazione di Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale’, contribuendo significativamente al suo sviluppo”. In definitiva, ha concluso, “l’intervento psicologico del Dalai Lama, mirato alla riduzione della sofferenza umana, non si lascia guidare unicamente dal modello buddhista, ma ha dimostrato un’eccezionale apertura alle conoscenze della psicologia scientifica occidentale mediante collaborazioni con illustri scienziati di tutto il mondo”.
La professoressa Amy Cohen Varela ha detto che “siamo qui per onorare un intrepido, infaticabile e acuto esploratore della realtà umana… Il lungo percorso compiuto dal Dalai Lama, dal luogo di nascita in un villaggio di campagna nella provincia di Amdo, è la dimostrazione del potere dell’equanimità e della compassione come unica soluzione con cui si possono dissolvere i conflitti e la violenza. Questo atteggiamento gioiosamente compassionevole e senza paura lo ha reso un leader morale rispettato e amato in tutto il mondo”.
Nella sua Lectio Magistralis, infine, il Dalai Lama ha ringraziato l’Università di Pisa, sottolineando che “questo riconoscimento, che mi viene conferito da una delle più eminenti e storiche università europee, rappresenta una formidabile conferma del mio continuo sforzo di creare un ponte tra le scoperte riguardanti le scienze della mente dell’antica India e la psicologia contemporanea”. Si è quindi soffermato sui benefici dell’integrazione tra scienza e pratica contemplativa in ambito clinico: “l’applicazione della mindfulness e delle pratiche riguardanti l’amorevole gentilezza e la compassione – ha concluso – si stanno mostrando particolarmente efficaci. Le tecniche derivate dalle tradizioni contemplative vengono utilizzate con successo per trattare condizioni cliniche, quali la depressione, il dolore cronico, le dipendenze e il disturbo post-traumatico da stress”. L’Ordine degli Psicologi della Toscana: “Meditazione contribuisce a benessere collettivo” «Il Dalai Lama da anni è impegnato nel dialogo inter-religioso coniugando una tradizione millenaria di studi del buddismo su mente e comportamento con evidenze scientifiche della cultura occidentale. Non possiamo ignorare l’apporto della meditazione e della mindfulness alla psicologia e in generale l’importanza della non violenza come contributo innegabile al benessere collettivo. È un grande onore essere presente a questo evento». Lo ha detto Lauro Mengheri, presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana alla cerimonia di conferimento della laurea magistrale honoris causa in Psicologia clinica e della salute da parte dell’Università di Pisa.
3. Il Dalai Lama inaugura a Firenze il Festival delle religioni e riceve il sigillo della pace dal sindaco di Firenze
Da corriere fiorentino del 19 settembre (a cura di Jacopo Storni)
Il sindaco Nardella consegna il sigillo della pace alla massima autorità buddhista in città per il Festival delle Religioni. «Poniamo troppa enfasi sulle differenze secondarie tra gli esseri umani e questo crea irritazione che poi sfocia nella violenza»
Tutti in coda per il Dalai Lama, ospite d’onore al Nelson Mandela Forum nell’ambito del Festival delle Religioni. Migliaia di persone in fila sotto la pioggia per entrare nel palazzetto, dove i controlli sono consistenti. Sua Santità il XIV Dalai Lama, a Firenze dopo vent’anni dall’ultima sua presenza, ha ricevuto dal sindaco Dario Nardella il Sigillo della Pace. Tenzin Gyatso è la più importante autorità buddhista, nonché capo spirituale del Tibet, di cui campeggia una bandiera sugli spalti del Mandela. Tantissime persone arrivate da ogni parte della Toscana, tra loro molti monaci e tanti asiatici residenti nella regione.
Il Dalai Lama, tra i numerosi applausi del pubblico, ha aperto il suo discorso parlando di differenze e intolleranza: «Poniamo troppa enfasi sulle differenze secondarie tra gli esseri umani e questo crea irritazione che poi sfocia nella violenza. Quando invece siamo piccoli, non facciamo alcuna distinzione tra noi e loro».
Il Festival delle Religioni (19-22 e 23 settembre) è organizzato dall’Associazione Luogo d’Incontro, copromosso dal Comune di Firenze, patrocinato dalla Regione Toscana e reso possibile grazie alla collaborazione con l’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia. Il Dalai Lama è presente al Mandela Forum insieme, tra gli altri, all’imam di Firenze e presidente Ucoii Izzeddin Elzir, al fondatore della Comunità Ecumenica di Bose, Padre Enzo Bianchi e al giurista Joseph Weiler, già Rettore dell’Istituto Universitario Europeo.
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