Nello Rubattu: In Sardegna nasce l’MSS, il movimento sociale sardo
In Sardegna, per le europee, è nata una nuova forza politica, questa volta di destra: si tratta del “Movimento sociale sardo” che si prefigge di essere allo stesso tempo nazionalista (italiano), autonomista e identitario.
Ecco come intendono agire: “Nasce il Movimento Sociale Sardo, un Movimento politico e culturale formato negli scorsi mesi da attivisti, militanti e simpatizzanti di destra, che ha una impostazione allo stesso tempo nazionalista, identitaria e autonomista, e che ha gli obiettivi di rivendicare un diverso atteggiamento da parte dello Stato e della Nazione su ciò che riguarda i problemi della Sardegna, in quanto Isola e in quanto Regione economicamente in difficoltà, e di sopperire ai deficit di programmi e interesse dei Partiti nazionali sulle questioni di rilevanza locale e sui problemi degli italiani sardi.
Su questa base, il MSS avvierà un percorso di collaborazione con la Lega Nord, a partire dalle imminenti Elezioni Europee, per dare voce alle battaglie comuni anche con gli alleati del Front National e di altri Partiti e Movimenti identitari di tutta Europa, contro l’Unione monetaria e per la sovranità politica e monetaria degli Stati membri, contro l’immigrazione clandestina, per il lavoro, per la tutela delle radici cristiane dell’Europa, per la tutela della famiglia tradizionale, e per la difesa delle Tradizioni.”
Forse di questo revanchismo possiamo anche ridere, ma la cosa strana è che tutto questo accade in Sardegna. Le linee programmatiche della nuova formazione politica – che ha intenzione di presentarsi alle europee insieme alla Lega – sono abbastanza chiare e ricalcano la difesa dei “diritti” dei sardi in termini di loro “diritto” ad essere ascoltati in ambito governativo.
La Sardegna è allo sfascio, ma questo si sa. Quello che tutti dimenticano è che le crisi come questa possono davvero portare alla voglia dell’Uomo Forte, in grado di risolvere tutti i problemi.
Certo, i sardi hanno ultimamente votato a sinistra, ma dire che basta è veramente poco. La crisi nell’isola ha molti padri e di certo non mancano quelli di sinistra. Semmai, gli stessi che oggi si dichiarano pentiti del disastro a cui hanno collaborato con le loro scelte dissennate di politica industriale.
Certo è che Renzi e il suo partito non è che in questo momento si stanno comportando nel migliore dei modi rispetto ai problemi Sardegna: dal loro recente piano trasporti sull’isola non arriverà neanche un euro; e per le europee, sempre grazie al Pd, ai sardi toccherà farsi rappresentare dai loro vicini siciliani. In pratica l’onorevole Finocchiaro, per questioni tutte siciliane, ha preferito cassare la rappresentanza sarda. Non è così importante, si potrebbe dire, tutti sappiamo che le possibilità di incidere sui temi più scottanti legati al lavoro del Parlamento europeo sono poche, ma sarebbe stato un buon segnale per l’isola.
Inoltre, sul fronte degli aiuti per la recente alluvione, il nostro Governo ha fatto “melina”: il recente emendamento approvato in commissione Bilancio al Senato, prevede di stanziare 90 milioni a favore di imprese e famiglie colpite dal disastro ambientale. Ma Non risorse a fondo perduto, solo soldi che dovranno essere restituiti. In altre parole i 90 milioni arriveranno alle banche, che li daranno a tasso zero a chi ne avrà diritto. Già la formula non ha strappato applausi. Ma il sindaco di Olbia Giovannelli ha rivelato che gli interessi su quei prestiti, oltre 6 milioni di euro, dovranno essere in ogni caso dati alle banche. E le risorse andranno pescate dai fondi nelle mani di Cicalò, il commissario per l’emergenza, che ha appena 32 milioni di euro su una richiesta – certificata dalla protezione civile – di 600 milioni. Giovannelli, ha anche lanciato un appello in cui chiede di modificare l’emendamento.
Insomma, per molti si è trattato di un bell’annuncio pubblicitario a favore del Governo, ma una classica fregatura per gli alluvionati.
“Renzi, probabilmente, si è dimenticato che in Sardegna, le famiglie, di soldi non ne hanno proprio e che la disoccupazione viaggia su strade più greche che tedesche”, hanno sottolineato in molti.
“Siamo al punto che il Governo chiede ai poveri di pagare gli interessi sulle elemosine” si è scritto in un blog. Certo, nessuno pensa ad un piano Marshall, ma qualcosa di simile la gente si aspettava dal Governo .
Su queste basi di grande scoramento, nasce il movimento sociale sardo. Che, come il loro mèntore passato da un sessantennio fra i più, propone che lo Stato sganci per la Sardegna il milione per la Rinascita.
Ora, questa carnevalata di Movimento sociale sardo, sembra una barzelletta: “possiamo ridere o è facoltativo?”, si chiede Franco Cerri, un blogger di Alghero. Ma ridere non basta.
“Sardi tocchiamoci le palle e ritroviamo il vero senso della nostra identità vulnerata dall’esterno da culture che non ci appartengono: non un solo voto a questa banda.”, ricorda Franco Salis, un altro blogger.
Va molto bene reagire. Ma certe amarezze possono dare adito a brutte storie che l’Italia, la Sardegna e l’Europa non hanno ancora archiviato.
Sulla Sardegna leggere su www.inchiestaonline.it i precedenti interventi di Nello Rubattu nella sezione “politica”: La Sardegna. Un laboratorio politico molto particolare (14 marzo 2014); Elezioni in Sardegna. Vince il Centrosinistra ma rimane un bel rebus (19 febbraio 2014); Sardegna. Elezioni difficili e voglia di indipendenza (11 febbraio 2014)
Category: Osservatorio Sardegna, Politica