Roberto Dall’Olio: Mai più
Il governo risponda Qualcosa sta franando in questo Paese, nell’indifferenza dei partiti, nel silenzio del potere, nella complicità di forze che, silenziose, lavorano contro la democrazia. La piazza di Bologna è stata profanata dalle voci e dai simboli della dittatura nazifascista. Libertà e Giustizia è da sempre contro i silenzi di Stato: denuncia questa storia immonda, chiede conto alle autorità per aver consentito la palese manifestazione di forze eversive della democrazia. Chiede al governo se intende opporsi al tentativo di rendere normale ogni manifestazione di rinascita fascista. Si stringe al popolo di Bologna nel ricordo dei suoi cittadini morti per la libertà. Si impegna a opporsi a qualunque futuro tentativo di infangare la nostra Resistenza. Alberto Vannucci, Sandra Bonsanti, Gustavo Zagrebelsky – Presidenza LIBERTA’ E GIUSTIZIA Le foto riportate documentano i saluti fascisti in Piazza Maggiore a Bologna durante la manifestazione organizzata il 9 novembre 2015 da Salvini con la presenza di Berlusconi e della Meloni
ROBERTO DALL’OLIO: MAI PIU’
dopo la Liberazione
si disse mai più
mai più
trascrisse
la Costituzione
invece ancora
ancora invece
il saluto al Duce
contro il Sacrario
dei Caduti
in Piazza Maggiore
Bologna
quelle braccia tese
ferivano
la memoria inerme
insanguinando
i fiori rossi
di pace
i Partigiani
ora battono
coi loro volti
nei nostri occhi
tesi quaggiù
il loro silenzio
setaccia la vergogna
Bologna
stavolta
e mai più
30 ottobre 2015: ANPI: Commemorazione dei 270 fucilati dai nazifascisti al Poligono di tiro. Durante l’occupazione tedesca dell’Italia seguita l’8 settembre 1945, i fascisti della repubblica di Salò, asserviti ai nazisti occupanti, fucilarono partigiani, antifascisti, giornalisti, preti cattolici, donne, medici ed infermieri italiani e stranieri, questi ultimi “colpevoli” di aver curato dei feriti che non erano né fascisti, né tedeschi, ma esseri umani contrari alla dittatura ed alle barbarie che la guerra portava. Qui sotto un esempio di queste fucilazioni precedute da torture e spiate retribuite dai nazifascisti :
18 novembre 1944: La fucilazione dei partigiani al Poligono di tiro di Via Agucchi Dopo i duri combattimenti avvenuti nei giorni precedenti i fascisti devono dimostrare di avere la situazione sotto controllo, nelle carceri di San Giovanni in Monte vengono scelti i prigionieri politici o i partigiani catturati e portati al Poligono di tiro di via Agucchi. Come ricorda Ivo Dalle Donne – Partigiano nella 4a Brigata Venturoli – in carcere in quei drammatici giorni: … finimmo a San Giovanni in Monte, in un salone dove ce n’erano tanti altri con eguale destino. Venne Tartarotti, ci mise in fila contro le brande e cominciò a scegliere per la fucilazione. Quella volta scelse fra i numeri pari e io ero fra quelli dispari. Ne vidi uscire parecchi per la fucilazione. Quel giorno finirono alloro vita al poligono di tiro:Barilli Giordano: nato il21 aprile 1926 a Medicina, militò nella 5a brigata Bonvicini Matteotti, fu rastrellato dai nazifascisti il 12 novembre 1944 , incarcerato a Bologna a San Giovanni in Monte; Bonora Tonino: nato il 25 luglio 1923 a Medicina, militò nella 5a brg Bonvicini Matteotti, fu rastrellato in località S. Antonio (Medicina) e rinchiuso nelle carceri di Bologna; Busi Giordano detto Walter, (Nome di Battaglia Michele): nato il 22 luglio 1907 a Bologna, iscritto al PCI dal 1925, arrestato il 21 gennaio 30, venne schedato e assegnato al confino per 5 anni per «riorganizzazione del movimento comunista nella provincia di Bologna», dopo l’8 settembre 43 fu tra i primi organizzatori della lotta armata e militò nella 1 big Bandiera Garibaldi con funzione di commissario politico, catturato dai fascisti, fu seviziato; Galeotti Bruno: nato l’8 febbraio 1919 a S. Lazzaro di Savena, militò nella 7 br GAP Gianni Garibaldi e operò a Bologna, arrestato il 6 ottobre 44 nella sua abitazione a S. Lazzaro di Savena dalle SS tedesche; Magoni Amedeo: nato il 28 dicembre 1908 a S. Giovanni in Persiceto, militò nel btg Tarzan della 7a brg GAP Gianni Garibaldi e operò ad Anzola Emilia, tra i promotori dei primi gruppi SAP di Anzola Emilia, catturato dai nazifascisti probabilmente a seguito di una delazione di una spia fascista; Motta Angiolino: nato il 28 marzo 1926 a Castel Maggiore, militò nel btg Pinardi della 1.a brg Irma Bandiera Garibaldi con funzione di commissario politico di plotone e operò a Bologna, catturato dai fascisti il 14 novembre 1944 in piazza dell’Unità (Bologna); Rimondi Giuseppe (Nome di battaglia Ciro, Pin) : nato il 24 giugno1925 a Minerbio, subito dopo l’8 settembre fu tra i primi organizzatori delle squadre armate nella zona tra la Bolognina e Corticella (Bologna), ai primi dell’aprile 1944 organizzò una manifestazione di donne davanti alla caserma dei carabinieri di Corticella per reclamare una maggiore distribuzione di viveri e di sale, arrestato il 12 novembre 44, fu a lungo torturato; Rubbini Lino: nato il 2 febbraio 1922 a Medicina, militò nella 5.a brg Bonvicini Matteotti e operò a Medicina. Il 12 novembre 44 fu catturato dai tedeschi a S. Antonio (Medicina) e trasferito nel carcere di S. Giovanni in Monte (BO); Ventura Mario (Nome di Battaglia Sergio). Nato il 20 aprile 1911 a Sasso Marconi. Il 26 giugno 39 venne arrestato quale componente del gruppo che operava per la ricostituzione dell’organizzazione comunista bolognese dopo l’ondata di arresti del 1938, durante la lotta di liberazione militò nella 62.a borgata Camicie rosse Garibaldi , con funzione di commissario politico, sceso a Bologna, partecipò alla battaglia di Porta Lame del 7 novembre 44, catturato in un’imboscata tesagli dalle brigate nere, gli è stata conferita la medaglia d’argento al valor militare alla memoria, con la seguente motivazione: «Superba figura di combattente, in una cruenta azione in cui tutto il reparto veniva sopraffatto da preponderanti forze nemiche, tentava una sortita per chiedere rinforzi. Catturato, veniva barbaramente torturato senza che si lasciasse sfuggire una qualsiasi rivelazione compromettente per la Resistenza. Condannato alla pena capitale affrontava la morte da forte».
ROBERTO DALL’OLIO: IL POLIGONO DI TIRO
le tariffe
per la spiata
le tariffe
per il grado
del nemico
catturato
le sporche torture
fratricide
al poligono
di tiro
della Bologna
sotto la guerra
stride
la storia
coi fascisti
ebbri di mattanza
fino
all’ ultimo respiro
dei partigiani
massacrati
peggio ancora
dell’ uno a dieci
gelido
coerente
dei nazisti
penso
i fascisti
torturavano
uccidevano
dietro compenso
solamente
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