Aulo Crisma: La scarsa conoscenza della geografia della regione Friuli Venezia Giulia
Un generale dell’esercito italiano, che prese parte alla prima guerra mondiale, pensando che combatteva per liberare Trento e Trieste dall’oppressione asburgica, pensava che le due città fossero attaccate una all’altra. Oggi anche uno scolaretto della scuola elementare sa che Trento e Trieste sono molto distanti tra loro. Però ancora oggi ci sono molte persone, anche istruite, che considerano la regione a statuto speciale Friuli Venezia Giulia come un tutt’uno antropologicamente indifferenziato. Colgono facilmente la diversità che corre tra gli abitanti del Trentino Altoadige soprattutto per la lingua nelle due province: italiano a Trento e tedesco a Bolzano. Analoga differenza linguistica esiste tra il friulano delle province di Udine e Pordenone e il particolare variegato veneto delle province di Trieste e Gorizia. Come i Trentini e gli Altoatesini sono contenti di far parte della loro comunità cui sono legati non solo dalla lingua ma anche dalle tradizioni e, in generale, dalla cultura, così pure i Friulani e i Giuliani sono attaccati alla propria identità.
In un articolo su la Repubblica del 24 maggio scorso Giampaolo Visetti racconta la chiusura del monastero di Barbana, “uno dei luoghi di culto più antichi d’Europa”, situato nella laguna di Grado, in provincia di Gorizia. Il titolista (non si sa se sia lo stesso che aveva fatto diventare friulana una famosa cantautrice di Monfalcone) dimostra una approssimativa conoscenza geografica della Venezia Giulia, regione che a Sud era stata mutilata dell’Istria dal trattato di pace del 1947. Egli le sottrae a Nord la laguna di Grado per assegnarla al Friuli, che si affaccia sull’Adriatico nella attigua laguna di Marano. Friuliani e Giuliani fanno parte della stessa regione, ma ci tengono a non essere scambiati. Il poeta gradese Biagio Marin non si esprimeva in friulano.
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