Aulo Crisma: Colpo basso del Governo ai Comuni montani. Nella Lessinia soldi solo se il municipio è più in alto
Sono presi di mira i Comuni montani che hanno la sede municipale a quota inferiore ai 600 metri sul livello del mare. A tutti verranno ridotti i trasferimenti sulla base di un calcolo arbitrario del Governo sui maggiori introiti Imu sui terreni agricoli.
In pratica dal fondo di solidarietà comunale viene tolta una cifra equivalente al presunto introito che i Comuni ricaveranno dai terreni agricoli che finora non avevano pagato l’Imu.
Così Selva di Progno si trova a incassare 58.465 euro in meno su un totale di 164.602 che gli erano attribuiti; Badia Calavena 44.008; Vestenanova 52.841; San Giovanni Ilarione 120.324. Vale anche per Comuni che sono parzialmente montani come Tregnago che avrà 121.039 euro in meno o Comuni che non sono mai stati montani ma hanno terreni in zone svantaggiate considerate alle stregua di quelle montane come Illasi che si vede decurtare ben 208.459 euro su risorse nette attribuite a titolo di fondo di solidarietà pari a 390.104 euro: in pratica più della metà dei soldi il Comune non la riceverà più dallo Stato ma dovrà chiederla ai cittadini proprietari di terreni.
Il lato tragico della vicenda è che sono soldi che i Comuni hanno scoperto di non avere a bilancio solo da un paio di giorni e che dovranno chiedere ai cittadini in un’unica rata entro il 16 dicembre per ripianare i conti. Se poi si pensa che tutto nasce da un testo di decreto legge che ha per titolo «Semplificazioni in materia tributaria», si capisce cosa significhi chiarezza, trasparenza e semplificazione.
Il criterio adottato è stato quello di eliminare l’esenzione Imu ai terreni agricoli nei Comuni che hanno la sede comunale al di sotto dei 600 metri di altitudine. Ci cascano 10 Comuni dei 17 che ancora sono nella Comunità montana della Lessinia (in provincia di Verona) come Selva di Progno (570 metri), Badia Calavena (470), Tregnago (315), San Giovanni Ilarione (185), Vestenanova (510), Grezzana (169), Marano (318), Fumane (198), Negrar (190) e Dolcè (115) e tutti i Comuni dell’Unione del Baldo esclusi Ferrara e San Zeno di Montagna.
«Di fronte a un’azione così stupida non ci resta che rispondere in maniera altrettanto stupida», attacca il sindaco di Badia Calavena Ermanno Anselmi, «spostando la sede comunale sul monte San Pietro nei locali dell’antica abbazia ora adibita a Museo della selce: là siamo a 643 metri sul livello del mare. Porteremo là la sede di rappresentanza del municipio e lasceremo gli uffici aperti in piazza».
Ha appena chiuso un Consiglio dove ha dovuto inserire un emendamento nel bilancio per trovare i soldi da rimpiazzare i 44mila euro che lo Stato non darà. «ancora una volta siamo costretti a cercar soldi per conto di altri», commenta.
A Selva di Progno, il sindaco Aldo Gugole, per non sbagliare, ha deciso di trasferire il municipio al baito della Lobbia a 1.452 metri: il Comune, pur avendo la frazione abitata (Pagani) più alta di tutta la provincia (a 1.260 metri) per il Governo non sarebbe montano, avendo il municipio 30 metri più in basso della quota minima ammissibile di 600 metri.
«È un atteggiamento immorale nei confronti di una popolazione che con grande fatica resta a vivere in montagna», denuncia Beniamino Gaiga, consigliere con delega al bilancio, «lo Stato non ha più in pugno la contabilità e non è consapevole dei rischi a cui va incontro con simili politiche».
Fra l’altro il Comune di Selva ha approvato l’assestamento di bilancio mercoledì scorso e non lo può più cambiare: si trova ora nella condizione di avere 15 giorni di tempo per avvertire i cittadini della nuova imposizione ma dovrebbe anche fare i regolamenti per stabilire quanto ciascuno sarebbe tenuto a pagare: «Un problema che non ci siamo mai posti», precisa Gaiga, «perché da sempre ci siamo considerati Comune montano e quindi esente da questa imposizioni».
Stefano Valdegamberi, consigliere regionale, presidente di Futuro Popolare attacca: «È una tassa anche sui terreni improduttivi e sulle rocce e cancella per le imprese e i cittadini le opportunità di accedere a finanziamenti pubblici come territori considerati montani. Nel sito del Ministero, Campofontana, che ha terreni che raggiungono i 1.800 metri di altezza, diventa pianura, mentre la sprecona Roma capitale, non solo non è interessata dai tagli ma è anche fuori dalle briglie del patto di stabilità. Propongo ai sindaci dei Comuni che da montani sono diventati di pianura con un semplice decreto legge (vedi qui sotto alcune dello loro foto invernali che mostrano senza alcun dubbio che sono montani ), di convocare subito il Consiglio comunale e di votare il trasferimento della sede municipale sulla località più alta del territorio».
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