Mauro Sandrini: Self publishing e crowd- editing

| 11 Gennaio 2013 | Comments (0)

 

 

 

Su segnalazione di Mauro Sandrini ricordiamo che sul Self Publishing è stato tenuto il 18 dicembre presso l’Università di Parma il convegno “Il self-publishing per scrittori, ricercatori e professionisti” per presentare la Self Publishing School (il self publishing di comunità). Gli interventi sono disponibili in rete in www.selfpublishingschool.it. In cui c’è il programma della scuola per il 2013.

Per introdurre questa tematica pubblichiamo un intervento di Mauro Sandrini arrivato a “Inchiesta” il 4 ottobre 2012

 

 

Mauro Sandrini: Guy Kawasaki e il crowd editing

 

C’è un autore Guy Kawasaki, piuttosto famoso nell’ambito del social web, che ha scritto un suo testo su Google+ (What the plus!) con una modalità un po’ particolare: chiedendo alle persone che lo seguono di dargli una mano nella revisione del libro. Bello, no? Si, ma fino a un certo punto. Anche perchè, dettaglio non da poco, i revisori non sono stati pagati, ma soltanto nominati nella pubblicazione.

Il crowd-editing è il futuro dell’editoria?

Per capire quanto è “bello” il mondo dei social network per uno scrittore bisogna guardare i numeri. E i numeri sono questi:

1. Guy Kawasaky disponeva all’atto dell’esperimento di 1.100.000 follower su G+

2. di questi 241 hanno risposto al suo appello

3. tra quelli che hanno risposto al suo appello solo 102 hanno effettivamente collaborato alla revisione del testo. Contribuendo a realizzare un ottimo lavoro in effetti.

Il succo è che meno dello 0,001% dei seguaci di Guy Kawasaki hanno partecipato dedicando tempo e competenze al progetto.

 

I SOCIAL MEDIA SONO COSÍ EFFICACI COME I SOCIAL MARKETER TENDONO A SUGGERIRE?

Forse, ma non sempre e non in tutti i casi. In questo caso, per esempio non si tratta di marketing innovativo quando di una banalissima campagna di mass marketing da cui risulta che per riuscire ad avere collaboratori (gratuiti) per lavorare al proprio progetto di scrittura è necessario disporre di un numero enorme di fan. Che, a quel punto è possibile sfruttare gratuitamente.

 

E PER TUTTI GLI ALTRI CHE NON HANNO UN MILIONE DI FAN?

Per tutti gli altri la realtà é che i collaboratori bisogna cercarseli e pagarseli. Ma non è una brutta notizia. Significa soltanto che esiste ancora un’economia del libro anche nel mondo a volte manipolato dei social network. Un’economia che, per quanto social, non può prescindere dal valore del lavoro delle persone. Sarà retrò, ma non mi pare una brutta notizia, ecco.

 

HOW TO SELFPUBLISH?

Kawasaki ha annunciato pochi giorni il suo prossimo libro libro, dedicato proprio al selfpublishing e alle nuove modalità editoriali a disposizioni degli autori. E lo ha fatto con le stesse modalità appena descritte. Insomma un ottimo approccio se uno è molto famoso, per tutti gli altri la soluzione è… lavorare sodo, pagare i propri collaboratori e fare del proprio meglio. Che non è poi un destino cosi agro.

 

Category: Nuovi media

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