Luigi De Magistris: Liste per una sinistra unita alle europee purché non sia una confederazione di sfigati
- Diffondiamo da Il fatto quotidiano del 24 settembre 2018 l’intervista di Enrico Fierro al sindaco di Napoli in relazione al quale è stata pubblicata su “Inchiesta” a stampa luglio settembre 2018 una lunga intervista fatta da Buno Giorgini con la collaborazione di Amalia Tiano
“Tra il ministro dell’insicurezza nazionale Salvini e il suo collega Toninelli che chiudono i porti, io scelgo le ong, uomini e donne che salvano la gente in mare”. Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, ha passato una estate fatta di poco mare e tanti incontri, al Sud come al Nord e sul governo Conte ha le idee chiare: “Tra chi come Di Maio vuole restringere il campo dei diritti, io sto con chi il campo vuole allargarlo. Io sto con i feriti di Bari e non con un governo che, in violazione della Costituzione, fa vivere e sostiene organizzazioni nazifasciste. Io sto con chi non si rassegna allo stato attuale delle cose e vuole costruire un vero governo del cambiamento che faccia da argine al ritorno di Berlusconi e di una destra xenofoba, razzista e antidemocratica egemonizzata dal ministro e vicepremier Salvini”.
È iniziata la lunga marcia di DeMa, il suo movimento?
Il laboratorio Napoli viene visto come un punto di riferimento, per chi in un momento oscuro ha resistito e lavora dal basso per la piena applicazione della Costituzione. Il nostro movimento si mette a disposizione per unire le forze democratiche e popolari del nostro Paese: reti civiche, coalizioni popolari, movimenti, associazioni, militanti di partito che non hanno tradito, per arginare l’avanzata delle destre.
Quindi liste alle europee?
Siamo disponibili ad esserci, ma a determinate, insopprimibili condizioni. La prima che non deve essere la confederazione degli sfigati o della sinistra radicale o di tutti quelli che stanno a sinistra del Pd, un mosaico che già è stato sconfitto e che non ci appartiene. Altra condizione: l’unità delle forze in campo. È impensabile che di fronte ai tre poli che ci saranno, Salvini con Berlusconi, Di Maio e il Pd, noi andiamo divisi e ci facciamo etichettare come un polo di una sinistra vetusta e con idee novecentesche. A noi interessa costruire, mettere in campo movimenti, reti civiche, chi ha lottato da Sud a Nord per l’acqua pubblica e contro le discriminazioni razziali, tutto quello che si è visto in questi anni, tutti coloro che non si sono rassegnati. Sarà matura già per le europee questa alternativa alle destra? Non lo so, ci stiamo lavorando.
Come giudica l’esperienza di governo del M5s?
Il Movimento si è assunto una grave responsabilità politica, che rischia di diventare storica: aver fatto diventare maggioritario chi era minoranza, Salvini, alleato di Forza Italia. Berlusconi non è un oppositore di questo governo, è nel campo di questo governo. I Cinquestelle hanno preso il 32%, un voto per il cambiamento contro Renzi e Berlusconi. Al Sud hanno avuto consenso non certo per allearsi con un antimeridionale come Salvini. Come orientamento politico questo è il governo più a destra della Repubblica e Salvini appare esserne di fatto il capo politico. Impone temi, mostra i muscoli e ha ridotto l’Italia ad essere vista e giudicata nel mondo come un Paese razzista. Un abominio.
Di Maio sembra inseguire Salvini quando plaude alla eliminazione delle ong nel Mediterraneo e annuncia il reddito di cittadinanza solo per gli italiani.
Tutto ciò è vergognoso, la regola è prima le persone come dice la nostra Costituzione che sui diritti non fa distinzioni di confini. Sono i governi precedenti, compresi quelli che vedevano presente la Lega di Salvini, ad aver trasformato l’immigrazione in una bomba sociale.
Quindi lei è pronto a raccogliere l’implosione del M5s e del Pd, a dare una casa politica a delusi e scontenti?
Non sono così presuntuoso. Diciamo che mantengo un dialogo significativo con esponenti importanti del Movimento, riconosco che nel governo ci sono componenti che lavorano perché ci sia un cambiamento, sono consapevole che in molte aree del Movimento c’è un disagio forte per la deriva profondamente salviniana, estremista, di destra, eversiva, della politica governativa. Attualmente vedo l’asse Di Maio-Salvini blindato, almeno fino alle elezioni europee. Ma appena i nodi verranno al pettine e si renderanno conto che tutto quello che hanno promesso non riusciranno a realizzarlo, il nemico diventerà l’Europa. Propaganda. Invece dei segnali possono e devono essere dati subito.
I Cinquestelle puntano sul reddito di cittadinanza.
Di per sé è una misura necessaria per tamponare le tante povertà create dalle politiche liberiste. Detto questo, si tratta di una misura che non ha un valore strutturale, chi pensa che sia una panacea sbaglia. Non è un processo di emancipazione dalle povertà che fa esplodere diritti, a cominciare da quello al lavoro. Il governo cominci a dare un segnale togliendo vincoli normativi e finanziari che strozzano le autonomie locali. Il Paese riparte se si creano le condizioni affinché nei territori si possa investire, creare lavoro. Chi pensa di far svoltare l’economia con la flat tax e con un po’ di briciole per gli affamati sbaglia e pure di grosso.
A Napoli la camorra ricomincia a sparare. Molti chiedono cosa fa il sindaco?
La città va avanti, senza soldi abbiamo fatto una rivoluzione culturale. Napoli da anni è prima per crescita turistica, siamo tra i primi per imprenditoria giovanile da start up, abbiamo una migrazione di ritorno di giovani, 450 produzioni cinematografiche e televisive in tre anni, i luoghi abbandonati vengono rivitalizzati dalle comunità locali con esperienze di governo dal basso, ma io non sono lo sceriffo. Qui le forze dell’ordine danno il massimo. Potrei assumere 150 poliziotti locali, il concorso è già fatto, ma non me lo consentono. Le responsabilità sono del governo e del ministro dell’Interno Salvini, impegnato in modo ossessivo su un solo tema, l’immigrazione.
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