Diffondiamo da www.libreriamo.it del 14 gennaio 2016
MILANO – Dario Fo, premio Nobel per la letteratura nel 1997, torna nelle librerie italiane. Lo fa con un libro che recupera una vicenda dimenticata da molti e, se estremizzata, tremendamente attuale. “Razza di Zingaro“, edito da Chiarelettere, recupera la vicenda di Johann Trollmann, pugile sinti nella Germania nazista. E’ il più bravo di tutti, ma c’è un particolare: è uno zingaro. Le sue origini segneranno la sua vita portandolo poi alla morte. Una storia che ha colpito Fo che raccontato la sua vita grazie alla ricerca e ricostruzione storica meticolosa e ineccepibile di Paolo Cagna Ninchi.
UNA VITA STRAORDINARIA – “Definirei Trollmann non tanto un pugile, ma più un’artista”. Questa le parole di Dario Fo per introdurre il ritratto del protagonista della storia vera, ma dimenticata che il Premio Nobel ha deciso di raccontare. Lo scrittore lombardo è rimasto tremendamente colpito dalla persona prima ancora del pugile, tanto da essersi stupito di non aver visto ancora la sua storia sul grande schermo: “Mi ha meravigliato il fatto che di questa storia non sia stato fatto un grande film, solo alcuni documentari – e ha aggiunge – La sua storia riporta in vita valori dimenticati dello sport.” Ai giornalisti che gli chiedevano cosa l’avesse colpito di più di Trollmann ha risposto: “Trollmann ci ha dimostrato che la Boxe può essere una dimostrazione di cultura, non è solo un gioco”.
L’IMPORTANZA DI RACCONTARE STORIE VERE – “La tendenza all’interno della letteratura di raccontare storie vere è sicuramente positiva”. Dario Fo lo considera il dovere di qualsiasi persona che si mette a raccontare una storia, il dovere di raccontare una storia vera perché “il dovere di uno scrittore è quello di informare e di distruggere la menzogna”. Per questo motivo il Nobel ha affermato di aver voluto illustrare il libro con fotografie facendo attenzione che raccontassero al meglio la vita del pugile.
UNO SGUARDO SULL’ ATTUALITA’ – Dal dovere dello scrittore Dario Fo passa a quello del giornalista e di coloro che sono protagonisti del mondo dei media con una forte condanna: “Lo spettacolo dei media nei confronti della realtà distorce la verità, come nei fatti di Colonia in cui i telegiornali hanno montato immagini false per raccontare la versione dei fatti che gli faceva comodo”. La condanna di Fo si allarga poi a tutta l’Europa: “Noi siamo un Paese di disinformati, ma tutta l’Europa è disinformata o informata male”.
LO SPORT E’ CULTURA – Dalla disinformazione alla stretta attualità, Dario Fo parla di politica, cultura, “Bisogna riflettere sul fatto che a Milano siano scomparsi 10 teatri”, e di sport: “Oggi abbiamo parlato di cultura attraverso lo sport, è tanto che aspettavo un simile momento”. L’invito dello scrittore è, infine, quello di studiare il perché uno sport nobile come la Boxe “che riguarda solo in minima parte la sconfitta dell’avversario”, è ormai poco considerato e non riesce più a entrare nei cuori delle persone.
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About Dario Fo: Dario Fo è nato a Sangiano nel 1926 . Ha avuto il Premio Nobel per la letteratura nel 1997 ed è un drammaturgo, attore, regista, scrittore, autore, illustratore, pittore, scenografo e attivista italiano. Compiuti gli studi all'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, dal 1950 Fo cominciò a lavorare per la RAI come attore e autore di testi satirici. È del 1952 la serie di suoi monologhi radiofonici intitolata Poer nano. Nel 1954 sposò l'attrice e collega Franca Rame a Milano, nella basilica di Sant'Ambrogio. Poco dopo la coppia si trasferì a Roma. Qui il 31 marzo 1955 nacque il loro figlio Jacopo. Sempre a Roma Fo, dal 1955 al 1958, lavorò come soggettista per il cinema. Nel 1956 Fo scrisse e interpretò, insieme a Franco Parenti, un varietà per la radio intitolato Non si vive di solo pane, che lo stesso Fo ricorderà in seguito come un programma di grande successo. Nel 1962 Fo e la moglie, che nel frattempo avevano fondato la Compagnia Dario Fo-Franca Rame, prepararono una serie di brevi pezzi per il varietà televisivo Canzonissima. La censura intervenne così spesso che abbandonarono la televisione in favore del teatro. Le commedie prodotte tra il 1959 e il 1961 avevano la struttura della farsa, dilatata e arricchita da elementi di satira di costume. Con atteggiamento critico verso quello che lui denominava "teatro borghese", Fo recitava in luoghi alternativi quali piazze, case del popolo, fabbriche: luoghi dove egli poteva trovare un pubblico diverso da quello tipico dei teatri, un pubblico che era composto soprattutto dalle classi subalterne e che normalmente aveva meno opportunità di accesso agli spettacoli teatrali]. Mistero buffo, il grammelot e il "teatro di narrazione". Nel 1968 venne fondato il gruppo teatrale Nuova Scena. Nel 1969, a La Spezia, Fo portò per la prima volta in scena, con grande successo, la "giullarata" Mistero buffo. Nel 1970 rappresenta Morte accidentale di un anarchico, opera che segna il ritorno di Fo alla farsa ed all'impegno politico; era chiaramente ispirata al caso della morte dell'anarchico Giuseppe Pinelli (ma ufficialmente si ispirava ad un evento analogo avvenuto negli Stati Uniti all'inizio del XX secolo, la morte di Andrea Salsedo). Nell'opera, Luigi Calabresi è il commissario Sportivo, soprannominato "commissario Cavalcioni", che posiziona gli interrogati a cavalcioni di una finestra, accreditando l'ipotesi della defenestrazione dolosa dell'anarchico. Sul caso Pinelli, tra l'altro, Fo firmò una lettera aperta, pubblicata dal settimanale L'Espresso nel giugno 1971. Nel 1980 venne loro negato il visto d'ingresso negli Stati Uniti, ricevendo la solidarietà di Arthur Miller (vittima, negli anni cinquanta, del maccartismo, poiché accusato di essere comunista), Bernard Malamud, Richard Foreman, Martin Scorsese e altri. Negli anni 2000 Fo è stato consigliere comunale a Milano. Fo ha anche firmato la regia di opere musicali come Histoire du soldat di Igor Stravinskij, il Barbiere di Siviglia e l'Italiana in Algeri di Gioachino Rossini. Il ritorno alla satira politica avviene con Ubu rois, Ubu bas a L'Anomalo Bicefalo (scritta insieme alla moglie) contro Silvio Berlusconi. Contemporaneamente Fo ha portato in scena, insieme a Giorgio Albertazzi, una serie di spettacoli-lezioni sulla storia del teatro in Italia, spettacoli trasmessi anche in televisione, su Rai 2. Tra dicembre 2011 e marzo 2012 con la moglie ha riportato in scena Mistero buffo in una serie di spettacoli nel nord Italia. Nel 2012, giorno del suo ottantaseiesimo compleanno, ha inaugurato la mostra "Lazzi Sberleffi Dipinti" presso Palazzo Reale di Milano, esponendo più di 400 opere che percorrevano tutto l'arco della vita sua e di Franca Rame. Per le elezioni politiche italiane del 2013 ha manifestato il proprio appoggio alla lista Rivoluzione civile di Antonio Ingroia e al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, insieme al quale ha scritto anche il libro "Il Grillo canta sempre al tramonto – Dialogo sull'Italia e il Movimento 5 Stelle" edizione Chiarelettere. Sempre nel 2013 muore la moglie Franca Rame. Nel 2014 pubblica il suo primo romanzo, La figlia del Papa, ispirato alla figura di Lucrezia Borgia: nella donna, Fo ravvisa molti punti di contatto con Franca Rame. Lo stesso anno dedica uno dei suoi dipinti a Reyhaneh Jabbari, condannata a morte per l'omicidio del suo stupratore in Iran. Nel 2015 pubblica Un uomo bruciato vivo, scritto assieme a Florina Cazacu, figlia di Ion, un operaio rumeno bruciato vivo nel 2000 dal datore di lavoro, per aver chiesto di essere messo in regola; Fo e Franca Rame si erano occupati della vicenda della famiglia Cazacu in passato, aiutando le figlie ad ottenere il ricongiugimento famigliare con la madre venuta in Italia, negato loro nel 2003 perché maggiorenni. Sempre del 2015 è il secondo romanzo, di nuovo a sfondo storico, C'è un re pazzo in Danimarca, sulla storia di Cristiano VII di Danimarca.