Luca Crisma: Doctor Who e l’indipendenza scozzese
E’ difficile per noi italiani comprendere quale sia stata nel Regno Unito la portata di un fenomeno come quello di Doctor Who. Serie televisiva fantascientifica, iniziò nel 1963 ed è, nonostante un decennio di pausa, ancora in corso, dopo ben cinquant’anni e 813 episodi. Dopo alti e bassi raggiunge ancora oggi il 30-40% di share a puntata, l’equivalente di una partita di calcio della nazionale dalle nostre parti.
La serie narra le vicissitudini di un alieno capace di viaggiare nello spazio e nel tempo grazie ad una macchina del tempo fondamentalmente identica ad una vecchia cabina telefonica blu della polizia inglese. Nonostante l’aspetto fisico del Dottore sia fondamentalmente umano, tale alieno ha la capacità di cambiare corpo quando dovrebbe altrimenti morire, e proprio grazie a questa capacità ben dodici (o tredici, considerando un episodio speciale) attori si sono succeduti nei panni del Dottore, con cambi radicali nell’aspetto fisico e nella personalità di tale protagonista.
Il “primo Dottore”
In una serie a tal punto british non potevano non apparire riferimenti alla Scozia e, se negli anni dal 2010 al 2013 il Dottore è stato accompagnato dall’attrice scozzese Karen Gillan, per l’ultima incarnazione del Dottore si è deciso di utilizzare un attore scozzese quale Peter Capaldi.
I primi episodi con Capaldi protagonista sono andati in onda lo scorso Settembre in pieno dibattito sul referendum per l’indipendenza. Qualcuno al tempo si chiese se il dibattito sulla Scozia sarebbe stato toccato, e fin dal primo episodio (in onda stasera su Rai4) i riferimenti non sono mancati. L’accento di Capaldi è stato messo in pienissima mostra e il Dottore stesso ha dovuto rendersi conto del bizzarro scherzo fattogli dal suo corpo quando l’ha trasformato in un vecchio scozzese.
“Ma le hai viste le sopracciglia? Sono sopracciglia da attacco! Ci puoi stappare una bottiglia! Sono crucciate. Più crucciate del resto della faccia. Sono crucciate in modo indipendente. Probabilmente vogliono staccarsi dal resto della mia faccia e dichiarare il loro Stato Indipendente delle Sopracciglia! Come gli scoz… sono diventato scozzese! Posso lamentarmi delle cose! Ora posso lamentarmi delle cose quando mi pare!”
Curioso fu il modo in cui Doctor Who influì involontariamente sulla campagna per l’indipendenza della Scozia. Ci si chiese infatti: cosa ne sarebbe stato della trasmissione della BBC in Scozia? Avrebbero potuto gli scozzesi continuare a vedere il loro beneamato Doctor Who? Voci autorevoli del movimento indipendentista si affrettarono a rispondere di sì, Doctor Who viene trasmesso in altri paesi al di fuori del Regno Unito e dunque non preoccupatevi, la trasmissione della vostra amata serie proseguirebbe senza intoppi.
Tale dibattito, apparentemente innocuo e quasi futile, apre invece la strada a curiose riflessioni sui potenziali effetti collaterali quando si trattano questioni di scissioni e indipendentismi. Quando si parla di divisioni tra le nazioni si evocano grandi temi, come la moneta, i confini, il regime fiscale, la lingua ufficiale e l’amministrazione politica. Sarebbe più curioso rapportarle ad aspetti apparentemente invariabili della nostra vita di tutti i giorni. Rendendoci indipendenti l’uno dall’altro, continueremmo a vedere la programmazione nazionale del resto dell’Italia o saremmo televisivamente costretti ad una vita di televendite grazie alle reti secondarie rimaste? Non si sottovaluti tale questione perché, a quanto pare, è assai più influente di quanto non si potrebbe inizialmente pensare.
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