Vittorio Capecchi: Max Weber. Il capitalismo dei “gaudenti senza cuore e specialisti senza anima”
Diffondiamo da “Inchiesta” a stampa 198 ottobre-dicembre 2017 l’editoriale di Vittorio Capecchi
Rileggendo Max Weber.
Max Weber è profetico. Sente l’avvicinarsi del nazismo ma è come se vedesse oltre. Alla fine dell’Etica protestante e la nascita del capitalismo dal mondo degli artigiani che avevano costruito le cattedrali vede arrivare un capitalismo senza etica affollato da “gaudenti senza cuore e specialisti senza anima”. Il mondo che egli intravede è quello di oggi in cui le sue tre componenti (saccheggio della natura, disuguaglianze sempre più elevate, nuovi-vecchi fondamentalismi) indicano la presenza di una guerra mondiale in atto alla ricerca di nuovi confini. Weber vede lucidamente i conflitti della sua-nostra epoca in tre sfere distinte che si sovrappongono parzialmente. Ci sono i conflitti nella politica, nell’economia e lavoro, nella cultura e valori, e ognuno di questi tre tipi di conflitti ha una sua zona autoreferenziale che non tiene conto dei conflitti che avvengono nelle altre due sfere rendendo sempre più difficile arrivare a soluzioni non violente.
Conflitti nella politica.
Per capire gli attuali conflitti nella politica italiana questo numero inizia con tre testi della rubrica “Guardare indietro per guardare avanti”. I testi di Gianni Rinaldini e Umberto Romagnoli, insieme alle poesie di Roberto Dall’Olio, disegnano l’area dei conflitti nella politica (autoreferenziali e non) che ci troviamo davanti. Gianni Rinaldini scrive il suo testo pensando ai prossimi appuntamenti della Cgil e vede nel ’77 operaio un protagonismo contrattuale e politico fondato sulla centralità del lavoro e della democrazia. I Diari (1988- 1984) di Bruno Trentin sono ugualmente attuali dal nome “Partito del lavoro” che Trentin suggerisce (senza essere ascoltato) a Ochetto alla denuncia del gioco della politica partitica e sindacale fatto tutto di “rimessa, un rilancio immagine contro immagine” senza l’etica dei valori e della responsabilità di cui parlava Weber. Anche le poesie di Roberto Dall’Olio ci ricordano i conflitti nella politica che ci attraversano: dall’attacco alla natura alla violenza sulle persone. In questa direzione sono anche gli interventi di Mario Agostinelli, Rainer Greca e Massimo Serafini: uno scenario di guerra nucleare e due studi di caso (la Catalogna e la SPD) che hanno una attualità trasversale.
Conflitti nella economia e nel lavoro.
Olin Wright , che ha come punti di riferimento sia Weber che Marx, apre questa sezione con un saggio importante e in questo scenario sono collocabili gli interventi di Alessandro Somma sul capitalismo di Stato e normalità capitalistica ai tempi della crisi e di Matteo Gaddi e Nadia Garbellini che proseguono l’analisi, iniziata nel numero precedente, su come viene vista la produttività nello scontro tra capitale e lavoro. Ci sono poi due scenari di produzione in un mondo globalizzato: la ricerca di Matteo Rinaldini sulla Foxconn e le “smart factories” e due analisi sul mondo dell’auto fatte da Francesco Garibaldo e Vincenzo Comito che analizzano il punto di vista statunitense, europeo e cinese.
Conflitti nella cultura e nei valori.
Questi conflitti dovrebbero essere tenuti presenti nei due tipi di conflitti precedenti ma non è così perché c’è una relativa autoreferenzialità, come direbbe Max Weber. Si può perciò discutere di Humanitas, Dis-humanitas, Post-humanitas come nella relazione di Marco Revelli, parlare di Papa Francesco come fa Bruno Giorgini, precisare la relazione tra femminismi e fondamentalismi nelle analisi di Alessandra Mecozzi e leggere le riflessioni di Emilio Rebecchi sulle relazioni tra vita e morte. Anche il progetto europeo DomEqual precisato da Sabrina Marchetti intervistata da Eloisa Betti e il miracoloso mondo del reddito universale descritto da Michel Husson fanno parte dei conflitti che agitano il mondo dei valori e della cultura.
L’analisi di questi conflitti mi ha fatto venire nostalgia di Corto Maltese
Category: Editoriali