Vemti anni fa è morto Diego Brescia, il medico degli ultimi
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Il 12 aprile 2001 , venti anni fa, è morto il mio caro amico e medico personale Diego Brescia che ho seguito nelle sue avventure dedicate alle persone povere e disabili del Pilastro. Diego abitava in Via Oberdan e non sono riuscvito a trovare una sua fotografia. Se qualche suo amico o parente legge questo ricordo lo pregherei di farsi vivo . Per ricordarlo pubblico il suo nercrelogio pubblicato da Luigi Spezia su La Repubblica del 12 aprile 2001.
Luigi Spezia: Il medico della pace e degli sfavoriti.
La Repubblica, 12 aprile 2001
Una figura poliedrica, quella di Diego Brescia, morto all’ ospedale Maggiore a 75 anni per una malattia al cuore «che non ha curato per darsi agli altri», dicono gli amici che lo piangono. Un medico che ha interpretato la sua missione coniugando fervore cristiano (è stato redattore della rivista “Il Regno” dei dehoniani), rigore professionale, impegno sociale. Fu un pioniere al Pilastro, negli anni ‘ 70, quando c’ erano case e null’ altro. Specializzato in pediatria e neuropsichiatria infantile, era il medico scolastico quando venne aperta la prima scuola elementare del nuovissimo quartiere e divenne un medico di frontiera. Trascinò l’ amministrazione comunale e le vecchie strutture sanitarie a fare i primi screening di massa: visite preventive per la scoliosi, la carie e altre patologie a tutti i bambini del quartiere. «Ricordo con emozione racconta il segretario del circolo La Fattoria Oscar De Paoli quando un ambulatorio del nostro circolo venne usato per le visite ai bambini o quando partivano i pullman carichi di piccoli per andare in piscina». Fu tra i primi a pensare di mandare gli anziani in case di vacanza, a organizzare il centro anziani del Pilastro. La rivista «Oggi» gli dedicò un servizio perché mandò in palestra gli anziani a fare ginnastica. Negli anni ’70 fu anche animatore con monsignor Giovanni Catti dei gruppi di «educazione alla pace», quando il pacifismo era invece soprattutto mobilitazione di piazza. Ha formato schiere di personale paramedico sull’ handicap e il disagio psichico e ancor oggi punto di riferimento sull’ autismo. Era il medico che andava a curare gratis i nomadi nei campi «e quello al quale si pensava, ancora oggi, nei casi disperati , cioè quando le patologie in un bambino erano più di una», dice monsignor Catti. Fino all’ ultimo, già in pensione, ha continuato a tenere due studi in via Oberdan e via Salvini e fino a pochi mesi fa era stato anche il medico dell’ Aias a Paderno. Al Pilastro non si erano dimenticati di lui: con una sottoscrizione gli avevano donato una telecamera per gli handicappati.
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