Sempé: Dodici consigli filosofici per il 2014
Jean Jacques Sempé ha ottantun anni e viene giustamente festeggiato a Parigi con una esposizione (alla Galeria Martine Grossieaux ) dei suoi disegni originali in occasione della uscita del suo ultimo grande album edito da Denoël dal titolo Bourrasques et accalmies. La rivista Philosophie magazine gli ha dedicato un hors-série che ho pensato di diffondere per fare gli auguri per il 2014 alle lettrici e lettori di Inchiesta. Di fronte a ciò che politicamente ci sta accadendo al livello internazionale e nazionale è importante assumere un atteggiamento filosofico distaccato con l’ironia ma anche con la profondità dei sentimenti presenti nei disegni del grande Sempé.
1. Sentirsi parte della natura
La copertina della rivista Philosophie magazine dedicata a Sempé mostra uno dei suoi omini che si toglie il cappello con rispetto di fronte alla grandezza del mare e in altro disegno una donnina dice al suo compagno di fronte a una via lattea che li sovrasta e prende tutto lo spazio della tavola “Rolando, sento di essere solo un punto interrogativo” e sono moltissimi i disegni in cui i suoi personaggi si sentono piccolissimi di fronte alla via lattea, ai boschi d’autunno, agli stormi di uccelli, alle onde del mare ecc… Nella rivista la filosofa Jacqueline Langrée ricorda Pascal che scrive, come i personaggi di Sempé, di essere spaventato dal “silenzio eterno degli spazi infiniti” e di fronte a questo grande mistero della natura gli omini di Sempé ha due reazioni. Quella, da imitare, in cui Sempé di fronte al “silenzio eterno degli spazi infiniti” fa dire a un suo omino “Mio Dio, ho talmente fiducia in voi che, spesso, ho voglia di chiamarvi Dottore” e quella, da non imitare, in cui di fronte a un uragano che sta avvicinandosi alla spiaggia l’omino tranquillizza la famiglia con le parole di chi non vuole sottoscrivere i protocolli di Kyoto (Tranquilli non può accaderci niente di grave): “Ma no, mi hanno detto di no”.
2. Superare la paura di sentirsi soli
I personaggi di Sempé non si pongono solo il problema dei rapporti con la Natura ma anche dei rapporti con gli altri uomini e donne che affollano il pianeta. La paura della solitudine (e dell’essere abbandonati) avviene sia nei luoghi di lavoro che nella folla. E’ la paura di non farcela. La risposta filosofica di Sempé è di cercare in se stessi la capacità di uscirne, come nel disegno del giovane che impara a suonare il sassofono in una New York periferica.
3. Cercare il meraviglioso banale tra Parigi e New York
Le immagini di Parigi e New York disegnate da Sempé per Paris Match e il New Yorker permettono a Sempé di precisare, nella sua intervista rilasciata a Sven Ortoli, il suo concetto di “meraviglioso banale”. Come precisa Sempé : “io guardo il banale, il luogo comune. Amo il banale e lo rivendico. Amo veramente la tour Eiffel come amo il Claire de lune di Debussy. Adoro la Gioconda, ho una passione per lei, quel suo sorriso particolarmente riuscito, la sua meravigliosa ambiguità. Sono banale e tutte le volte che ho l’impressione di pensare a qualche cosa che mi sembra originale mi accorgo che è un luogo comune. Cerco rifugio in Flaubert che affermava che il luogo comune viene tenuto presente dagli imbecilli o dalle persone di grande valore. Le persone mediocri lo evitano cercando l’ingegnoso, l’insolito”.
4. Saper osservare dalla finestra e attraverso i libri
I disegni sopra riportati sono tra i miei preferiti. Come scrive Louis van Delft, autore di un libro su i moralisti francesi, Sempé è un umorista ma non un moralista. Secondo l’espressione di Montaigne è uno “spettatore del mondo” che si diverte a dipingere, tra riso e compassione, il ridicolo degli uomini e le traversie della nostra società. Questo suo saper osservare avviene anche dalla finestra e attraverso i libri e nel primo disegno sono presenti entrambi. Negli ultimi disegni il silenzio dei libri è interrotto in varie maniere (dai bambini, dalla caduta della scritta “silenzio” e dagli ospiti) e questo lo rende ancora più desiderabile.
5. Saper osservare uscendo di casa
Sempé ci mostra che ogni luogo fuori casa è degno di osservazione: la bottega di un barbiere, un vigile che rampogna un automobilista in una piccolissima auto e una strepitosa visita allo zoo che ci ricorda i nostri antenati.
6 Identificare i perché di una vita complicata
Per procedere scientificamente bisogna partire dalla identificazione dei perché. Ecco una scelta tra i perché che ci propone Sempé: Perché con una luna bellissima nel cielo nessuno apre la finestra e la guarda alla televisione? Perché in un labirinto è possibile incontrare e salutare un conoscente che fa il percorso inverso? Perché la donna lascia un’ombra più grande di quella dell’uomo? Perché è così difficile stabilire i confini tra vita e teatro? Perché è così difficile avere reazioni calorose quando ci si esprime con una espressione matematica anche se di indubbia bellezza? Perché le donne conversano tra loro mentre gli uomini stanno, ognuno isolato dagli altri, con la canna da pesca ? Quest’ultimo disegno è stato utilizzato come copertina del libro di Denis Grozdanovitch, La puissance diascréte du hazard (Denoel, 2013)
7. Amare la pioggia
Penso, come Woody Allen, che Parigi è bella soprattutto sotto la pioggia e Sempé sembra dello stesso avviso perché alla pioggia ha dedicato moltissimi disegni.
8. In due si vive meglio
Un consiglio filosofico di Sempé tra i più condivisibili
9. Dal singolo manifestante ai movimenti
Sempé ci presenta il percorso che dal singolo manifestante passa attraverso il manifestare di gruppo arrivando ai movimenti. Ma come fare per arrivare alla fine di questo percorso?
10. Bisogna conservare l’entusiasmo e la tenacia dei bambini e delle bambine
11. Bisogna sorridere alla vita
12. Se si seguono tutti questi consigli si potrà scrivere un buon 2014 e … Buon anno Sempé
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Ottimi consigli…!