Ricordo di Aulo Crisma, un anno dopo

| 30 Dicembre 2021 | Comments (0)

 

 

 

 

 

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RICORDO DI AULO CRISMA, UN ANNO DOPO

Aulo Crisma, padre di Amina e collaboratore di Inchiesta, ci ha lasciati un anno fa, la sera della vigilia di Natale. Insieme a Marco, Stella, Luca, Irene, Davide, Bruno oggi lo ricordiamo, ripubblicando i discorsi di Antonia Stringher, Aldo Gugole, Vito Massalongo tenuti al suo funerale nella chiesa di Giazza, il 30 dicembre 2020, e uno scritto in sua memoria di Aldo Ridolfi. Gli abbiamo dedicato sul nostro sito una sezione (“Aulo Crisma e la rivista Inchiesta”) che raccoglie testi suoi e su di lui.

 

  1. Ricordo di Aulo Crisma, di Antonia Stringher.

Mi pare strano essere qui a ricordare il maestro, forse lo credevo immortale…Per raccontare cosa esso abbia rappresentato sotto l’aspetto culturale e non solo, per le comunità di Giazza e Selva, non basterebbe un giorno. Arriva a Giazza nel 1947, appena ventenne proveniente da Trieste con l’incarico di insegnare nella locale scuola elementare. Un salto non da poco, passare dall’azzurro mare di Parenzo , al verde del più sperduto paesello della Lessinia, dove la gente parla una strana lingua…

L’ accoglienza dei Cimbri, solitamente guardinghi verso i foresti, è grande! Ben presto, si integra nella piccola comunità diventando, per la sua grande disponibilita’, importante punto di riferimento: chiunque abbia qualche necessità, un quesito da risolvere, una lettera da scrivere, un contratto da stipulare, si rivolge al maestro. Nel frattempo si sposa con una collega di Giazza e avranno due figli. Rimane a Giazza dieci anni per trasfersi poi con moglie e figli a Selva dove entrambi insegnano.

Lo ricordo con particolare affetto perchè fu il mio maestro. Con il suo modo di fare scuola (era avanti di almeno 30 anni) ci ha spronati a diventare curiosi del sapere facendo sì che questo processo di apprendimento continuasse nel corso della vita intera. Con lui, si andava a scuola con entusiasmo, sicuri che ogni giorno, ci veniva proposto qualcosa di piacevole e creativo da fare, facendoci imparare attraverso l’esperienza. Come non ricordare le bellissime lezioni all’aperto, su per l’ Ongiar o al Sciopeter a sperimentare la sintesi clorofilliana, riconoscere fiori e piante e anche insetti . Come ben ricorda il suo allievo Silvio Bonamini “ L’è sta el nostro Piero Angela”.

E’ stato un faro culturale per più generazioni se solo pensiamo alle molteplici attività che mise in piedi a favore della scuola e della popolazione tra le quali il Centro di lettura dove sono coinvolte anche le famiglie con il prestito dei libri. Collabora con Sant’ Andrea e Giazza all’attivazione di un corso di scuola media per adulti , peraltro frequentatissimo; si impegna nel sociale coprendo l’incarico di giudice conciliatore; è corrispondente locale del giornale “ L’Arena”. Nel 1961 mette in piedi una filodrammatica, nella quale , con grande entusiasmo , recitano i giovani del paese. E’ autore, scenografo, regista. Chi non ricorda le commedie del maestro, alle quali, per la gioia degli spettatori, seguiva sempre una farsa. In qualità di direttore del Patronato Scolastico aiuta le famiglie attivando il servizio mensa, il tempo pieno, il servizio di trasporto e libri gratuiti per i meno abbienti. Non manca di dedicare un occhio allo sport, promuovendo la costruzione del campo da tennis. Svolge quindi, un ruolo di grande educatore, coinvolgendo ragazzi e ragazze in sane attività creative. Attento alla cultura locale, scrive innumerevoli articoli sulla cultura cimbra e pubblica vari libri, l’ultimo, bellissimo, “ Dieci anni con i Cimbri” un vivace affresco degli anni passati a Giazza, presentato anche in questa chiesa un paio d’anni fa.

Caro maestro, faremo tesoro della tua grande eredità culturale e desidero salutarti nella lingua che udisti, per la prima volta, quel lontano 1947, al tuo arrivo a Giazza:

Mai liapan learar, du pist gabest for barandre an groazzan mann, un alje henbar pit-a- diar an groazza schulje ‘un borkhenja. ‘Un diar, s’ist kangat hin dain rinte ma dain seal lebat pa dain puachar un dain galeara. Dain gadenkhe bolaibat hörtan lentak in aljan barandre! Barseganus, learar bar boutadi bou.

Mio caro maestro sei stato per noi un grande uomo e tutti abbiamo con te un debito di riconoscenza. Di te, se n’è andata la scorza ma la tua essenza vive attraverso i tuoi insegnamenti e i tuoi libri. Il tuo ricordo rimarrà sempre vivo in tutti noi. Arrivederci maestro, ti vogliamo bene.

Antonia Stringher

 

  1. Ricordo di Aulo Crisma, di Aldo Gugole

Sono rare le persone che incontri nella vita con qualità simili a quelle del maestro Aulo Crisma. E se hai modo di incontrarle, vivi la consapevolezza di  aver avuto una grande fortuna. Ha dedicato la sua vita alla famiglia all’insegnamento, non solo quello scolastico tradizionale, ma con  metodi innovativi per il tempo, adeguati alla nostra realtà, atti a valorizzare la nostra cultura, le tradizioni gli usi e costumi.

Aulo  aveva  il carattere e l’entusiasmo di un giovane anche a 90 anni, aveva il pregio oggi quasi sconosciuto dell’ascolto  partecipe ed interessato rivolto a chi dialogava con lui. Una modestia impareggiabile tale da non mettere mai in mostra il suo sapere, volendo stabilire una parità con qualsiasi interlocutore.

Con queste sue qualità riusciva a catturare l’interesse dei ragazzi, dei giovani in particolare  che lo seguivano  in qualsiasi progetto nuovo di apprendimento, di divertimento ed anche sportivo. Tutto questo insieme di valori, va a spiegare le tante iniziative avviate e portate a termine con successo sia che riguardassero i cimbri di  Giazza che  i viaggi che organizzava al mare con visite a monumenti chiese e musei.

In particolare voglio ricordare il centro di lettura di Selva da lui avviato, aperto tutte le sere per anni. Un ritrovo per tutti i giovani del paese e contrade al quale nessuno voleva mancare. Un laboratorio di insegnamento di gioco di preparazione di recite di drammi e commedie  che poi venivano rappresentate anche fuori paese. Questi incontri sostituivano il filò di una volta, con l’aggiunta dell’apprendimento. Per coloro che non avevano conseguito il diploma di terza media organizzava corsi serali e faceva preparare dai ragazzi i testi con una ciclostile Grestner (tipo l’attuale fotocopiatrice) avuta da qualche benefattore. La stessa macchina veniva utilizzata per preparare il giornalino Sanselgia (S. Andrea-Selva-Giazza), storie di orchi e fate, programmi e volantini.

Un’altra sua iniziativa  è stata quella di creare un gruppo di lavoro munito di picconi, badili e carriole con l’intento di spianare il terreno dietro la scuola elementare, costruire i muretti e la recinzione al fine di realizzarvi un campo da tennis tuttora esistente. Utilizzando il tempo dopo lavoro, il sabato e qualche domenica, quest’opera è stata portata a termine senza alcun contributo. Il salario pattuito, deciso dal maestro Aulo, stabiliva che le ore di lavoro impiegate sarebbero state compensate con altrettante di gioco gratis. Questa e tante altre iniziative rappresentano in parte la figura del maestro Aulo.

In questi giorni ho notato una strana coincidenza: l’anno scorso la Vigilia di Natale ci ha lasciato Don Ettore, parroco di Selva e Giazza per 24 anni. Quest’anno sempre alla Vigilia ci ha lasciato Aulo, entrambi passati a miglior vita durante il riposo. Altra coincidenza: quando sono andati via definitivamente da Selva, a nessuno di essi è stato riservato un doveroso commiato di ringraziamento per la loro missione ed attività svolta per tanti anni. Il maestro Aulo addirittura, poco dopo gli è stata tolta la residenza per futili motivi. Durante la mia amministrazione su richiesta di tanti suoi amici, abbiamo cercato di rimediare, organizzando una festa per conferirgli la cittadinanza onoraria di Selva di Progno. Questo è stato da lui molto apprezzato e ne andava fiero. Per questa mancanza di rispetto porgo le mie scuse e quelle di tutti i cittadini che tanto gli hanno voluto bene ad Aulo e alla sua famiglia.

In questo momento mi piace pensare che, oltre che con il corpo, sia qui presente tra noi con lo spirito, che ci guarda con il suo gioviale sorriso e dica come faceva di solito “ma lasciate stare, sono stato bene con voi e vi ringrazio per essere qui”. Concludo ricordando il suo modo solare di vivere e di essere, la sua innata disponibilità che ci ha sempre dimostrato, fa si che oggi lo sentiamo ancor più vicino a noi tutti. Siamo consapevoli che lui ci ha voluto un bene infinito e noi abbiamo voluto bene a lui. Lo portiamo nei nostri pensieri e vive nei nostri cuori.

Maestro Aulo un grazie di cuore infinito, un abbraccio affettuoso ai figli e nipoti per avercelo riportato in questa nostra terra che tanto ha amato ed alla quale lui, con tanto amore, ha saputo ricambiare valorizzandola.      

Aldo Gugole  

 

  1. Ricordo di Aulo Crisma, di Vito Massalongo, del Curatorium Cimbricum Veronense

In questo anno 2020 nel quale abbiamo tutti vissuto momenti di solitudine e paura , in questo anno difficile diamo il saluto ad un carissimo amico e collaboratore: Aulo Crisma. Vorrei sintetizzare almeno tre momenti della sua lunga vita. Il primo: L’esilio. Il secondo: La scuola. Il terzo: L’ambiente della nostra montagna.

 L’esilio: Parenzo, la guerra, la deportazione, lo sradicamento dalla propria famiglia, la casa, il lavoro, le speranze. Tutto questo viene strappato, eliminato.

Bisogna cercare una terra ospitale, una casa, trovare qualcosa a cui aggrapparsi.

Per Aulo, un dramma, la fine della propria giovinezza a Porec. Via come Abramo in una terra nuova. Con niente. con la fame e le lacrime.

Grazie Aulo

La scuola, Giazza.

Una terra nuova, un angolo di mondo. Un buco dimenticato. Acqua gelida per lavarsi in canonica, una scuola piccola e angusta, con calcinacci che si staccano dal soffitto. Bimbi che con i loro sguardi chiedono pane e sapere. E qui la terra diventa ospitale. Una moglie dei figli. Una casa. Un lavoro sicuro. La pace che nasconde il rimpianto di una vita che non c’è più.

La scuola che diventa vita, comunità che cresce nella cultura e nell’affermazione della propria storia, con le attività per tutta la comunità. Teatro, patronato, sidacato, ricerca, lingua, cultura. E qui Aulo dimostra di essere un vero uomo. Una Provvidenza.

 Grazie Aulo

L’ambiente, la Montagna.

La ricerca di senso per questa terra,la ricerca di storie e tradizioni. La cultura e la sapienza di un popolo che recupera la propria identità, la propria dignità. Ed è opera anche sua e di tanti suoi colleghi, Piero, Carlo, Gianni , Primo Antonio e tanti altri.

Grazie Aulo

Vito Massalongo

 

  1. Ricordo di Aulo Crisma, di Aldo Ridolfi

Qualcuno ha detto che il silenzio è un attributo della perfezione. Ma forse vale il rischio di sfidare la perfezione e raccontare, comunque vada.

Raccontare di Aulo.

Raccontare un lembo, un frammento di lui, ché  afferrarne l’insieme per me è impossibile. E quel lembo, quel frammento è la sua semplicità, senza aggettivi, senza attributi. Essa è un imprinting, una cifra, un atteggiamento che attraversa tutta la sua figura. Non soltanto la sua scrittura, che sarebbe riduttivo crederlo. Il suo porsi avviene all’insegna di questa semplicità, sempre: nel tono della voce, nella scelta delle parole, nel loro accostamento, nello stesso modo di porle; nella sua gestualità, serena, signorile, partecipe, misurata; nel suo sguardo diretto, limpido, sorridente, affettuoso.

La sua semplicità, però, senza negare se stessa, esplora luoghi e persone, fa partecipi noi senza che ce ne accorgiamo. Aulo ti racconta – a voce o per iscrittto – di una persona, di un luogo, di un fatto: reali, realissimi, esperiti, vissuti. La sua missione, però, non si conclude lì perché quando leggi e ti appaiono davanti agli occhi uomini, donne, preti, contadini, pescatori, fornai, partenze e arrivi, la via Carducci, l’osteria “Tre Garofoli” … subito, senza avvedertene egli ti parla di qualcos’altro. L’uomo, la donna, il prete… sono lì, come dire, in carne e ossa, è di loro che Aulo si occupa, di persone concrete, di fatti reali, ma dentro di te succede qualcosa per cui vieni portato in un altrove che non cessa di essere governato dalla semplicità perché tutto e senza resto immerso nel senso umano della vita. E questo altrove contempla un universo etico che lui ti propone in silenzio, sommessamente, con la sola forza della sua disponibilità interiore, col solo strumento del raccontare, con l’enorme peso della testimonianza. Questo altrove è impastato di una silenziosa psicologia tanto più profonda quanto più resa con il linguaggio di tutti i giorni, quello che si usa con la gente comune: la sola psicologia possibile. E questo altrove è anche nella sottile ironia rispettosissima, mai pungente, intelligentissima. Umana, appunto.

Non c’è voluto molto: è bastata la lettura degli ultimi suoi due libri e degli articoli pubblicati su inchiestaonline. E alcuni pomeriggi estivi, lì a Selva, mentre il sole tramontava dietro i monti che nascondono Velo Veronese.

Aldo Ridolfi

 

 

Category: Aulo Crisma e la rivista "inchiesta", Editoriali

About Aulo Crisma: Aulo Crisma è nato a Parenzo nel 1927. Nel 1945 ha conseguito il diploma magistrale.Nel 1946 ha lasciato l'Istria come esule. Ha fatto il maestro elementare prima a Giazza, dove si è sposato con la collega Maria Dal Bosco, e poi a Selva di Progno. E' stato un attivo animatore culturale dirigendo il locale Centro di lettura, divenuto poi Centro sociale di educazione permanente. E' stato per molti anni corrispondente del quotidiano L'Arena di Verona. Ha condotto numerosi lavori di ricerca e documentazione sulla storia dei Cimbri, una popolazione di origine tedesca che si era insediata sui Monti Lessini verso la fine del XIII secolo, che ancora manteneva vivo nell'enclave di Giazza ,l'antico idioma alto tedesco.Ha fatto parte del Direttivo provinciale del Sinascel, sindacato nazionale della scuola elementare. Ha pubblicato "Guardie e contrabbandieri sui Monti Lessini" (con Remo Pozzerle), Ed. Taucias Gareida, Giazza-Verona, 1990; "Lessinia, una montagna espropriata" (con Remo Pozzerle), HIT Edizioni, San Martino Buonalbergo, 1999; "Bar lirnan tauc': Noi impariamo il cimbro, Ed. Curatorium Cimbricum Veronense,, Verona, 2001; "Parenzo, gente, luoghi, memoria" Ed. Itinerari educativi, Comune di Venezia, 2012. Attualmente vive con la moglie a Tencarola, in provincia di Padova, e collabora alla rivista Inchiesta.

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