Mario de Andrade: La mia anima ha fretta
Il mio amico Roberto Alvisi, con cui condivido l’avere ottanta anni, mi ha inviato questa poesia di Mario De Andrade (San Paolo 1893-1945) poeta, romanziere, saggista e musicologo, uno dei fondatori del modernismo brasiliano. Questa poesia è un augurio di buon anno per tutti gli ottantenni e le ottantenni che gravitano intorno a “Inchiesta”. La foto è di Luigi Strano ed è un alba sul mare di Sant’Alessio Siculo.
Mario de Andrade: La mia anima ha fretta
Ho contato i miei anni e ho scoperto
che ho meno tempo per vivere da qui in poi
rispetto a quello che ho vissuto fino ad ora.
Mi sento come quel bambino che ha vinto un pacchetto di dolci:
i primi li ha mangiati con piacere,
ma quando ha compreso che ne erano rimasti pochi
ha cominciato a gustarli intensamente.
Non ho più tempo per riunioni interminabili
dove vengono discussi statuti, regole, procedure e regolamenti interni,
sapendo che nulla sarà raggiunto.
Non ho più tempo per sostenere le persone assurde che,
nonostante la loro età cronologica, non sono cresciute.
Il mio tempo è troppo breve: voglio l’essenza, la mia anima ha fretta.
Non ho più molti dolci nel pacchetto.
Voglio vivere accanto a persone umane, molto umane,
che sappiano ridere dei propri errori
e che non siano gonfiate dai propri trionfi
e che si assumano le proprie responsabilità.
Così si difende la dignità umana e si va verso della verità e onestà
È l’essenziale che fa valer la pena di vivere.
Voglio circondarmi da persone che sanno come toccare i cuori,
di persone a cui i duri colpi della vita
hanno insegnato a crescere con tocchi soavi dell’anima.
Sì, sono di fretta, ho fretta di vivere con l’intensità
che solo la maturità sa dare.
Non intendo sprecare nessuno dei dolci rimasti.
Sono sicuro che saranno squisiti, molto più di quelli mangiati finora.
Il mio obiettivo è quello di raggiungere la fine soddisfatto
e in pace con i miei cari e la mia coscienza.
Abbiamo due vite e la seconda inizia
quando ti rendi conto che ne hai solo una.
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