In memoria di Armando Gasiani
Da Mauthausen
Sua mamma
Non lo riconobbe
Nessuno credeva
Ai suoi racconti
Non era possibile
Incominciò così
Il silenzio
Del deportato
Armando Grasiani
Partigiano e comunista
Un silenzio sigillato
Con le pietre di quella scala
La terribile scala di Mauthausen
Doveva essere per sempre
Poi
Poi “la vita è bella”
Lo fa piangere
A dirotto
Comincia a parlare
La semina del pianto
Un fiume di dolore freddo
Di morte
Tiepido di limo
Lui il nostro Nilo
Ha reso fertili le nostre coscienze
Ciò che imparammo sui libri
Divenne sangue orrore
Luce speranza
Merci’Armando
Che hai reso indelebile
E vera
Tangibile
Toccante
Quella assurda
Mattanza
Da Il fatto quotidiano del 10 luglio 2021 È morto ieri sera all’età di 94 anni Armando Gasiani, fra gli ultimi italiani sopravvissuti alla deportazione nazista e presidente onorario dell’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (Aned) di Bologna. A dare l’annuncio è la stessa associazione attraverso un post su Facebook. La sua scomparsa “lascia a tutta l’associazione un vuoto immenso”, queste le parole dell’Aned. “Con lui se ne va una delle ultime testimonianze oculari dell’orrore dei campi di sterminio” scrive invece l’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi) di Bazzano. Nato a Castello di Serravalle il 23 gennaio 1927, da sempre residente ad Anzola (Bologna), Armando Gasiani giovanissimo prese parte alla lotta di liberazione, poi catturato e torturato dai nazifascisti prima di essere deportato nel campo di concentramento di Bolzano. Dal gennaio 1945 fu trasferito in quello di Mauthausen, in Austria dove rimase fino al 6 maggio 1945. Nel 2004, in un’intervista per il progetto “Lager e deportazione” aveva confessato che il capolavoro del cinema La vita è bella di Benigni gli aveva dato la forza di raccontare la sua testimonianza, “la via d’uscita”. Da quel momento aveva cominciato a coinvolgere e accompagnare i più giovani nei luoghi delle deportazioni
Category: Editoriali, Guardare indietro per guardare avanti, Guerre, torture, attentati