E’ morto l’amico e collaboratore di “Inchiesta” Maurizio Matteuzzi

| 26 Aprile 2017 | Comments (0)

 

 

 

Quando mi hanno detto che Maurizio Matteuzzi era morto  non volevo crederci perché mi sembrava che c’eravamo visti da pochissimo: in occasione della visita di Hofstadter che avevi fatto venire a Bologna,  nel tuo studio insieme a Stefano,  in piazza per la lista “Coalizione civica” o alle prime del Comunale (ultima fila) tu con Giulia ed io con Amina. E invece è proprio così. Su questa rivista www.inchiestaonline.it cliccando sul tuo nome ci sono più di tuoi cinquanta pezzi scritti sempre con ironia, citazioni colte, una passione rigorosa per la verità scientifica e per la sinistra. Per ricordarti trascrivo una poesia canzone di Gilbert Becaud perché mi piace immaginarti con il tuo cappello scuro, vestito sempre elegante e la tua pipa accesa mentre  vai a spasso tra la luna e le stelle che ti tendono la mano. Un abbraccio a te, a Giulia e Jacopo anche da parte di Amina.
1. Gilbert Beacaud: Alléluia (1957)

Il faut faire tes bagages
Mon vieux c’est à toi
Tu t’en vas pour le voyage
D’où on n’revient pas
Tu passeras par la lune
Et demain matin
Les étoiles une à une
Te tendront la main

Allé, Allé Alleluia
Il faut faire tes bagages
Mon vieux, c’est à toi
Tu t’en vas pour le voyage
D’où on ne revient pas
Tu passeras par la lune
Dès demain matin
Les étoiles une à une
Te tendront la main

Allé Allé Alleluia

Il faut refaire tes bagages
Mon vieux c’est à toi
Tu t’en vas pour le voyage
Qui n’en finit pas
Tu passeras par la lune
Et demain matin
Les étoiles une à une
Te tendront la main

Mets ta plus belle chemise
Tes souliers vernis
Pour que tous les anges disent
Il est en habit
Fais cadeau de ta casquette
Au gamin du coin
Il la mettra pour ta fête
Le jour de la Toussaint

Allé Allé Alleluia
Il faut refaire tes bagages
Mon vieux c’est à toi
Tu t’en vas pour le voyage
Qui n’en finit pas
Tu passeras par la lune
Et demain matin
Les étoiles une à une
Te tendront la main

Ils écriront sur ta pierre
Trois mots en latin
Qu’est-ce que ça peut bien te faire
Tu n’y comprends rien
Casse donc ta tirelire
Pleine de gros sous
Et achètes-en du rire
Pour rire un bon coup

Allé Allé Alleluia
Il faut refaire tes bagages
Mon vieux c’est à toi
Tu t’en vas pour le voyage
Qui n’en finit pas
Tu passeras par la lune
Et demain matin
Les étoiles une à une
Te tendront la main

Je me souviens qu’à l’école
Tu étais le premier
Tu as déjà ton auréole
Je suis sur le quai
Si tu pars, si moi je reste
Je vais m’ennuyer
Pour le grand métro céleste
J’attends mon billet

Allé Allé Alleluia
Il faut refaire tes bagages
Mon vieux c’est à toi
Tu t’en vas pour le voyage
Qui n’en finit pas
Tu passeras par la lune
Et demain matin
Les étoiles une à une
Te tendront la main



 

2. Ilaria Venturi: Bologna, l’Ateneo in lutto per la scomparsa di Maurizio Matteuzzi

La repubblica 27 aprile 2017

Con la sua pipa nello studio pieno di libri, appoggiati ovunque, Maurizio parlava per ore. Misurava le parole, ma traspariva nel suo pensiero la passione civile. Inseguiva i suoi ragionamenti, ti portava con lui, profondo e leggero, grazie al suo tagliente sarcasmo. Se n’è andato, Maurizio Matteuzzi, 69 anni, e forse non a caso lunedì, alla vigilia del 25 aprile, lui che era un combattente. Prima di Pasqua aveva detto agli amici: “Mi ricoverano, vediamo che mi fanno”. Stavolta non ce l’ha fatta a vincere la malattia. Rimane il dolore per la sua perdita, il vuoto. Il docente di Filosofia del linguaggio, studioso di intelligenza artificiale, lascia la moglie Giulia e il figlio Jacopo. Lo piange l’università e non solo. I funerali si terranno venerdì alla ore 10.30 nella chiesa di San Benedetto, in via dell’Indipendenza; alle ore 12 il saluto accademico con la cerimonia alla Cappella Bulgari all’Archiginnasio.

Allievo di Enzo Melandri, Maurizio Matteuzzi erano uno studioso poliedrico. I suoi interessi, ricordano le biografie, erano rivolti in particolare alla corrente logicista rappresentata da Leibniz e dagli esponenti della tradizione leibniziana. Lo studio delle categorie semantiche e delle grammatiche categoriali era uno dei temi centrali della sua attività di ricerca. Il suo interesse per la filosofia, aveva raccontato in una intervista a Linda Giannini, era nato per caso: “Alle medie la mia insegnante di Italiano mi appiccicò il nomignolo di “filosofo”, per i toni pensosi dei miei temi. Dalla curiosità suscitata da questa circostanza mi misi a leggere alacremente una storia della filosofia, e ne rimasi affascinato. Cominciai a fare incetta dei dialoghi di Platone. Poi un libro in particolare segnò una ulteriore svolta: “I problemi della filosofia” di Bertrand Russell”.

Filosofia e informatica. E impegno politico. Con Stefano Bonaga, suo compagno di studi, Matteuzzi aveva creato Iperbole: è stato lui l’architetto informatico della rete civica ai tempi del sindaco Vitali. Dal tempo della riforma Gelmini (“legge mal fatta, antidemocratica, inemendabile”), il filosofo si era speso per contrastare la riforma universitaria. La sua idea era di una comunità fatta di docenti e studenti, aveva a cuore il destino di quest’ultimi, si batteva contro ogni forma di iniquità e ingiustizia. Dialogava coi collettivi (“criminalizzare il dissenso è sempre una scelta miope e deleteria”), difese l’esperienza di Bartleby (“la questione andrebbe affrontata in modo negoziale, con il dialogo, con la ricerca comune di una soluzione”). Era voce dei “Docenti preoccupati”, studioso schierato a difesa della scuola pubblica sino alla sua decisione di spendersi in politica con la candidatura al quartiere Santo Stefano per Coalizione civica. Tifoso del Bologna, editorialista sul quotidiano “”Il Manifesto”, dove proponeva lucide analisi. Era l’autore di tanti scritti on line, “L’Arcivernice”. La quinta puntata era dedicata a “vivere per la morte”. E’ lo studente Ramon a interrogare sulla morte il maestro. E così la risposta: “Nell’attesa, nel posporre, nel fare i conti con il tuo futuro, tu vivi per la morte, mentre ne attui la rimozione. Solo perché morirai le tue scelte hanno un senso definitivo; perché se tu fossi eterno tutto sarebbe inautentico”.

Il dolore di colleghi e amici. Nei social e nella mailing list dei “Docenti preoccupati” corre il dolore per la scomparsa di Maurizio Matteuzzi. “Aveva attenzione per tutti, un grande intellettuale, ma anche persona di grande umanità”, dice commosso lo statistico Sergio Brasini. Per Coalizione Civica“non è stato solamente un candidato, ma fonte inesauribile di energia, di sapere critico, di cultura, di stimoli e di idee”. “Ci mancherai”, dice Federico Martelloni. “E con lui mancherà gran parte del pensiero critico rimasto in questa Università sempre più piatta”, aggiunge Detjon Begaj. Lo ricorda la redazione di Roars: “Maurizio è stato sempre una voce critica e informata che con passione, intelligenza e generosità ha contribuito al dibattito nazionale sulle questioni universitarie”.

“Mi unisco al dolore per la perdita di un grande uomo di cultura, amico e compagno”, scrive Gisella Fidelio anche a nome della Flc-Cgil. “Posso solo ricordare il privilegio di averlo conosciuto e aver avuto la  fortuna di condividere più di un tratto di strada in comune. Che la terra gli sia lieve”, la reazione di Virginio Pilò. Testimonianze, ricordi: “Di Maurizio ricorderò sempre la brillante intelligenza e la sottile ma feroce ironia. La sua ricerca di giustizia e verità sarà per me sempre un esempio da cercare di seguire”; “È stato un grande privilegio incontrarlo, lavorare con lui ed essergli amica”.

Category: Editoriali, Scuola e Università, Storia della scienza e filosofia

About Vittorio Capecchi: Vittorio Capecchi (1938) è professore emerito dell’Università di Bologna. Laureatosi in Economia nel 1961 all’Università Bocconi di Milano con una tesi sperimentale dedicata a “I processi stocastici markoviani per studiare la mobilità sociale”, fu segnalato e ammesso al seminario coordinato da Lazarsfeld (sociologo ebreo viennese, direttore del Bureau of Applied Social Research all'interno del Dipartimento di Sociologia della Columbia University di New York) tenuto a Gosing dal 3 al 27 luglio 1962. Nel 1975 è diventato professore ordinario di Sociologia nella Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Bologna. Negli ultimi anni ha diretto il Master “Tecnologie per la qualità della vita” dell’Università di Bologna, facendo ricerche comparate in Cina e Vietnam. Gli anni '60 a New York hanno significato per Capecchi non solo i rapporti con Lazarsfeld e la sociologia matematica, ma anche i rapporti con la radical sociology e la Montly Review, che si concretizzarono, nel 1970, in una presa di posizione radicale sulla metodologia sociologica [si veda a questo proposito Il ruolo del sociologo (a cura di P. Rossi), Il Mulino, 1972], e con la decisione di diventare direttore responsabile dell'Ufficio studi della Federazione Lavoratori Metalmeccanici (FLM), carica che manterrà fino allo scioglimento della FLM. La sua lunga e poliedrica storia intellettuale è comunque segnata da due costanti e fondamentali interessi, quello per le discipline economiche e sociali e quello per la matematica, passioni queste che si sono tradotte nella fondazione e direzione di due riviste tuttora attive: «Quality and Quantity» (rivista di modelli matematici fondata nel 1966) e «Inchiesta» (fondata nel 1971, alla quale si è aggiunta più di recente la sua versione online). Tra i suoi ultimi libri: La responsabilità sociale dell'impresa (Carocci, 2005), Valori e competizione (curato insieme a D. Bellotti, Il Mulino, 2007), Applications of Mathematics in Models, Artificial Neural Networks and Arts (con M. Buscema, P.Contucci, B. D'Amore, Springer, 2010).

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