Dino Buzzetti: A due anni dalla morte di Pier Cesare Bori
Per ricordare Pier Cesare Bori morto due anni fa il 4 novembre 2012 ricordo i “manifesti” dei due gruppi organizzati da Pier Cesare: il gruppo di studenti “Una via” che si riuniva il venerdì e “La nostra via”, il gruppo religioso che si ispirava all’esperienza dei quaccheri “The Religious Society of Friends” che si riunisce ancora la seconda e la quarta domenica di ogni mese. Lessi questi due testi in occasione della celebrazione del primo anniversario della sua morte alla Facoltà di scienze politiche perché penso che siano quelli che più di ogni altro riassumono l’impegno di Pier Cesare nelle comunità da lui formate alle quali partecipavo.
1. Una Via Documento-base Quinta redazione
1. Il gruppo “Una via” (nato nel 1998, a Bertinoro, tra studenti italiani e stranieri, in occasione di un incontro internazionale dell’UNESCO dedicato ai temi della pace e della tolleranza) è una associazione non religiosa che vuol rispondere al bisogno di una “via” spirituale (“una” via fra tante) in cui ciascuno trovi il proprio percorso individuale.
2. La vita del gruppo si articola in tre momenti: il silenzio, la lettura, l’azione.
3. La lettura riguarda i classici di ogni tradizione, con un particolare riguardo alla cultura islamica e con attenzione alla rilevanza sapienziale e vitale dei testi.
4. L’azione riguarda attualmente l’attività in carcere, con particolare attenzione agli stranieri, e con insistenza sull’aspetto culturale e spirituale.
5. I tre momenti sono esemplarmente rappresentati nella riunione settimanale, che comprende il silenzio (avendo presente sia la pratica della Società degli Amici che la meditazione vipassana), la lettura (con conversazione), l’organizzazione.
6. “Una via” a Bologna è costituita in prevalenza da studenti universitari, legati al corso di “Filosofia morale” di Scienze politiche. “Una via” è felice di accogliere chi condivida le sue finalità.
7. Lo scopo di “Una via” è di aiutarsi a percorrere (in piena libertà, e senza alcuna prospettiva di vantaggio) una via comune che, perseguendo la bellezza – la “virtù e conoscenza” – conduca alla Realtà Unica, comunque la si chiami, nell’attenzione costante a coloro cui, per vari motivi, la dignità è negata.
Livergnano 4 novembre 2004
2. La Nostra Via
-
Il tratto distintivo dell’esperienza degli Amici (“Quaccheri”) consiste nell’incontro silenzioso, che può essere oggi inteso e vissuto nel senso più ampio: come ricerca della luce, come adorazione, come preghiera, come meditazione, come speranza di poter discernere la propria via, come momento generativo di parole nuove. La premessa di questo è la consapevolezza della presenza della luce interiore in ogni persona, che induce sia all’attenzione e all’ascolto reciproco, sia all’impegno sociale.
-
Abbiamo scoperto la via dei Quaccheri e la seguiamo a nostro modo. Quando abbiamo incontrato altri Amici abbiamo rilevato la coincidenza con quello che noi siamo. Infatti per stabilire quello che corrisponde alla concezione degli Amici ci riferiamo all’esperienza e alla pratica quacchera: ai primi scritti degli Amici, a quello che abbiamo visto in altre comunità e alla nostra stessa esperienza e prassi.
-
Rispetto alle chiese sentiamo che il nostro elemento distintivo è la libertà, non come indifferenza e fastidio verso ogni norma, ma come attenzione e docilità all’autorità interiore. Di fronte alle istituzioni delle chiese, ci atteggiamo con questa libertà e riteniamo queste istituzioni talvolta apprezzabili, talvolta ammirevoli, talvolta non utili, comunque non indispensabili.
-
La Bibbia per alcuni di noi è fonte essenziale di ispirazione. Riteniamo comunque importante conoscerla, studiarla, e interpretarla nello Spirito. Apprezziamo anche le altre Scritture religiose, come testimonianza della luce, presente in ogni persona e tradizione.
-
Ci proponiamo di valorizzare i doni spirituali di ciascuno e riconosciamo a tutti noi un’autorità spirituale. L’esperienza e la pratica degli Amici sono il criterio principale in base a cui prendiamo le nostre decisioni.
-
Facciamo affidamento gli uni sugli altri, nell’ascolto, nell’accettazione, nel rispetto reciproco.
-
Diamo molta importanza allo studio e ci avvaliamo delle diverse competenze che sono intorno a noi.
Category: Editoriali, Pier Cesare Bori e la rivista "Inchiesta"