Aulo Crisma: Maria Anna Balanzin, una vita nella scuola italiana di Parenzo
Nella foto in alto scolari in classe con la maestra Maria Anna Balanzin. Nella foto in basso la maestra Maria Anna con la nipote Manuela
Maria Anna Balanzin, nata a Visinada il 6 marzo 1930, ultima di quattro figli, ancora bambina si era trasferita a Parenzo con la famiglia. Conseguito il diploma di maestra, ha insegnato nella scuola elementare italiana fino al pensiona- mento. E’ deceduta il 19 gennaio 2017 nella nuova casa per anziani di Madonna del Monte.
Nel 1943, dopo l’armistizio dell’8 settembre proclamato dal Governo Badoglio, per l’Istria inizia il più brutto periodo della sua storia millenaria. Romani, Eruli, Ostrogoti, Bizantini,Longobardi, Franchi, Veneziani, Austriaci, Francesi, ancora Austriaci e Italiani nei secoli hanno esteso il dominio sulla terra istriana. Sfasciatosi l’esercito italiano, giungono i partigiani di Tito a dare un assaggio del loro odio non solo verso gli italiani, infoibando, gettando nelle orride cavità carsiche centinaia di persone. Sopraggiungono i tedeschi e resteranno padroni fino alla fine della guerra. Davide e Silvano Balanzin, giovanissimi partigiani, vengono deportati in Germania. Silvano muore nel campo di concentramento di Flossenburg. Davide ritorna. Ma ritornano anche i Titini a completare gli infoibamenti.
Ora sono migliaia le persone inghiottite dalle voragini. Per Davide i patimenti non sono ancora finiti. Come molti altri istriani italiani, con l’accusa di non aderire alla visione politica di Tito, è detenuto per diversi mesi nell’isola del Quarnero di Goli Otok, l’Isola Calva, tristemente famosa come luogo di feroce tortura.
Trecentocinquantamila istriani lasciano le loro case per sottrarsi alla pericolosa dittatura del comunismo titino. Anche Davide, che si era laureato in medicina, dopo alcuni anni, abbandonerà l’Istria per stabilirsi nel Canton Ticino. Anna Maria però, come altri, non ha forse il coraggio di partire verso l’ignoto. Rimane coraggiosamente a Parenzo a tenere acceso il lume di una cultura stratificatasi nei secoli, permeata fortemente deall’impronta veneziana .
Svolge con dedizione e passione la sua opera educativa. Per lei i suoi alunni sono tutti bravi. Vengono sempre incoraggiati e stimati per le loro qualità.
Una sua scolara, molto vivace, Ada Soldatich, nata in Cimaré, l’ha avuta per maestra fin dalla prima classe e la ricorda con affettuosa riconoscenza. Nel 1997 era stata organizzata a Parenzo la festa degli ex alunni della scuola italiana. Molti erano arrivati anche da lontano. La giornata comprendeva l’appello in classe con i vecchi maestri; l’accoglienza da parte del presidente Graziano Musizza nella sede della Comunità italiana; il cenone all’Hotel Parentium in Brulo. Le foto ricordo che tappezzavano le pareti della stanza fecero rivivere gli anni della fanciullezza. Uno spassosissimo programma di sketch e canzoni istriane, tra cui l’immancabile “Mula de Parenso” rallegrò la serata.
Ada Soldatich racconta. “ Alla nostra classe capitò la fortuna di avere a tavola la nostra maestra. La osservavo attentamente e credo di avere scoperto in quell’occasione il suo ‘segreto’ pedagogico. Con la nostra maestra accanto tornammo bambini, come negli anni di scuola. Lei ascoltava amorevolmente e con molta attenzione i nostri racconti personali. Ecco il suo segreto: il rispetto profondo per ogni singolo adulto e per le personcine dei tempi scolastici”. Decio Dechigi, che ha frequentato l’ Istituto Magistrale di Parenzo nello stesso periodo di Maria Anna Balanzin, la ricorda per la sua straordinaria bontà e gentilezza.
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