25 anni dopo l’uccisione di Ilaria Alpi e Miram Hrovatin

| 20 Marzo 2019 | Comments (0)
Per ricodare Ilaria Alpi e Miran Horvatin venticinque anni dopo la loro uccisione diffondiamo due testi presi da La stampa e Rai News 24

1.I fatti e le  indagini (La stampa.it  del 20 marzo 2019)

I fatti

Ilaria Alpi, giornalista del Tg3, e l’operatore Miran Hrovatin, vengono uccisi a Mogadiscio, in Somalia, il 20 marzo 1994. Da due anni la giornalista del Tg3 segue la missione di pace Restore Hope, coordinata dall’Onu, per porre fine alla guerra civile scoppiata nel 1991 dopo la caduta di Siad Barre.

Alpi e Hrovatin stanno lavorando a un’inchiesta su un presunto traffico di armi e rifiuti tossici in cui sarebbe coinvolta l’Italia. Sono di ritorno da Bosaso, città nel Nord del Paese, dove hanno appena intervistato il cosiddetto sultano della zona, Abdullah Moussa Bogor, che ha raccontato loro della società di pesca italosomala Shifco – sospettata di traffico di armi – e di una nave, la Faraax Omar, appena rapita dai miliziani. Di ritorno a Mogadiscio, Alpi e Hrovatin vanno prima al loro albergo, il Sahafi, e poi all’hotel Hamana con il loro autista Ali Abdi. Proprio qui vicino, all’incrocio tra via Alto Giuba e corso Somalia, la loro auto viene fermata da un commando che apre il fuoco e uccide la giornalista e l’operatore. Ilaria Alpi è sepolta al cimitero Flaminio di Roma.

Le indagini

Primo grado
Il 18 luglio 1998 la procura di Roma chiede il rinvio a giudizio di Omar Hashi Hassan, cittadino somalo arrivato in Italia il 12 gennaio per essere ascoltato dalla commissione Gallo in merito alle violenze inferte da alcuni militari italiani a diversi civili somali. Ad accusarlo ci sono due testimoni:

Ahmed Ali Rage, detto Gelle, che dice di aver assistito alla sparatoria e di aver visto Hashi al volante della Land Rover del commando;

Ali Abdi, l’autista che guidava l’auto con Ilaria Alpi e Miran Hrovatin

Il 20 luglio 1999 Hassan viene assolto: i due testimoni non vengono considerati attendibili. Hassan, però, resta in carcere. Nel frattempo, infatti, è sotto processo perché accusato di violenza carnale da parte di una connazionale (verrà assolto con formula piena anche da questa accusa).

Secondo grado
Il 24 ottobre 2000 la Corte d’Appello ribalta la sentenza. Gelle e Abdi vengono considerati attendibili. Hassan viene condannato all’ergastolo. La Cassazione conferma, tranne nella parte in cui riconosce l’aggravante della premeditazione. Quindi chiede a una nuova Corte d’Appello di ricalcolare la pena

Secondo grado bis
La nuova Corte d’Appello elimina l’aggravante della premeditazione e condanna Hassan a 26 anni. Ma il 19 ottobre 2016, in Cassazione, la svolta: il sostituto procuratore generale dichiara che le prove a carico di Hassan sono come «un quadro bianco senza immagini, senza niente». Chiede dunque e ottiene l’assoluzione. Hassan ha scontato da innocente 17 dei 26 anni comminati, 10 in regime di isolamento diurno. Ha ottenuto un risarcimento dallo Stato italiano di 3 milioni di euro per ingiusta detenzione. Un mese fa la Procura di Roma ha chiesto, per la terza volta, l’archiviazione del caso. Nessun autore o mandante è stato individuato.

2.Rai News 24,  20 marzo 2019: Ricordo di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin
“Il testimone è nelle mani dei colleghi di Alpi e Hrovatin, dei giornalisti italiani, di quanti avvertono come un dovere onorare quell’impegno di coerente professionalità che, a Mogadiscio, gli assassini hanno voluto colpire. La libertà di stampa è il termometro della salute democratica di un Paese. Va coltivata e irrobustita ogni giorno e centrale è la responsabilità delle istituzioni democratiche affinchè siano sempre promossi i principi della nostra Costituzione e delle dichiarazioni internazionali in argomento”. Lo dichiara il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 25esimo anniversario dell’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. “L’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin lacera profondamente, a 25 anni di distanza, la coscienza civile del nostro Paese e suona drammatico monito del prezzo che si può pagare nel servire la causa della libertà di informazione – prosegue il Capo dello Stato – In questo triste anniversario rivolgo un pensiero di solidarietà alle famiglie dei due giornalisti, insigniti della Medaglia d’oro al Merito Civile della Repubblica italiana.
L’impegno dei familiari contro le reticenze e i depistaggi, dopo l’immenso dolore subito, ha meritato e merita grande rispetto e rappresenta un dovere della Repubblica”. Mogadiscio 20 marzo 1994 Mogadiscio, 20 marzo 1994: Ilaria Alpi e Miran Hrovatin sono da poco tornati al loro albergo, il Sahafi. Decidono di uscire attraversando la ‘green line’, la linea verde che dal 1991 divide in due la città. Una parte è controllata da Ali Mahdi, l’altra dal generale Aidid. Raggiungono l’hotel Amana e ci rimangono solo pochi minuti. Appena ripartiti, alle 15, una macchina con a bordo un commando composto da uomini somali blocca il fuoristrada nel quale stanno viaggiando l’inviata del Tg3 e il suo operatore. Pochi secondi e scoppia l’inferno. Sopravvivranno solo l’autista e l’uomo di scorta a bordo del fuoristrada Toyota. Miran viene trovato morto, ma Ilaria è ancora in vita. L’imprenditore italiano Giancarlo Marocchino e alcuni suoi uomini li portano al porto vecchio di Mogadiscio, dove un medico militare tenterà di prestarle le prime cure, ma invano. È il punto di non ritorno, la verità non dovrà mai uscire fuori. Almeno fino ad oggi.
“Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Depistaggi e verità nascoste”, ancora un libro sulla vicenda A 25 anni dalla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, un gruppo di giornalisti ripercorre la tragica vicenda, raccontando alcune delle verità finora taciute. “Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Depistaggi e verità nascoste” è curato da Luigi Grimaldi (di ‘Le Iene’) e Luciano Scalettari (di ‘Famiglia Cristiana’): è l’ultima inchiesta -targata Round Robin Editrice – in libreria dal 21 marzo e raccoglie anche i contributi di Marco Birolini, Francesco Cavalli, Massimiliano Giannantoni, Mariangela Gritta Grainer, Alessandro Rocca, Roberto Scardova e Maurizio Torrealta. Archivi finalmente aperti e tracce che conducono ai veri testimoni oculari del duplice omicidio. Perché nessuno volle cercarli per davvero? Un castello di carte messo in piedi per costruire un capro espiatorio e incolpare un uomo innocente finito in carcere per 17 anni. Chi ha voluto mettere a tacere la vicenda e cosa sapeva davvero Ilaria? Quale la funzione di una commissione d’inchiesta, tagliata su misura e consulenti messi alla porta o finiti sotto indagine perché non controllabili. Queste le domande a cui gli autori cercano di dare una risposta. Non solo un duplice omicidio in un Paese in guerra, come affermato da Carlo Taormina. “Quella di Ilari Alpi e Miran Hrovatin – sostengono gli autori – è stata un’esecuzione in piena regola. Ma solo adesso si sono trovate le tracce per indicare chi sapeva, chi ha visto, chi ha taciuto e ricondurre tutto a chi ha scelto e commissionato la morte dei due reporter”.
La programmazione Rai ricorda Alpi-Hrovatin RaiNews24 seguirà oggi, 20 marzo, con numerose finestre in diretta dalla Camera dei Deputati, il convegno “Noi non archiviamo. Il giornalismo d’inchiesta per la verità e la giustizia”, organizzato per chiedere che il caso non venga archiviato ma si vada avanti con le indagini. Al convegno, che si aprirà con il saluto del presidente della Camera Roberto Fico, interverranno il direttore del Tg3 Giuseppina Paterniti, il segretario Usigrai Vittorio Di Trapani, l’amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini e il vice-presidente del Csm David Ermini, Walter Veltroni e il presidente Fnsi Giuseppe Giulietti. La sera del 21 marzo, poi, Federica Sciarelli su Rai3 proporrà uno Speciale “Chi L’ha Visto” in prima serata. Non mancherà l’impegno di Radio1, con servizi e interviste nelle diverse edizioni dei Gr e all’interno di Radio Anch’io, Radio1 InVivavoce e Zapping. Radio3 dedicherà oggi l’intera puntata di Fahrenheit al ricordo di Ilaria e Miran, e seguirà in diretta dalla Camera dei Deputati il convegno “Noi non archiviamo. Il giornalismo d’inchiesta per la verità e la giustizia”. Anche Rai Play proporrà ampi spazi di approfondimento con tutti i contenuti dedicati. Gli appuntamenti per ricordare Ilaria e Miran.
Fico: “Troppi errori e sospetti depistaggi” Questa mattina alla Camera, il convegno “Noi non archiviamo. Il giornalismo d’inchiesta per la verità e la giustizia” promosso dall’Associazione Amici di Roberto Morrione, insieme ad Articolo 21 e Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Presente anche il Presidente della Camera, Roberto Fico. “Restano ancora troppi gli interrogativi e le zone d’ombra; troppi i sospetti di depistaggi, errori, complicità ed omissioni nelle indagini” sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, gli inviati Rai uccisi in Somalia 25 anni fa – ha dichiarato durante la commemorazione a Montecitorio – “La Camera ha inteso contribuire alla ricerca della verità avviando, nel corso della XVII legislatura, le procedure di declassificazione di documenti formati ed acquisiti dalla Commissione d’inchiesta Ilaria Alpi istituita nella XIV legislatura”, aggiunge Fico. Venerdì 22 la serata “La verità non muore. A 25 anni dall’omicidio di Ilaria e Miran” al WeGil, a Roma, promossa dall’associazione Amici di Roberto Morrione in collaborazione con Articolo 21, FNSI, Ordine dei Giornalisti, UsigRai. Con musica, parole e immagini verranno ripercorsi questi lunghi 25 anni e ricordati Luciana e Giorgio Alpi. Interverranno, fra gli altri, Raffaele Lorusso, segretario Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Mariangela Gritta Grainer, Federica Sciarelli, Maurizio Torrealta, Luciano Scalettari, Chiara Cazzaniga, Bianca Berlinguer e Giuseppe Giulietti. Mauro Biani ravviverà con le sue tavole il ricordo di Ilaria e Miran. L’attore Vittorio Viviani reciterà Io so di Pasolini, mentre la lettura del testo di Aldo Nove Io, la verità, parlo è affidata all’attrice Carla Chiarelli. Scenografia di Marco Catalani e fotografie di Paola Gennari Santori. Il contributo musicale è a cura di Nicola Alesini, Patrizia Bovi, Paolo Fresu, del gruppo folk rock The Gang e della Scraps Orchestra. Durante la serata verrà proiettato un video su Giorgio Alpi di Ferdinando Vicentini Orgnani, con testo di Marcello Fois, musiche di Paolo Fresu, voce di Omero Antonutti.

Category: Editoriali, Guardare indietro per guardare avanti

About Redazione: Alla Redazione operativa e a quella allargata di Inchiesta partecipano: Mario Agostinelli, Bruno Amoroso, Laura Balbo, Luciano Berselli, Eloisa Betti, Roberto Bianco, Franca Bimbi, Loris Campetti, Saveria Capecchi, Simonetta Capecchi, Vittorio Capecchi, Carla Caprioli, Sergio Caserta, Tommaso Cerusici, Francesco Ciafaloni, Alberto Cini, Barbara Cologna, Laura Corradi, Chiara Cretella, Amina Crisma, Aulo Crisma, Roberto Dall'Olio, Vilmo Ferri, Barbara Floridia, Maria Fogliaro, Andrea Gallina, Massimiliano Geraci, Ivan Franceschini, Franco di Giangirolamo, Bruno Giorgini, Bruno Maggi, Maurizio Matteuzzi, Donata Meneghelli, Marina Montella, Giovanni Mottura, Oliva Novello, Riccardo Petrella, Gabriele Polo, Enrico Pugliese, Emilio Rebecchi, Enrico Rebeggiani, Tiziano Rinaldini, Nello Rubattu, Gino Rubini, Gianni Scaltriti, Maurizio Scarpari, Angiolo Tavanti, Marco Trotta, Gian Luca Valentini, Luigi Zanolio.

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