Rete Primo Marzo: 18 Dicembre giornata mondiale di chi emigra e/o chiede asilo politico
Diffondiamo insieme a Il manifesto Bologna del 5 dicembre 2024. Stiamo assistendo a una nuova aggressione nei confronti dei migranti, sempre indicati come male supremo del paese. Abbiamo assistito allibiti alla rivolta del quartiere Tor Sapienza dove un centro per richiedenti asilo è divenuto valvola di sfogo per le frustrazioni e la mala gestione che da anni molta parte di quegli abitanti vive. Stiamo assistendo con sempre maggior disagio e fastidio al rifiuto da parte di paesi e piccole città all’arrivo dei profughi, rigetto che spesso viene esibito da cittadini sorridenti che si mettono in posa per il giornale locale con lo striscione in mano. Al solito i Rom diventano facile bersaglio, ed emblematico è stata il caso show messo in piedi dalla Lega a Bologna per portare avanti la sua campagna elettorale. E purtroppo abbiamo visto come questi argomenti abbiano avuto un immediato riscontro sull’elettorato.
Serve invece una reazione forte contro chi strumentalizza i migranti per fini elettorali. Non vogliamo e non possiamo permetterci di assistere ancora inermi al ritorno al razzismo come risposta al disagio sociale. Non è questa la società in cui vogliamo e crediamo sia possibile vivere. Per questo il 18 dicembre torneremo a mobilitarci, nelle piazze nelle strade, nelle scuole o in qualsiasi luogo lo si ritenga opportuno. Sarà l’occasione per dire che nessuno può violare la dignità degli altri, che non ci sono persone indesiderabili, che siamo per l’accoglienza, per pari diritti di italiani e migranti e per la libertà di circolazione e di stabilire dove si desidera la propria dimora.
Torneremo a ribadire che nessun essere umano può essere limitato nella sua libertà per l’assenza di un documento, ritorneremo a dire NO ai Cie. Non è una questione di tempi di trattenimento vanno solo chiusi. Chiediamo alla società civile che si facciano portavoce per un cambiamenti legislativo affinché nessun essere umano sia considerato illegale. Chiediamo che a tutti i migranti venga rilasciato un permesso di soggiorno europeo.Chiediamo che venga rispettata la libertà di movimento, di scelta e di restare in un determinato territorio e tutelati i diritti fondamentali.
Il 18 dicembre mobilitiamoci tutti e condividiamo le mobilitazioni.
Storia delle Rete Primo Marzo
da www.primomarzo2010.blogspot.it
Il Primo Marzo è un progetto di partecipazione dal basso impegnato nella lotta al razzismo e nella difesa dei diritti umani. E’ formato da una rete di comitati territoriali.
Portavoce della rete è Elisa Cesan.
Un po’ di storia…
Il Primo Marzo “nasce” il 29 novembre del 2009, gemellato con la francese Journée sans immigrés, per iniziativa di quattro donne, due bianche e due nere: Nelly Diop, Daimarely Quintero, Stefania Ragusa, Cristina Seynabou Sebastiani. Dotato in partenza di un’anima orgogliosamente meticcia, da subito ha riunito italiani, migranti, seconde generazioni: tutti accomunati dal rifiuto del razzismo e della cultura dell’esclusione. Le premesse e le aspirazioni del movimento si ritrovano nel manifesto programmatico che è stato il nostro primo atto pubblico.
La mobilitazione ha toccato oltre 60 città e hanno partecipato a quella giornata più di 300mila persone. In molte città lavoratori italiani e migranti hanno scelto di scioperare insieme.
Dopo questa esperienza più che positiva, buona parte dei comitati ha continuato a operare sul territorio e sono stati fatti vari incontri per approfondire le tematiche, migliorare l’organizzazione e definire ulteriormente gli obiettivi.
L’appello per il Primo Marzo 2011, dedicato alla memoria di Noureddine Adane e alle rivoluzioni del Nord Africa, è frutto di questo lavoro di collaborazione e scambio. Di seguito il testo completo:
«Lo scorso Primo Marzo oltre 300mila persone si sono mobilitate in tutta Italia per dire no al razzismo, alla legge Bossi-Fini, al pacchetto sicurezza, ai CIE e sì a una società multiculturale e più giusta. In molte città lavoratori italiani e migranti hanno scelto di scioperare insieme, uniti dalla consapevolezza che il razzismo istituzionalizzato (in spregio alla nostra Costituzione oltre che al diritto internazionale e alla normativa europea), le politiche di esclusione, lo sfruttamento del lavoro, le violazioni dei diritti sono tasselli di un’unica strategia repressiva che, a partire dai più deboli e inermi, aspira a colpire tutti e a imporre la precarietà come orizzonte di vita.
– per contrastare il lavoro nero e lo sfruttamento dei lavoratori migranti: rivendichiamo l’applicazione e l’estensione dell’articolo 18 del testo unico sull’immigrazione come tutela per tutti i lavoratori che denunceranno di essere stati costretti all’irregolarità del lavoro
– l’abrogazione del reato di clandestinità e del pacchetto sicurezza che già oggi rappresentano provvedimenti fuori legge perché in netta contrapposizione con la direttiva europea sui rimpatri;
– l’abolizione del permesso di soggiorno a punti e l’attivazione di misure, anche di tipo economico, atte a garantire il diritto ad apprendere l’italiano e a studiare;
– la chiusura dei CIE;
– una regolarizzazione che sia una soluzione reale e rispettosa dei diritti umani e della dignità delle persone per le vittime della sanatoria truffa;
– il passaggio dal concetto di ius sanguinis a quello di ius soli come cardine per il riconoscimento della cittadinanza e una legge che garantisca l’esercizio della piena cittadinanza a chi nasce e cresce in Italia,
– il riconoscimento del diritto di scegliere dove vivere e stabilire la propria residenza, diritto quanto mai fondamentale in un’epoca come quella che stiamo attraversando in cui tutti siamo potenziali migranti;
– una legge organica e adeguata per la tutela dei rifugiati e dei richiedenti asilo.
Category: Economia, Migrazioni, Osservatorio Europa