Luciano Gallino: Contro il neoliberismo e a favore dell’Olivetti di Adriano
Oggi, domenica 8 novembre 2015, è morto a 88 anni l’amico Luciano Gallino. I suoi libri e articoli hanno descritto le trasformazioni del mondo del lavoro e dell’economia esprimendo due posizioni esplicite: contro il neoliberismo e contro il modello Marchionne [anche il suo ultimo libro Il denaro, il debito e la doppia crisi spiegati ai nostri nipoti, Torino Einaudi, 2015 , è in questa direzione]. Ho tre ricordi di Luciano di molti anni fa che esprimono alcune sue caratteristiche che me lo fanno ricordare con un grande rimpianto: gentilezza. curiosità. precisione, valori di sinistra, ironia affettuosa. Ho pubblicato su www. inchiesta on line trenta suoi interventi in tre anni [sono raggruppati in questa rivista nel Dossier Luciano Gallino e la rivista Inchiesta]. E’ veramente con dolore che mi rendo conto che non ci saranno più suoi nuovi articoli da diffondere.
Prima caratteristica: gentilezza, curiosità, precisione.
Incontro Gallino-Capecchi (1963)
Capecchi si era laureato nel 1961 alla Bocconi con una tesi di sociologia matematica (“La mobilità sociale come processo stocastico”) con Pagani e Brambilla [Brambilla aveva visto in Capecchi matricola e primo esame alla Bocconi con lui “la passione per la matematica” e aveva deciso di formare lui e altri due ragazzini con lezioni extra settimanali perché potessero diventare suoi assistenti] ed era in una delle sue ricorrenti fasi di innamoramento per i modelli matematici. Aveva scritto un lungo testo sull’analisi della struttura latente e Gallino era allora redattore capo di Quaderni di Sociologia. Ricevuto il manoscritto Gallino venne da Torino a Milano a casa di Capecchi per discuterlo in dettaglio. L’incontro durato un’intera mattina vide soprattutto un Capecchi stupito che Gallino fosse venuto da lui e avesse letto con attenzione tutto il suo lungo articolo [verrà pubblicato in due puntate au Quaderni di sociologia nel 1964 e nel 1965] proponendogli cambiamenti per renderlo più chiaro.
Seconda caratteristica: una scelta di campo di sinistra basata su i valori della Olivetti di Adriano.
Incontri Gallino-Capecchi (1965)
La tesi in sociologia matematica porta Capecchi a conoscere Lazarsfeld prima in un seminario da lui organizzato a Gosing in Austria e poi a New York alla Columbia University. Questa tesi e articoli come quelli prima ricordati permettono a Capecchi di ricevere (da porte dell’ingegner Milani dell’Olivetti di Ivrea) una borsa di ricercatore jr da utilizzare al Centro di Psicologia dell’Olivetti coordinato scientificamente da Cesare Musatti con all’interno gli psicologi Renato Rozzi e Francesco Novara. La data del 1965 è indicativa nel periodo trascorso da Capecchi all’Olivetti perché viene fatto partecipare alle diverse fasi della Indagine sulle presse di seconda generazione che esce come manoscritto il 15 ottobre 1965. All’Olivetti, nello stesso periodo, Gallino dal 1960 al 1971, ricoprì la carica di direttore del Servizio di Ricerche Sociologiche e di Studi sull’organizzazione (SRSSO). L’esperienza all’Olivetti è stata importantissima sia per Gallino che per Capecchi:
Come ha scritto Gallino [ L’impresa responsabile. Una intervista su Adriano Olivetti,Edizioni di Comunità, Milano, 2001]
“Adriano Olivetti pensava che l’impresa dovesse produrre ricchezza; creare occupazione; diffondere sul territorio, nelle comunità, nei paesi, nei luoghi circostanti, i frutti del lavoro, i risultati del successo conseguito sul mercati. Credeva, in altre parole, che l’impresa dovesse ridistribuire gran parte dei profitti, facendoli ricadere per diverse vie sulla comunità circostante; e ciò non soltanto nella forma di più alti salari, bensì promovendo attraverso diversi canali lo sviluppo locale. (..) Egli pretendeva, niente meno, che l’impresa diffondesse dovunque, attorno alle sue sedi, anche cultura. Pretendeva che l’impresa diffondesse attorno a se bellezza, valori estetici, armonia di forme. A tal fine ha arruolato i migliori architetti e urbanisti dell’epoca per costruire strutture di alto valore architettonico: stabilimenti industriali, sedi di filiali e consociate in Italia e nel mondo ma anche edifici per servizi sociali, asili nido, case destinate ai lavoratori, colonie per i figli dei dipendenti, centri culturali, biblioteche.”
Terza caratteristica: un’ironia molto affettuosa.
Incontro Gallino-Capecchi (1971)
Gallino e Capecchi si incontrano nel Convegno La crisi del metodo sociologico organizzato a Torino il 7-9 maggio 1971 [gli atti del convegno saranno pubblicati a cura di Pietro Rossi con il titolo Ricerca sociologica e ruolo del sociologo, Il Mulino, Bologna 1972]. Capecchi ha fondato nel 1966 la rivista di modelli matematici in inglese Quality and Quantity [oggi edita da Springer Olanda] e ha curato con una lunga introduzione il volume di P. F. Lazarsfeld Metodologia e ricerca sociologica , Il Mulino, Bologna 1967. A New York (alla Columbia University) Capecchi ha scoperto oltre alla passione per i modelli matematici anche quella per la Radical Sociology e nel 1971 è iniziata non solo la sua collaborazione alla FLM di Bologna (con Claudio Sabattini) ma è anche uscito nel 1971 il primo numero di Inchiesta di cui è direttore. Il suo intervento al convegno di metodologia di Torino oscilla tra le sue due diverse passioni (i modelli matematici e la sociologia come arma di combattimento) senza trovare un punto di equilibrio; un intervento tutto a favore della seconda passione. La risposta di Gallino all’intervento di Capecchi è oggi ricordata da Capecchi con nostalgia: Gallino fece una diagnosi precisa dell’intervento di Capecchi ma espresse nei suoi confronti un’ironia molto affettuosa.
Category: Economia, Editoriali, Luciano Gallino e la rivista "Inchiesta"