Giordano Sivini: Marchionne e gli Agnelli compagni di rendite
E’ uscito il libro Marchionne e gli Agnelli compagni di rendite scritto da Giordano Sivini, collaboratore di Inchiesta, pubblicato da Stampa Alternativa. L’autore ne fa qui una sintesi
“Una casa automobilistica non deve cessare di investire su nuovi prodotti, altrimenti finisce in una lenta agonia”. E’ quello che sta facendo Marchionne, impegnato con gli Agnelli a non rischiare nemmeno un euro sull’auto, dopo che Umberto nei primi anni 2000 ne aveva messo in pericolo il patrimonio per risanare la Fiat.
Maria Sole, la sorella superstite di Gianni e Umberto Agnelli, dice: “Una Fiat senza Sergio Marchionne? Dio ce ne guardi e liberi. Possiamo pensare di non averlo? E’ lui che ha questo nuovo modo di fare industria”. Marchionne piace perché non rischia, sfrutta la forza lavoro e distribuisce dividendi.
Maria Sole è un socio importante della cupola finanziaria che controlla l’impero Fiat. Possiede un discreto pacchetto di azioni della Accomandita Giovanni Agnelli e Co., che ha il controllo di Exor, la finanziaria che drena dividendi da tutte le imprese dell’impero. L’Accomandita è a sua volta controllata da Dicembre, una società semplice in mano a John Elkann, che perciò presiede tutte le strutture societarie, finanziarie e industriali, ad eccezione di Fiat Industrial e di Chrysler di cui è presidente Marchionne. Le azioni dell’Accomandita danno annualmente interessi tra l’8 e il 16 per cento del loro valore nominale. E’ denaro sottratto agli investimenti produttivi, bruciato in consumi dalla settantina di discendenti del capostipite Giovanni Agnelli che detengono le azioni.
La notorietà di Marchionne ha origine nei due miliardi di dollari ottenuti da General Motors per la rinuncia all’acquisto di Fiat, e nel lancio, nei primi anni, di modelli già in cantiere con Umberto Agnelli. Poi la crisi del mercato automobilistico ha ridotto i flussi di cassa di Fiat, e Marchionne si è concentrato sulla ricerca di soluzioni per riposizionare la società. Gli è andata bene con Chrysler, barattata contro tecnologia. Ma Chrysler ancora non dà dividendi. Quelli che la Famiglia si attende le sono assicurati dallo scorporo delle attività industriali da quelle dell’auto. Dal punto di vista della distribuzione dei dividendi, Fiat Industrial è una good company, mentre Fiat Group Automobiles è diventata la bad company.
Marchionne è in attesa di portare la Chrysler sul mercato europeo passando sulle ceneri di Fiat, ma sposta l’obiettivo sempre avanti nel tempo. Intanto emergono elementi di criticità nel l’azienda statunitense, e in Italia gli operai sono costretti ad alternare cassa integrazione e ritmi esasperanti di lavoro.
Scavando in una mole di documenti ho cercato di fare analisi aggiornate, puntuali e obiettive. Riguardano i rapporti tra la cupola finanziaria Agnelli e il suo sistema industriale, le rendite di Marchionne non più legate ai risultati aziendali di Fiat, le modalità dell’appropriazione della Chrysler, il comportamento del sindacato americano, le condizioni di lavoro negli stabilimenti automobilistici negli Stati Uniti e in Italia. Se, dopo aver letto “Compagni di rendite”, avrete osservazioni, suggerimenti, critiche e proposte, vedrò di rispondere a tutti. (giordano.sivini@gmail.com)
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