Bruno Amoroso: Renzi non conta nulla, per questo lo hanno messo in sella.

| 13 Settembre 2014 | Comments (0)

 

 

Diffondiamo da Huffington post del 13 settembre 2014 questa intervista di Carlo Patrignani a Buno Amoroso

 

La Bce nutre dubbi sulle possibilità del governo italiano di centrare l’obiettivo di un deficit di bilancio pari al 2,6% del Pil nel 2014, misura indispensabile per assicurare l’applicazione del Patto di stabilità e di crescita. Da ciò il sollecito, al governo italiano, a fare le riforme per ridurre il deficit di bilancio: ma di Renzi pare non fidarsi troppo.

Matteo Renzi? Non conta nulla: per questo lo hanno messo in sella” chiosa l’economista Bruno Amoroso  , alla luce del forfait di Renzi al summit di Cernobbio che ha fatto capire “chi sono i padroni d’Europa (Marchionne e soci, Visco e Padoan) e i loro cortigiani e sicari bruciati in precedenti esperienze di governo (Monti, Prodi). Ora sappiamo quale inferno si prepara per i lavoratori e i ceti medi dal prossimo autunno“.

Quanto ai dubbi della Bce sul governo italiano, Amoroso è quasi divertito: la linea della Bce è quella governata da Mario Draghi, il rappresentante di fiducia della finanza statunitense e internazionale.

Dopo l’introduzione del patto di stabilità che è servito a imporre agli Stati europei regole di mercato che hanno sostituito il principio della concorrenza a favore delle transnazionali, a quello del welfare a favore dei sistemi produttivi nazionali e locali, si è attivato il pilota automatico, come espressamente detto da Draghi, nota Amoroso, per il quale il successo di queste politiche nel generare nuove forme di povertà e miseria e l’aggravamento di quelle esistenti, è ampiamente dimostrato e smentisce le sciocchezze ripetute che la globalizzazione avrebbe fatto emergere dalla miseria milioni di persone

L’economista italiano da anni in Danimarca, ricorda che l’attuale miseria è dovuta alla crisi finanziaria del 2008 che definisce il furto dei risparmi di milioni di persone attuato con la complicità dei sistemi bancari e finanziari.

Anziché procedere al recupero di questi capitali e al disarmo della finanza con vere riforme del settore, si è messa in atto quella che Amoroso chiama la campagna di distrazione di massa delle riforme del settore pubblico, del mercato del lavoro e dell’istruzione: misure ovvie di riorganizzazione di uno stato moderno, generalmente affrontabili con una buona scuola della pubblica amministrazione, sono state presentate in termini di sprechi e tagli lineari sui redditi dei cittadini.

La terza tappa del pilota automatico è la realizzazione dell’unione bancaria, preparata scrupolosamente con l’obbligatorietà dei conti bancari per tutti, il trasferimento alla Agenzia delle entrate di tutte le informazioni sui conti, bancari, la direttiva Barnier dell’Ue che vieta a stati e Bce di salvare le banche in fallimento, imponendo, continua Amoroso, il prelievo forzato dai conti bancari.

Predisposto questo dispositivo diabolico di rapina dei risparmi, aggiunge, la Bce ha avviato le ispezioni a tutte le banche europee per verificane la solidità e rentabilità: queste servono a riciclare mediante fusioni tra banche europee i titoli spazzatura di cui le banche sono in possesso facendone pagare i costi ai risparmiatori e, infine a falciare quello che resta del sistema del credito nazionale abolendo quella anomalia che per la finanza è rappresentata dalle Banche di credito popolare e cooperative. Riportati i sistemi di welfare allo “stato minimo” con misure di equilibrio di bilancio (licenziamento diretto e indiretto di oltre un quarto degli statali, abolizione delle forme di integrazione sociale del reddito e ammortizzatori sociali, tagli alle pensioni) e centralizzato il controllo sui capitali e i risparmi, sarà possibile garantire la continuazione del sistema di privilegi in vigore e finanziarie le costose guerre necessarie alla difesa del sistema dei valori occidentali su cui questi si reggono.

Insomma, conclude Amoroso, Renzi non conta nulla, e per questo lo hanno messo in sella. Qualche parola di troppo in quella sede, a cui è solito non per coraggio ma per innata arroganza toscana, poteva compromettere la durata dei “mille giorni” del governo. La sua inesperienza servirà a convincere tutti che il ronzino Italia non è addomesticabile e che quindi restano solo le frustate.

 

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Category: Economia, Osservatorio Europa

About Bruno Amoroso: Bruno Amoroso (1936) si è laureato in economia all'Università La Sapienza di Roma, sotto la guida di Federico Caffè. Negli anni dal 1970 al 1972 è stato ricercatore e docente all'Università di Copenhagen. Dal 1972 al 2007 ha insegnato all'Università di Roskilde, in Danimarca, dove ha ricoperto la cattedra Jean Monnet, presso la quale è professore emerito. Amoroso è docente all'International University di Hanoi, nel Vietnam. È stato visiting professor in vari atenei, tra cui l'Università della Calabria, la Sapienza di Roma, l'Atılım Üniversitesi di Ankara, l'Università di Bari. È presidente del Centro studi Federico Caffè dell'Università di Roskilde ed è condirettore della rivista italo-canadese Interculture. È membro del consiglio di amministrazione del FEMISE-Forum Euroméditerranéen des Instituts de Sciences Économiques, e coordinatore del comitato scientifico dell'italiana Fondazione per l'internazionalizzazione dell'impresa sociale (Italy). Fa parte, inoltre, del comitato scientifico FLARE Network (Freedom, Legality and Rights in Europe), la rete internazionale per la lotta alla criminalità e alla corruzione; è membro ed esperto di DIESIS (Bruxelles) organizzazione non profit dedicata allo sviluppo dell'economia sociale, nelle forme cooperative, di impresa sociale, e di impresa autogestita dai lavoratori, attraverso attività di supporto, consulenza e valutazione dei progetti. È decano della Facoltà di Mondiality, all'Università del Bene comune (Bruxelles-Roskilde-Roma), fondata da Riccardo Petrella; è membro del comitato scientifico del progetto WISE dell'Unione europea, ed è stato direttore del Progetto Mediterraneo promosso dal CNEL (1991–2001). Tra i suoi ultimi libri in italiano: Il "mezzogiorno" d'Europa. Il Sud Italia, la Germania dell'Est e la Polonia Orientale nel contesto europeo, (a cura di) (Diabasis, 2011); Euro in bilico (Castelvecchi, 2011); Per il bene comune. Dallo stato del benessere alla società del benessere (Diabasis, 2010); Il Mediterraneo: incontro di culture (con Mario Alcaro e Giuseppe Cacciatore), (Aracne, 2007); Persone e comunità. Gli attori del cambiamento, (con Sergio Gomez y Paloma) (Dedalo, 2007); La stanza rossa. Riflessioni scandinave di Federico Caffè (Città Aperta, 2004); Europa e Mediterraneo. Le sfide del futuro (Dedalo editore); L'apartheid globale. Globalizzazione, marginalizzazione economica, destabilizzazione politica (Edizioni Lavoro, 1999); Il pianeta unico. Processi di globalizzazione (con Noam Chomsky e Salvo Vaccaro) (Eleuthera, 1999).

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