Amina Crisma: L’imprenditoria contestata. Migranti cinesi nei distretti industriali italiani

| 18 Aprile 2014 | Comments (0)

 

 

Pubblichiamo il resoconto scritto da Amina Crisma dell’incontro organizzato da Valore Lavoro il 15 aprile a Bologna che era stato annunciato da www.inchiestaonline.it il 7 aprile

La presenza di un’imprenditorialità cinese nel contesto dell’economia italiana costituisce un fenomeno dibattuto e controverso, a cui si imputano fra l’altro modalità particolarmente grevi di sfruttamento del lavoro, e che generalmente viene recepita e rappresentata nei termini di un impenetrabile “recinto etnico”. Negli ultimi decenni essa ha conosciuto cospicui sviluppi soprattutto nei settori  dell’abbigliamento (segnatamente del pronto moda), del tessile e della pelletteria. Ma qual è il ruolo effettivo degli imprenditori cinesi nei distretti industriali italiani, e qual è, in particolare,  nella discussa realtà di Prato? Quali sono le modalità effettive di organizzazione e di produzione delle aziende cinesi presenti sul nostro territorio? Su questo tema martedì 15 aprile si è tenuto al Café de la Paix di Bologna l’incontro con cui valorelavoro ha aperto un vasto programma di iniziative volte ad esplorare il mondo multiforme dell’immigrazione cinese.

Lo ha presentato Amina Crisma, curatrice dell’Osservatorio Cina, sottolineando l’esigenza di introdurre nel dibattito pubblico gli importanti contributi provenienti dal mondo della ricerca, e di contrapporre un’articolata riflessione al preoccupante clima di xenofobia che appare sempre più diffuso nel nostro Paese, dove i discorsi demagogici, soprattutto in campagna elettorale, tendono sistematicamente a rovesciare sugli stranieri in genere e sui cinesi in particolare rabbie  e paure generate dalla crisi.

La protagonista dell’incontro, Antonella Ceccagno, esperta della diaspora cinese a cui ha dedicato molti studi rilevanti e docente di Sociologia dei Paesi asiatici e di Lingua e Linguistica cinese all’Alma Mater, ha incentrato il suo discorso – che diverrà fra poco un approfondito saggio sulla rivista Inchiesta – su un’analisi strutturale, ponendo in luce gli elementi specifici risultati decisivi nel determinare i vantaggi competitivi dell’imprenditoria cinese nel quadro dei nostri distretti industriali.

Si tratta, in particolare, di un’elevata flessibilità del lavoro e della ben nota identificazione dello spazio lavorativo e abitativo, che viene deprecata a gran voce a livello mediatico, per qualche breve giorno, quando si verificano terribili tragedie come la strage del primo dicembre scorso (l’incendio del laboratorio in Via Toscana, nel quartiere Macrolotto di Prato, in cui hanno perso la vita sette persone, e altre due sono rimaste gravemente ferite), ma di cui si finge ipocritamente di ignorare la spietata funzionalità produttiva, nell’ambito dell’attuale sistema industriale.

Sono precisamente tali caratteristiche a fare dei cinesi dei terzisti perfetti, capaci di rispondere prontamente a ogni mutevole esigenza del mercato. La forte ostilità che essi incontrano a Prato è ascrivibile al fatto che in tale situazione specifica le aziende cinesi sono divenute produttrici finali del pronto moda, assumendo un controllo della filiera che si avvale anche di relazioni transnazionali, e che si configura come un fenomeno davvero inedito.

Nel dibattito, che è stato accompagnato dalla proiezione di un servizio fotografico  sulla vita dei cinesi a Prato realizzato, appositamente per quest’occasione, da Franco Tavanti, sono intervenuti i sociologi Giovanni Mottura e Vittorio Capecchi, direttore di Inchiesta (www.inchiestsonline.it). Mottura, docente per molti anni all’Università di Modena, esperto di problemi dell’immigrazione, è stato fra l’altro direttore della struttura del comune di Bologna per l’integrazione delle persone immigrate, poi chiusa da Guazzaloca. Per quella struttura Capecchi dirigeva la rivista La società multietnica, dove è stata pubblicata nel ‘98 un’importante ricerca su “Lavoro e formazione professionale nelle diverse comunità etniche a Bologna”. Mottura ha sottolineato l’esigenza di ripensare la nozione di “distretto industriale”, a fronte dei mutamenti in direzione dell’internazionalizzazione dei processi produttivi che l’esempio di Prato evidenzia in maniera eclatante. Capecchi, nella sua veste di direttore della rivista di modelli matematici per le scienze sociali Quality and Quantity, i cui autori e lettori sono prevalentemente asiatici, ha evidenziato la rilevanza dell’interesse per l’innovazione tecnologica fra le giovani generazioni cinesi.

Un aspetto particolarmente significativo dell’incontro è stato la qualificata presenza di giovani: la studentessa del corso di laurea in Lingue, Mercati, Culture dell’Asia Juan Chin, a cui va il nostro speciale ringraziamento per essersi fatta tramite degli inviti al dibattito, la dottoranda in Scienze della Formazione Qin Yuan, che sta effettuando un’interessante ricerca sulla seconda generazione, e il presidente di Associna di Bologna Wen-Long Sun, che si sta laureando in ingegneria informatica, e che ha dichiarato la sua disponibilità a collaborare ai nostri programmi.

Li ringraziamo per il fattivo contributo alla discussione, e auspichiamo di realizzare con loro una collaborazione produttiva, nella convinzione che potranno assumere il ruolo di mediatori fra la comunità cinese e la città; ed è proprio a loro, alle loro esperienze e ai loro progetti, che ci piacerebbe dar voce e spazio, in una delle nostre prossime iniziative.

 

 

 

 

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Category: Economia, Osservatorio Cina

About Amina Crisma: Amina Crisma ha studiato all’Università di Venezia conseguendovi le lauree in Filosofia, in Lingua e Letteratura Cinese, e il PhD in Studi sull’Asia Orientale. Insegna Filosofie dell’Asia Orientale all’Università di Bologna; ha insegnato Sinologia e Storia delle religioni della Cina alle Università di Padova e di Urbino. Fa parte dell’Associazione Italiana Studi Cinesi (AISC) e, come socia aggregata, del Coordinamento Teologhe Italiane (CTI). Ha conseguito l’abilitazione scientifica nazionale a professore di seconda fascia per l’insegnamento di Culture dell’Asia. Tra le sue pubblicazioni: Il Cielo, gli uomini (Venezia 2000); Conflitto e armonia nel pensiero cinese (Padova 2004); Neiye, Il Tao dell'armonia interiore (Garzanti, Milano 2015), Confucianesimo e taoismo (EMI, Bologna 2016), Meditazione taoista (RCS Milano 2020). Ha contribuito a varie opere collettanee quali La Cina (Torino 2009), Per una filosofia interculturale (Milano 2008), Réformes (Berlin 2007), In the Image of God (Berlin 2010), Dizionario del sapere storico-religioso del Novecento (Bologna 2010), Confucio re senza corona (Milano 2011), Le graphie della cicogna: la scrittura delle donne come ri-velazione (Padova 2012), Pensare il Sé a Oriente e a Occidente (Milano 2012), La diversità feconda, dialogo etico fra religioni (Bologna 2021). Fra le riviste a cui collabora, oltre a Inchiesta, vi sono Asiatica Venetiana, Cosmopolis, Giornale Critico di Storia delle Idee, Ėtudes interculturelles, Mediterranean Journal of Human Rights, Prometeo, Paradoxa, Parolechiave, Sinosfere. Fra le sue traduzioni e curatele, la Storia del pensiero cinese di A. Cheng (Torino 2000), La via della bellezza di Li Zehou (Torino 2004), Grecia e Cina di G.E.R. Lloyd (Milano 2008). Tra i suoi saggi: Il confucianesimo: essenza della sinità o costruzione interculturale?(Prometeo 119, 2012), Attualità di Mencio (Inchiesta online 2013), Passato e presente nella Cina d’oggi (Inchiesta 181, 2013), Taoismo, confucianesimo e questione di genere nelle ricerche e nei dibattiti contemporanei (2014), La Cina su Inchiesta (Inchiesta 210/2020), Quale ruolo per la Cina nello spazio pubblico? fragore di silenzi e clamore di grandi narrazioni (Sinosfere 14 marzo 2021). I suoi ambiti di ricerca sono: il confucianesimo classico e contemporaneo, le fonti taoiste, le relazioni interculturali Cina/Occidente, il rapporto passato/presente, tradizione/modernità nella Cina d’oggi, i diritti umani e le minoranze in Cina, le culture della diaspora cinese, le questioni di genere nelle tradizioni del pensiero cinese. Ha partecipato a vari convegni internazionali sul dialogo interculturale e interreligioso promossi dalle Chaires UNESCO for Religious Pluralism and Peace di Bologna, di Tunisi, di Lione, dalla Konrad Adenauer Stiftung di Amman, da Religions for Peace, dalla Fondazione Scienze Religiose di Bologna. Coordina l’Osservatorio Cina di Inchiesta e di valorelavoro ( www.valorelavoro.com ). Cv dettagliato con elenco completo delle pubblicazioni: al sito web docente www.unibo.it

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