Carla Cantone: Ricordare Claudio Sabattini come SPI

| 5 Aprile 2013 | Comments (0)

 

 

 


10. Pubblichiamo integralmente gli atti del seminario C’è un futuro per il sindacato? Quale futuro? organizzato dalla Fondazione Claudio Sabattini e tenuto a Roma il 5 aprile 2013. La numerazione degli interventi corrisponde all’ordine in cui sono stati fatti.

 

Un saluto a tutti e poche cose, semplici, ma le voglio dire.

Claudio Sabattini è scomparso dieci anni fa, era il 3 Settembre, e oggi sarebbe un bel pensionato, della FIOM e dello SPI, così non faccio torto a nessuno. Visti i nostri trascorsi sarebbe sia di qui che di là e sarebbe certamente un sostenitore delle battaglie per la giustizia sociale che porta avanti lo SPI. Egli, pur continuando ad essere non un fiommista, ma il fiommista, avrebbe guardato lo SPI con rispetto e forse – voglio dirlo presuntuosamente, anzi sono sicura – allo SPI di oggi anche con un po’ di affetto, come ha cercato di dire sommessamente Polo.

Perché dico questo? Perché è lo SPI di questi tempi, dove sono arrivati tanti dirigenti, tanti militanti, tanti attivisti che sono stati operai, lavoratori e lavoratrici nelle aziende e nelle fabbriche, degli anni ’70 e ’80, che sono andati in pensione e che oggi arrivano allo SPI perché in pensione. Non tutti, ma questi sono i pensionati di oggi di questo SPI che è profondamente cambiato e, proprio per questo, la continuità della militanza, quindi la continuità di tante battaglie nel mondo del lavoro e nella società di giovani, di lavoratrici e lavoratori, di operai, dei sogni dei ragazzi e delle ragazze.

E’ la continuità della scelta di vita di questi ex operai, ex lavoratori, la scelta di vita che ti appassiona da giovani e che ti accompagna per tutto il cammino della vita. Quando una passione è forte, come la lotta per i diritti, per la dignità, per l’uguaglianza, la democrazia allora ti accompagna sempre perché queste passioni non ti lasciano mai, queste passioni non hanno un’età anagrafica, nascono da giovane e te le porti sempre dietro. Lo SPI che mi convince deve essere così: un’organizzazione sindacale di chi è entrato nell’età del pensionamento, ma che non rinuncia ad essere, come diciamo noi dello SPI, “sindacalmente attivi”.

Per Claudio le sue passioni, oltre alla centralità del lavoro, gli operai ed il loro protagonismo, ciò che ha detto a Maratea, ma non solo, basta leggere il libro di Polo, ma non solo, la documentazione della Fondazione che Tiziano spesso ci ricorda, dunque, le sue passioni erano anche valori molto cari a questo SPI, che vuole essere sindacalmente attivo, come i valori del welfare basati sull’equità e sulla giustizia sociale, come il rispetto della persona umana, come la tutela e la difesa di chi non è autosufficiente, oppure inabile, oppure troppo vecchio, ma continua per fortuna a vivere, il futuro dei giovani, che sono i figli ed i nipoti dei pensionati, degli anziani, il valore della contrattazione sociale.

Abbiamo avuto modo di fare anche un incontro tra la FIOM e lo SPI per parlare di questo pezzo di contrattazione, perché i lavoratori vanno difesi in fabbrica e tutelati sul territorio, un pezzo di ragionamento che faceva anche Francesco questa mattina: la difesa delle pensioni più povere e dei salari, quindi la redistribuzione della ricchezza perché c’è un aumento della povertà che avanza paurosamente ed il suicidio di tre persone, di questa mattina, è un dato terribile: un esodato con la moglie pensionata ed il fratello di lei, suicidato anche lui, nelle Marche. Questa è una lunga fila di morti che, dopo due giorni non si ricordano più.

Poi tutta la necessità di partecipazione che è un tratto importante dello SPI, che si lega alla sua idea di democrazia, all’idea di Sabattini. Lui diceva che la parola d’ordine doveva essere democrazia, che significava e significa che le donne e gli uomini devono avere la possibilità di poter decidere dei propri destini, il succo dell’intervento di Maurizio di questa mattina.

Per questo lui diceva e noi diciamo che hanno diritto a votare sui propri interessi, singoli e collettivi, in un momento in cui si tenta di sovrapporre la tutela individuale con la tutela collettiva, che non vanno separate, ma vanno tenute insieme perché c’è parità di diritto anche nel potersi esprimere sulla tutela collettiva e sulla tutela individuale. Partecipazione e democrazia, due parole importanti, uniche, perché la democrazia deve essere sostanziale, lui diceva: “Io condivido, perché deve permettere ad ognuno di contribuire, partecipando a costruire il presente ed il futuro”.

Noi dello SPI pensiamo che il diritto a contribuire o a costruire il presente ed anche il futuro non è legato all’età anagrafica, vale sempre, a qualsiasi età. E’ questo che ci tiene uniti, è una continuità della passione della militanza, provate a pensarlo qualcuno di voi – non tutti – che è più giovane di me.

Ma vale quando lavori, quando si studia, quando sei in pensione, vale sempre. La partecipazione e la democrazia non sono diritti, come dicevo prima, legati all’età anagrafica, questa categoria di pensionati, sindacalmente attiva, pensa che la partecipazione e la democrazia sia importante perché questa non vuole essere una categoria di figuranti e ognuno, che vuole capire, capisce.

E’ anche per questo che noi siamo vicini alle battaglie della FIOM, non per un calcolo freddo di chissà quale strategia, come ogni tanto sento stupidamente sussurrare. Infatti non è un caso che è la categoria più aggredita – e parlo della FIOM – dalla Destra, ed io prima ho spiegato che cosa vuol dire per noi trascinamento delle passioni, da giovani fino a quando sei avanti con l’età e dell’essere sindacalmente attivi e non figuranti, proprio perché non è un caso – dicevo – che siamo vicini alla FIOM perché è la categoria più aggredita dalla Destra, da Confindustria, dalla FIAT, non è un caso se alla FIOM viene impedito ogni tentativo di recuperare almeno un percorso unitario.

Ho usato apposta la parola “impedito” e spesso si tende a sottolineare che è la FIOM che non vuole ricercare un percorso unitario, ma noi dobbiamo avere l’onestà intellettuale anche quando la pensiamo diversamente, io non la pensavo sempre come Rinaldini, che avevo prima, ora mi avete dato Landini, non la pensiamo sempre allo stesso modo, ci mancherebbe altro!, ma il problema è quello di avere la possibilità di poter recuperare, non di essere impedito strategicamente, di voler recuperare anche un percorso unitario.

E non è un caso che in alcune potenti fabbriche metalmeccaniche c’è una vera discriminazione, pesante, verso gli iscritti ed i militanti della FIOM, una vera vergogna anticostituzionale. E’ una categoria che sta reggendo nella trincea più dura e merita il rispetto e l’aiuto sostanziale di tutto il mondo del lavoro. Questo è quello che pensa lo SPI. (applausi)

E noi a Maggio, una settimana prima della vostra manifestazione, saremo a Palermo per una nostra iniziativa/manifestazione nazionale, la manifestazione della nostra rivista e da lì esprimeremo tutte le preoccupazioni per i lavoratori ed i giovani e la vicinanza alle vostre battaglie, ma lo faremo anche – e non sapevo che parola trovare, mi è venuta in mente una parola che si usava al mio paese – “mescolandoci” con voi nella manifestazione del 18 Maggio, mescolandoci, mischiandoci, stando insieme. (applausi)

Questo mi dà l’idea di una vicinanza diversa dal dire: “Noi saremo presenti”, che è una frase fredda, invece mescolarci è un’idea – anche lì – della continuità della militanza, stare insieme, lo abbiamo sempre fatto, quindi saremo presenti.

C’è bisogno di alzare la testa, di un Sindacato che sappia ridare risposte alla richiesta di cambiamento, perché il risultato del voto – è stato detto questa mattina – parla anche a noi e, se non vogliamo essere travolti, non dobbiamo avere paura di dire con chiarezza la parola “cambiamento”. “rinnovamento” e di costruire una strategia che rilanci il ruolo del Sindacato, che è stato umiliato e mortificato in questi anni, altrimenti si rischia di brutto.

Qualcuno questa mattina diceva che si rischia di incontrare un crepaccio, rende bene l’idea, e noi la CGIL la dobbiamo difendere, dobbiamo difendere il suo ruolo, la sua confederalità e la sua storia, noi dobbiamo difendere la CGIL e lo si fa discutendo, scegliendo una strategia adatta al contesto politico ed al cambiamento in atto del mondo del lavoro e del modello di società.

Per questo la CGIL e tutto il Sindacato si deve attrezzare. E’ un errore non farlo ed è un errore non voler riconoscere che anche il Sindacato si deve interrogare e come lo deve fare, non riconoscerlo è sinonimo di debolezza, di paura di essere giudicati. Questo atteggiamento potrebbe essere, se ci fosse – e devo pesare bene le parole – di pura follia.

E’ tutto il Sindacato, quindi, che deve riconoscere la necessità di cambiamento, ma non riconoscerlo, trincerarsi e dire: “Tanto a me non tocca!”, è un errore gravissimo che tocca tutti, veramente tutti.

Io penso, quindi, che tutta la CGIL, tutte le sue strutture e le sue categorie, il suo gruppo dirigente deve contribuire ad affrontare il cambiamento e chiederlo anche a CISL e UIL, chiederlo – veniva detto questa mattina da Maurizio – anche al Sindacato europeo, per le cose che abbiamo sentito e vale per ciò che diceva Maurizio.

Cambiamento e organizzazione, confederalità ma anche strategia, quindi dire ad alta voce che oggi le emergenza sono almeno tre e non è la prima volta che le dico: il lavoro e le sue condizioni; la redistribuzione della ricchezza perché, come dicevo prima, paurosamente avanza la povertà ed i ricchi sono sempre più ricchi; le regole democratiche per la democrazia e per la rappresentanza.

Vi comunico, infine, che noi come SPI vogliamo ricordare Claudio come abbiamo fatto con alcuni “grandi” dell’organizzazione, grandi, importanti e amati dirigenti che sono scomparsi e Claudio fa parte di questo gruppo di dirigenti ai quali io penso. Allora vogliamo onorare il pensiero di Claudio Sabattini attraverso un volume, un libro che raccoglierà atti e testimonianze che parlano di lui, del suo pensiero ed anche della sua combattività, lo faremo chiedendo aiuto e collaborazione ai dirigenti che lo hanno conosciuto, alla Fondazione Claudio Sabattini, e Tiziano lo sa, ed alla FIOM.

Questo Volume verrà presentato a Settembre, in questa sala, Polo, che è stata importante per lui, hai ragione, lo presenteremo a Settembre, a 10 anni dalla sua scomparsa e, naturalmente, sarete tutti invitati. Buon lavoro.

 

Category: Fondazione Claudio Sabattini, Guardare indietro per guardare avanti

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