Maurizio Matteuzzi: Non aver paura di dare un voto a Tsipras e toglierlo al PD
Pubblichiamo la risposta di Maurizio Matteuzzi all’articolo di Giacomo Manzoli su La Repubblica Bologna del 16 maggio 2014
In ogni scelta umana c’è una componente di calcolo, e ce n’è una emotiva. E’ un luogo tipico della discussione epistemologica sull’intelligenza artificiale: al crescere della potenza deduttiva degli strumenti tecnologici, abbiano individuato definitivamente la via della replicazione dell’intelligenza, del cervello umano. C’è chi dice no. Dreyfus, ad esempio: la comprensione passa sempre e comunque attraverso una componente emotiva (vedi: What computers can’t do): la comprensione passa sempre anche per le emozioni, e non solo per il puro calcolo.
Ecco allora il dramma: voto utile, voto per vincere; o voto etico, per quel che, di dentro, sale nella mia coscienza, nei più reconditi e inconfessati anfratti del mio “io”, come voto “giusto”? Dilemma niente affatto banale, fino a dare sofferenza, oltre alla indecisione.
E la domanda tremenda, che ti viene fin da chi ti è più vicino è: ma perché per il tuo snobismo narcisistico voti Tsipras, e togli un voto al PD, che potrebbe vincere, anzi, auspicabilmente vincerà?
La questione dà sofferenza. Ma l’esito, come ogni buona idea, si dà le gambe da solo. Non mi interessa la sempre più evanescente differenza tra destro-liberisti e sinistro-liberisti; non ambisco, e lo dico di tutto cuore, ad andare ad “Amici”, perché altri “amici” mi dicano che mi hanno visto in TV. Vorrei, piuttosto, essere “io”; pensare quello che dico, e dire quello che penso. Banale ma rassicurante: ci si addormenta meglio.
L’articolo di Giacomo Manzoli del 16 maggio su Repubblica Bologna è accattivante (Gli elettori in contumacia del PD, pp. I e V), ancorché catalogabile nella ormai assai nutrita serie del genere “turiamoci il naso”. Viene da dire: abbiamo già visto, abbiamo già dato, abbiamo già turato di tutto. Un solo appunto, da amico: Giacomo, “la necessità di un grande partito di sinistra”, sacrosanta, davvero è riferibile al PD? Ad Alfano, alla Giannini delle “scuole paritetiche”, al rinforzo del precariato a vita? Uno mi spiegherà la differenza tra la Fornero, con Tremonti, magari, in tempo di saldi, anche con un “Monti” solo. E’ così che si vince? Ma che cosa, il diritto di firmare le stesse leggi?
Non è forse il momento di guardarsi allo specchio, e chiedersi “chi sono io, cosa c’entro io con questa gente?, cos’ho in comune con Alfano?”. Ecco, se io sono per la solidarietà, per la cultura, per un modello di crescita che si basi sulla “syn- pathia”, sul sentire comune, e non sulla sopraffazione, che cosa c’entro io con questa gente? Che vinca pure, evviva! Poi qualcuno mi insegnerà cosa cambia.
Sarò snob, narcisista, imbecille se volete; ma nel mio modello io credo, e penso di dovere essere “io”, e non un po’ io e un po’ un altro, quello della De Filippi ad esempio. Se non altro, non dovrò tapparmi niente, respirerò a pieni polmoni; soddisfazione impagabile, che solo chi vota secondo coscienza può provare.
Category: Elezioni europee 2014