Bruno Giorgini: Noi singoli ostinati di sinistra e la democrazia tecnocomunitaria del M5S

| 28 Marzo 2013 | Comments (0)

 

 

 

DOSSIER DOPO ELEZIONI 41
Qualcuno ha usato per il M5S la metafora dell’autobus, dove sono saliti soggetti e gruppi molto diversi tra loro, anche potenzialmente confliggenti, accomunati dalla protesta contro partiti, corruzione, costi della politica, nonchè dalla voglia di contare e/o partecipare in qualche modo alla cosa pubblica da cui si sentono completamente estromessi e espropriati. Molti dei passeggeri sono animati anche da un rifiuto crescente verso l’Europa, più precisamente l’Unione Europea, con BCE e FMI al seguito, e certamente l’egemonia tedesca con l’arcigna austerità fino alla miseria imposta dalla arcigna cancelliera Merkel ormai devastante, giustifica questa rivolta.

Diciamola così: di quest’Europa ademocratica se non antidemocratica, non se ne può più, e del pangermanesimo ancora meno. Infine moltissimi elettori prima orientati a votare PD, sono montati sull’autobus cinque stelle nell’ultima settimana per dare una lezione a un partito che non ha fatto una chiara scelta riformista di sinistra, ovvero non ha definito un programma rivolto a soddisfare innazitutto i bisogni sociali, scuola pensioni sanità reddito di cittadinanza equità fiscale, con un corpus di diritti del lavoro e del wellfare riconoscibile e fondamento del patto di convivenza. Bisogni  e diritti sociali che in un pensiero di sinistra vengono prima degli andamenti di Borsa e si definiscono in modo autonomo dal volere dei merca(n)ti, stando anche fisicamente al fianco delle popolazioni e dei lavoratori in lotta. Per esempio il PD ha una trave nell’occhio di cui forse nemmeno si rende conto, le sue sconsiderate posizioni a favore della TAV in Val Susa, quando l’assurdità dell’opera in tutti i sensi è ormai evidente, salvo per le cooperative come la CMC (cooperativa muratori cementisti) e altre, nonchè per i consorzi dei costruttori con relativi appalti, al seguito di “occupanti” truppe in armi.

Infine tutti i teorici dell’autobus, dimenticano o trascurano l’autentico terremoto sociale che emerge dal risultatato elettorale, cioè che quasi un giovane (tra i 18 e 24 anni) su due ha votato M5S, poco meno del  50%. E’ stato un movimento tellurico che ha fatto emergere una nuova placca tettonica sociale e politica con un cambiamento modo strutturale del paesaggio. Non si era mai visto in Italia un tale successo elettorale tra i giovani, nemmeno ai tempi d’oro del PCI. Comunque  questo autobus popolato da passeggeri i più vari ha una direzione ben precisa, viaggiando verso l’abbattimento del sistema/regime dei partiti, tutti a casa si sgola Grillo, senza violenza aggiunge a meno che… Da cui l’unica funzione dichiarata dei parlamentari “grillini”: aprire il parlamento come una scatola di tonno, ovvero essi aspirano in modo supremo alle cariche di controllo, quella di questore pare affascinarli, con le dirette in streaming, in nome del mito della trasparenza assoluta. Che tutto avvenga alla luce del sole proclamano, scordando che la luce del sole se lo si guarda diritto negli occhi abbaglia, mentre  come è ben noto il volume delle cose emerge alla vista dalla mescolanza di luce e ombra. Nel gulag, luogo supremo  della trasparenza totale, non a caso i detenuti cercano le zone d’ombra, cercano tutti i modi per tenersi fuori dal cono di luce del panopticon che vorrebbe spiarne persino i sogni. Laddove non c’è più diritto al segreto, non c’è più libertà. Oltre alla disciplina del controllo e della trasparenza via internet, lavoreranno affermano per approvare i loro punti programmatici, o anche invocano un loro governo, col 25% dei voti. Se no aspettando il fatidico 51%, che non è speranza delirante ma possibilità.

Lasciando perdere i dettagli, pure quelli più sgradevoli che non mancano come il turpiloquio e gli insulti usuali via blog, chiediamoci cosa “abbattere il sistema attuale dei partiti” significa per la nostra democrazia rappresentativa come è disegnata dalla Costituzione. Intanto i cittadini 5 stelle eletti pare abbiano in proprio definito un vincolo di mandato, la cui osservanza è controllata dal “capo politico del movimento” cioè Grillo, cui tra l’altro vanno denunciati gli eventuali “traditori”, laddove invece la Costituzione dice che “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. Insomma si introduce la disciplina di  (non) partito con puranche il centralismo democratico, quella regola di tradizione bolscevica secondo cui la minoranza deve adeguarsi alle decisioni della maggioranza, negando così in radice il diritto al dissenso. E, come ben si sa, una delle misure della democrazia è proprio la salvaguardia dei diritti delle minoranze. Quando viene  a cadere, la democrazia si incrina, e potrebbe distruggersi. Per dirla chiaramente, è preferibile un eletto al Parlamento senza vincolo di mandato, col rischio del cambio di casacca in corso d’opera, che può persino diventare trasformismo di massa, a un eletto inchiodato sul suo banco dal vincolo di mandato, sia esso imposto per disciplina di partito o, peggio, per via legislativo costituzionale. In una democrazia infatti non può esistere limitazione politica, comunque cammuffata, del libero arbitrio individuale, o free will, libera volontà, come meglio dicono gli inglesi, tantomeno per un rappresentante del popolo e/o della nazione.  Ma si tratta semplicemente di una o due o tre “gaffes” anticostituzionali frutto dell’autoritarismo schizodemocratico istintivo e caratteriale di Grillo, oppure si può intravedere  un corpus soggiacente di idee volto a definire una democrazia “altra” rispetto a  quella rappresentativa che bene o male vige nel nostro paese, e se sì, “altra come”.

Vanno fatte tre premesse.

La prima che la democrazia rappresentativa è messa in mora dall’ingerenza sempre prepotente, spesso brutale, dei merca(n)ti e della finanza internazionale. La seconda che i poteri degli stati nazionali vengono sempre più ridotti dalla globalizzazione nonchè dalle autorità sovranazionali, per noi l’UE, in genere costituite senza autentiche procedure democratiche, e spesso con vere e proprie procedure antidemocratiche sub specie di necessità tecniche, e/o finanziarie. Infine per l’Italia va tenuto conto del degrado istituzionale che pare ormai inarrestabile, e di cui abbiamo avuto nel giro di ventiquattro ore tre esempi tutti scandalosi, se non indegni.

L’ assessore regionale siciliano Battiato in una sede internazionale dichiara che il Parlamento italico è pieno di troie, e lo ripete. Adesso lo hanno dimissionato ma ormai il male è fatto, e si sputtana, è proprio il caso di dirlo, l’esperimento siciliano che si voleva esemplare sul piano dell’innovazione politica. Il Presidente del Senato, seconda autorità dello stato, già magistrato di punta eletto come homo novus ahimè, risponde alle critiche di un giornalista, tre minuti in TV e una colonna di piombo su un giornale, prima sfidandolo a un pubblico contraddittorio, idiozia pura, quindi va da solo a un talkshow dove parla per un’ora e passa riuscendo anche a fare insinuazioni su un ex collega, il PM Caselli che invia una lettera di fuoco al CSM, l’organo di autogoverno dei giudici, perchè entri in campo a tutela della sua onorabilità accusando Grasso, ripeto: seconda autorità dello stato, di non essere “per nulla rispettoso dei principi costituzionali”, con un cortocircuito istituzionale da brivido. Infine, per non farci mancare niente, il ministro degli esteri si dimette di fronte a un governo e un Parlamento esterrefatti, salvo quelli della destra che palesemente ne erano a conoscenza, col Presidente della Repubblica che non sa che pesci pigliare, a fronte di una vicenda dove  i famosi tecnici, che dovevano salvare l’Italia con le loro competenze, si dimostrano inetti, e cinici oltre il lecito, usando i due fanti di marina incriminati dalla giustizia indiana, come carne da cannone e merce di scambio nonchè di propaganda elettorale. In questa situazione  non c’è da meravigliarsi se una sempre più ampia parte del popolo italiano  è portata a pensare che non solo il sistema dei partiti deve essere abbattuto, ma anche che la stessa democrazia rappresentativa forse deve essere rottamata, certamente profondamente riformata.

A questo proposito il M5S sembra trovare uno dei suoi padri nobili in Adriano Olivetti, e nella sua concezione di democrazia comunitaria ripresa e spiegata dalla figlia Laura che dirige la omonima fondazione, ospite d’onore nel blog di Grillo. In sostanza le comunità eleggono dei delegati con un forte vincolo di mandato, sulla base delle competenze per risolvere i problemi e soddisfare i bisogni. Questi delegati  poi si federano a livello nazionale in un qualche modo, dando luogo a una sorta di parlamento dei delegati e a un governo.  In questa concezione è evidente che non esiste una partizione tra destra e sinistra perchè per dirla con Deng Tsiao Ping, famoso oppositore di Mao che poi alla fine vinse contro il grande timoniere, non importa che il gatto sia rosso o nero, ma soltanto che prenda i topi. Da un certo punto di vista i NoTav costituiscono un prototipo esemplare di questa concezione. Abbiamo infatti una intera comunità che si auto-organizza e rivendica il diritto all’autodeterminazione dell’assetto del proprio territorio, e non a caso alcuni si sono candidati e sono stati eletti nelle liste di Grillo.  E la prima azione pubblica dei deputati “grillini” e’ stata quella di visitare il cantiere TAV in Val Susa con uno stuolo di consulenti a vario titolo, tra cui alcuni noti “sovversivi” inquisiti dalla procura di Torino, leggi Giancarlo Caselli, mentre per fortuna l’onore della sinistra veniva salvato dalla presenza di una delegazione di SEL, molto più scarna nonchè timida. Comunque in generale non è chiaro quale sia la definizione di comunità, se per esempio lo siano anche gli operai di una fabbrica, gli studenti di una scuola eccetera.

Si tratta di un progetto per una idea di democrazia integrale dei cittadini che attraverso il web possono/debbono pronunciarsi in tempo reale sulle scelte, in una sorta di referendum permanente. Democrazia integrale e totale, parola contigua a totalitaria, perchè non contempla l’organizzazione di differenti punti di vista politico ideologici, e nemmeno di diversi interessi sociali  e/o di classe all’interno della comunità, ma fa riferimento solo alle differenti competenze certificate da curriculum. Ma le famose competenze sono assai più nebulose e spesso mistificanti di quanto i tecnocrati di ogni bordo vogliano darci a intendere. L’ingegneria informatico politica messa in piedi da Casaleggio e che ideologicamente diventa lo slogan, non siamo un partito siamo una piattaforma, per un verso incide su un punto debole dell’attuale politica, l’ignoranza della tecnica, per l’altro diventa, forse suo malgrado, uno strumento di controllo, una sorta di fantasma virtuale permanente che incombe su tutti. Come dicevano i parroci d’antan, guarda che nella cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no, sottovalutando Stalin. Sul primo punto è desolante il fatto che le nuove tecnologie di comunicazione e informazione, così come tutto lo sviluppo tecnico scientifico, siano di fatto estranee alla cultura, al pensiero e alle pratiche della politica. In specie su questo piano è debole e cieco il centrosinistra che si dice progressista, e che progressista è se nulla dice e nulla sa del progresso tecnico scientifico. Quando il centrosinistra ancora prodiano inventò una scuola quadri estiva, scorrendo la lista dei docenti, non si trovava un matematico, un fisico, un chimico, un biologo, un ingegnere, un informatico, un neuroscienziato, quasi non c’entrassero con la politica e la gestione della cosa pubblica.  Ma per esempio problemi che vanno dal traffico al riciclo dei rifiuti fino al consumo energetico e/o alla cura del cancro come si pensa di affrontarli  senza conoscerne non dico gli aspetti tecnici più specialistici ma almeno le filosofie soggiacenti. Il PDL invece, meglio: Berlusconi, quantomeno maneggia da maestro la comunicazione televisiva, e non solo perchè è il padrone di Mediaset. In questo enorme spazio tecnico scientifico da cui la politica italica è del tutto assente se non sprezzante, si è esteso e ha prolificato il M5S costruendo la sua dinamica via internet, accoppiata a manifestazioni di piazza non rituali fino a occupare l’ultimo giorno di campagna Piazza S.Giovanni a Roma, luogo tradizionale della sinistra, riempendola di gente entusiasta.

Ma la tecnologia di Casaleggio è molto più vincolata e vincolante di quanto sembri, nonchè disuguale. In generale la tecnica poggia sull’ideologia del risultato certo, insomma la macchina è costruita per funzionare in modo deterministico, anche la tecnologia della rete made in Casaleggio (poi qualcosa che non funziona c’è sempre, ma sono le classiche eccezioni che confermano la regola). Diverso è il discorso della scienza, della ricerca scientifica che si fonda sul dubbio e sulla intoccabile libertà di ricerca. Intoccabilità ovviamente in bilico, perchè i poteri dal militare al finanziario, da quello religioso a quello politico sempre tentano il controllo, ma ciò non toglie che “ in tutte le culture la scienza è una alleanza di spiriti liberi che si ribellano contro la tirannide locale che ogni cultura impone ai suoi figli. (…)La scienza come sovversione ha una lunga storia” (Freeman Dyson, Lo scienziato come ribelle), e oggi siamo nel pieno di una rivoluzione scientifica gigantesca, che è anche l’unica seria speranza assieme all’estensione della democrazia, per rendere questa nostra terra abitabile per tutti liberi nell’eguaglianza, con un modello di produzione e consumo sostenibile. Invece “ molte  le tecnologie che si stanno sviluppando oggi con grande rapidità (…) tendono in effetti ad accentuare le disuguaglianze esistenti nella distribuzione della ricchezza”( ibidem). Non so se tra gli eletti cinque stelle ci sia anche qualche ricercatore scientifico, ci sono certo buoni informatici e Grillo cita sempre gli ingegneri; certamente il Casaleggio pensiero, come lo si può percepire,  è molto determinista, sui fatti umani, con un’ansia di previsione che diventa predeterminazione con tanto di percorsi obbligati e date di eventi catastrofici possibili se si scantona dalla retta via, un po’ quel che scrive Asimov nella trilogia della Fondazione. Ora già il determinismo è spesso fallace quando si studiano fenomeni attinenti le pietre, si pensi al problema della previsione dei terremoti, figuriamoci quando si ha a che fare con insiemi umani, cioè muniti di libero arbitrio. Il che non toglie che circoli non solo nella testa di Casaleggio una utopia tecnoscientifica così riassumibile: dobbiamo costruire un enorme calcolatore globale, qualcuno lo ha chiamato knowledge accelerator, acceleratore della conoscenza, che, con opportuni algoritmi e dati di input, ci permetta di prevedere almeno in senso probabilistico, e far fronte, alle varie crisi, da quelle finanziarie alle congestioni del traffico, da quelle strategiche con annessi rischi di guerra a quelle alimentari, da quelle energetiche a quelle generate dalla scarsità di materie prime (anche il silicio non se la passa bene, e senza silicio niente computer niente telefonini ecc..). E’ una utopia totalizzante che può diventar presto totalitaria ove supportata da un pensiero politico altrettanto totalizzante, la comunitaria democrazia integrale dei cittadini onesti e competenti per esempio, dove i conflitti, una volta espunti i partiti, sono solo tecnici e mai politici.

Concludendo, nonostante la terrificante crisi della democrazia rappresentativa  specie nel nostro paese, io credo che essa vada preservata e rafforzata nelle sua funzione legislativa e di dibattito pubblico nella forma definita dalla nostra Costituzione. Credo anche che robuste iniezioni di democrazia partecipativa, se non diretta, e di auto-organizzazione dei cittadini siano necessarie e vadano promosse,  in una dimensione europea, senza alcuna paura del fatto che possa darsi a volte un conflitto con le decisioni prese dai governi e/o dalle altre istituzioni proprie alla democrazia rappresentativa. Così come credo sia urgente la nascita di un partito di sinistra, senza timore della parola partito e della parola sinistra. Non sarà un processo   liscio e lineare, piuttosto una torsione dello spaziotempo politico sociale durante la quale certi nervi potranno spezzarsi dolorosamente, e bisognerà attrezzarsi per una vera e propria rivoluzione copernicana, sapendo che la stessa dovette vedersela con l’Inquisizione. In altri termini, bisognerà leggere insieme il Principe di Macchiavelli,  il Dialogo dei Massimi Sistemi di Galileo, ricordandosi che Dio è violent, come scrive Luisa Muraro.

In fine  una citazione sempre dal libro di Freeman Dyson“ Non esiste una visione scientifica unica (…) La scienza è un mosaico di visioni parziali e conflittuali. In tutte queste visioni c’è però un elemento comune:  la ribellione contro le restrizioni imposte dalla cultura localmente dominante, occidentale o orientale che sia. La visione della scienza non è specificamente occidentale: non  più occidentale di quanto possa essere araba o indiana o giapponese o cinese”. Lo stesso può dirsi della politica, in specie di sinistra, speriamo.

 

P.S.

Francamente per l’intanto i due portavoce sono costipati quanto mai, e nessuno dei 5 stelle pare avere il minimo senso dell’umorismo e/o autoironia, tantomeno il leader minimo Grillo, che fu un comico ma ora pare abbia smarrito assai il gusto del riso, fino alla foto col cappotto improbabile  tutto impettito nel clima romano sulla soglia del Quirinale. E quella foto dice assai delle ambizioni dell’uomo che mi ricorda il cavaliere inesistente di Calvino, e si sa che quelli tutta armatura e niente altro possono diventare feroci.


 

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Category: Elezioni politiche 2013

About Bruno Giorgini: Bruno Giorgini è attualmente ricercatore senior associato all'INFN (Iatitutp Nazionale di Fisica Nucleare) e direttore resposnsabile di Radio Popolare di Milano in precedenza ha studiato i buchi neri,le onde gravitazionali e il cosmo, scendendo poi dal cielo sulla terra con la teoria delle fratture, i sistemi complessi e la fisica della città. Da giovane ha praticato molti stravizi rivoluzionari, ha scritto per Lotta Continua quotidiano e parlato dai microfoni di Radio Alice e Radio Città. I due arcobaleni - viaggio di un fisico teorico nella costellazione del cancro - Aracne è il suo ultimo libro.

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