Ilaria Venturi: Sgomberato Bartleby, manganellate contro il corteo

| 23 Gennaio 2013 | Comments (0)

 

 

 

 

 

4. Riportiamo da La Repubblica cronaca di Bologna del 23 gennaio 2013 come sia avvenuto lo sgombero di Bartleby da via S. Petronio vecchio e le prime reazioni

 

Bartleby è stato sgomberato dai locali di via S.Petronio vecchio, che occupava da tempo dopo che la convenzione con l’Università era scaduta. Questa mattina – erano le 6 quando l’operazione è iniziata – è stata murata con mattoni e cemento la porta d’ingresso dei locali. Nessuno si trovava all’interno. Da allora la via è bloccata. Il rettore: “L’ateneo costretto a pagare penali, e finanziamenti a rischio se non si procedeva così”. Lanci di uova contro la porta del rettorato di via Zamboni, poi è partito un corteo per le strade del centro verso via San Petronio vecchio: i manifestanti hanno tentato di forzare i cordoni delle forze dell’ordine, che hanno reagito con le manganellate. I manifestanti sono poi tornati in corteo e hanno occupato Lettere al 38 di via Zamboni. Sarebbero sei i feriti, cinque ragazzi del centro sociale e un poliziotto, che se la caverà con 5 giorni di prognosi.

Bartleby: “E’ un atto di forza”. Mentre veniva completata l’operazione gli accessi a via San Petronio vecchio erano presidiati da cordoni di polizia e carabinieri; le forze dell’ordine impediscono ancora il transito delle persone. I ragazzi del collettivo sono arrivati alla spicciolata, e denunciano: “Questo è un atto di forza da parte di ateneo e Comune, ne risponderanno. Sarà una giornata lunga quella di oggi, ci stiamo organizzando per rispondere. E speriamo non sia stato toccato nulla all’interno, specie l’emeroteca di Roberto Roversi, o ne dovranno rispondere”.

Lancio di uova e manganellate. A mezzogiorno il collettivo ha dato appuntamento all’ingresso del rettorato, in via Zamboni. I manifestanti lo hanno trovato chiuso, e a quel punto, al grido di “Vergogna, aprite questa porta” è partito un lancio di uova. Staccati dal muro le bacheche informative e i pannelli di legno, che sono stati rovesciati a terra. Un centinaio di manifestanti è poi partito in corteo: ancora uova lanciate verso palazzo Paleotti, sede di una sala studio vicino a piazza Verdi, e poi il gruppo si è diretto verso via Petroni e infine via Guerrazzi, all’incrocio con via Petronio vecchio. Apriva lo striscione: “Bartleby resiste, difendiamolo insieme”. Arrivati all’angolo con via San Petronio vecchio i giovani hanno tentato di forzare il cordone delle forze dell’ordine (con spinte, urla, lanci di bottigliette e uova) ricevendo in risposta delle manganellate. Due le cariche. Poco prima avevano gridato: “Se oggi ci manganellano è responsabilità del rettore Dionigi”. Ora un cordone di polizia blocca l’accesso di via San Petronio vecchio, un altro l’accesso di via Guerrazzi da strada Maggiore e uno ancora lo sfogo su via Santo Stefano. Poi il corteo si è diretto nuovamente verso via Zamboni, dove è stata occupata Lettere (al civico 38: “Ci trasferiamo qui”) e dove stasera alle 19 si terrà un’assemblea.

“Non la scamperà Dionigi – avverte Bartleby in una nota – e non la scamperà il Pd, che ha il preciso intento di trasformare Bologna in una vetrina per turisti. Questo è il piano: chiudere ogni spazio a chi resiste collettivamente e si ribella, a chi cerca spazi di libertà e a chi crea innovazione. Chiediamo a tutti coloro che ci hanno appoggiato e che hanno rafforzato il nostro percorso, di partecipare. La risposta a queste istituzioni la costruiamo tutti insieme”.

Il dialogo interrotto. Nei giorni scorsi Giunta e Alma Mater avevano proposto al collettivo una nuova sede in zona Roveri, in via Collamarini 8, poiché sono necessari dei lavori nei locali di via San Petronio vecchio. Proposta rispedita al mittente perché ritenuta non idonea alle attività culturali portate avanti da Bartleby. A sostegno dei ragazzi si erano spesi in molti, compresi i Docenti preoccupati che avevano parlato di una vera e propria provocazione.

Il rettore: “Abusivi dall’autunno 2011”. Il rettore Ivano Dionigi scrive in una nota i motivi dello sgombero. ”L’ateneo da lunedì 14 gennaio è tenuto a pagare le relative penali alla ditta appaltatrice, rischiando inoltre, se non iniziano i lavori nei tempi dovuti, di perdere i cospicui finanziamenti ottenuti per le finalità istituzionali relative alla didattica e al diritto allo studio (2,9 milioni). Fin troppo ovvio ricordare che si tratta di beni e denari pubblici di cui il rettore è amministratore responsabile”. E ricorda: ”L’immobile di via San Petronio Vecchio – scrivi Dionigi – e’ stato concesso in comodato d’uso gratuito dal 15 febbraio 2010 al 30 settembre 2011 all’Associazione studentesca ‘Lo Scrivano'”. Nell’autunno 2011 dovevano infatti partire i lavori di ristrutturazione “finalizzati a spazi per studenti, in particolare aule universitarie e studentato. A causa del mancato rilascio dei locali, la ditta aggiudicatrice dei lavori non ha potuto aprire il cantiere esponendo pertanto l’ateneo a evidenti danni”. E aggiunge: “Per sottolineare le difficoltà affrontate dall’Ateneo per reperire spazi al fine di consentire le attività del collettivo vanno ricordate le numerose petizioni dei cittadini di via San Petronio Vecchio inviate all’attenzione del Rettore, le rilevazioni dell’Arpa relative ai rumori notturni con conseguente diffida indirizzata al Rettore, gli inviti a comparire in Commissione consiliare per giustificare il crescente stato di disagio dei residenti”.

Il sindaco: Bartleby deve aver rispetto per la comunità. Il sindaco Virginio Merola, in serata, si schiera dalla parte del rettore Ivano Dionigi e dell’assessore Amelia Frascaroli. “Da tempo si sapeva che la permanenza di Bartleby nel luogo destinato a servizi per gli studenti era impossibile: contratto scaduto, soldi pubblici che si perdono, penali e al contempo la necessità di garantire il diritto allo studio ed evitare disagi ai residenti. Il Rettore ha aspettato e aspettato finché ha potuto. I toni violenti di quest’oggi e la ricerca di uno scontro frontale con le istituzioni non portano da nessuna parte. Chi ha un progetto culturale deve dimostrare di avere rispetto per la comunità in cui vive. Il rispetto reciproco e delle regole deve avvenire prima di tutto”.

La Torre (Sel): “Mossa miope”. Stamane era arrivata in via San petronio vecchio anche Cathy La Torre, consigliere vendoliano a Palazzo d’Accursio. “E’ un gran peccato”, commenta, “la città e la cultura giovanile perdono una grande risorsa. Non è questo il modo, così si tolgono spazi a chi ha prodotto aggregazione. Una mossa miope”, denuncia ancora l’eletta di Sel, “in questo modo si uccidono realtà importanti. Capisco le ragioni dell’Università, ma bisognerebbe essere in grado di riattivare percorsi anche con realtà conflittuali che hanno però portato a Bologna grandi artisti”.

Bignami (Pdl): “Che gusto”. Di tutt’altro tono l’intervento su Facebook del berlusconiano Galeazzo Bignami: “Gustarsi alle 7.45 le Forze dell’ordine che stanno sgombrando il centro sociale Bartleby o come schifo si chiama in via San Petronio Vecchio non ha prezzo. Chissà se questi figli di papà che fanno i rivoluzionari in pantofole adesso vanno a studiare… Dura, lo so. Ma sperare che lavorino mi sembra troppo”.

Facci (Pdl): “Presenterò esposto”. Ancora più duro il consigliere comunale del Pdl e avvocato Michele Facci. “Il Comune di Bologna, nonostante Bartleby non ne abbia titolo, sta continuando a cercare una sistemazione per questi collettivi. Destinare un immobile pubblico a chi non ne ha titolo viola il nostro regolamento e crea necessariamente un danno erariale. Venerdì depositerò un esposto cautelativo in Procura, poiché è bene che chi di dovere incominci ad esaminare anche questi aspetti poco trasparenti e molto dannosi) dell’amministrazione comunale”.

Sindacato Universitari: “Colpe equamente divise”. “Ci dispiace per l’ennesimo scenario di violenza a cui abbiamo assistito oggi ma al contempo quello che è accaduto non ci stupisce – scrive il sindacato degli Universitari in una nota -: dall’ottobre 2011, quando è scaduto il bando Bartleby, ad oggi è passato un anno e mezzo in cui non si è fatto nulla per risolvere la questione. A nostro parere le colpe vanno equamente suddivise tra l’università che ha temporeggiato, cercando soluzioni rocambolesche come quella del capannone in zona Roveri, e il collettivo che, in barba alle regole imposte a tutte le altre associazioni studentesche per la concessione di uno spazio, ha preferito imporre la propria posizione. Bartleby deve fare i conti con se stessa, sostiene che cultura e sociale siano i principi ispiratori ma non rispettando le regole dimostra tutt’altro”.

 

Category: Bartleby a Bologna

About Ilaria Venturi: Ilaria Venturi è una giornalista che dedica molta attenzione ai problemi socioeconomici di Bologna. Scrive su La Repubblica cronaca di Bologna

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