Simona Lembi: Su i fatti di violenza sessuale a Colonia. Un intervista di Roberto Dall’Olio

| 26 Gennaio 2016 | Comments (0)

 

 

 

Dopo l’intervento in Consiglio Comunale di Simona Lembi (nella foto) su i fatti di violenza sessuale a Colonia, riportiamo un’intervista che le fatto Roberto dall’Olio

 

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1. Intervento in data 11 gennaio 2016 di Simona Lembi  presidente del Consiglio comunale di Bologna del PD  sui fatti di violenza sessuale a Colonia a Capodanno.

“Desidero aprire il Consiglio comunale di oggi esprimendo, a nome di tutti, la nostra solidarietà e la nostra vicinanza alle donne presenti in piazza a Colonia la notte di Capodanno, insieme con la più ferma condanna del Consiglio per quanto accaduto.

Nella notte di San Silvestro, come capita certamente in molte piazze europee, si sono radunate molte persone. Un migliaio è stato riportato. Dopo l’esplosione di alcuni fuochi d’artificio è accaduto un fatto gravissimo. È stato detto ‘peggio di una guerra’, ‘un attentato’ e molto altro ancora.
Io vorrei partire dai numeri: ad oggi sono 516 le denunce presentate, nel 40 % dei casi si tratta di molestie, che ricordo vanno dal palleggiamento fino allo stupro.
Sono decine gli uomini identificati, ma sono numeri che ogni giorno cambiano, prevalentemente di origine algerina, marocchina, iraniana e siriana, tra loro anche due tedeschi e un cittadino americano.
Per questa entità, per la dimensione di questo fenomeno, userei, per i fatti di Colonia, il termine di ‘abuso di massa’.

Ci sono molte questioni ancora da chiarire, ne vorrei riportare tre:

La prima è l’entità complessivadel fenomeno, a molti giorni di distanza da quanto accaduto, solo Der Spiegel ha pubblicato un primo rapporto e l’edizione americana di BuzzFeed una lunga ricostruzione su quella notte, ma ancora i dati precisi su quanto accaduto non sono disponibili, e i numeri, in particolare quellidelle denunce, aumentano di giorno in giorno.

La seconda è chiedersi come mai le forze dell’ordine non siano intervenute subito e perché anche i mezzi di comunicazione abbiano impiegato molti giorni prima di darne notizia. La polizia tedesca della città di Colonia, la mattina del 1 gennaio sul profilo tweet scriveva che nella notte l’atmosfera era stata ‘rilassata’ e che i festeggiamenti erano stati ‘in larga parte pacifici’. Sapete che queste dichiarazioni sono costate le dimissioni da parte del responsabile della Polizia di Colonia. E persino la ZDF, la televisione pubblica tedesca, il 6 gennaio ha chiesto scusa per aver informato in ritardo i telespettatori sulle aggressioni a sfondo sessuale avvenute a Colonia la notte di Capodanno, ammettendo un errore di sottovalutazione.

La terza, ed è la questione forse più grave, è capire se esista o meno un regia per quanto accaduto.
E’ di oggi la notizia di 133 denunce sporte per violenza ad Amburgo, alcune delle quali si riferiscono a violenze a sfondo sessuale, e di 500 uomini che a Bielefeld avrebbero forzato l’ingresso a una discoteca e molestato molte donne. Stanno, per quel caso, arrivando le prime denunce.
Il Governo tedesco, per conto del suo ministro della Giustizia, ha dichiarato, nell’edizione domenicale del quotidiano Bild, la sua convinzione sul fatto che le aggressioni fossero organizzate.

Penso che sia ancora, purtroppo, presto per tracciare un bilancio complessivo su quanto accaduto, è questo è già un fatto, ma non può e non deve impedirci di condannare quei fatti, una violenza di gruppo certamente per numero e dimensioni diversa da quello che conosciamo e che pertanto necessita di una riflessione nuova e anche di gesti che impegnino tutti.
Non entrerò nel merito di un dibattito forse tutto partitico sul fatto se queste violenze siano da imputare a questioni legate all’immigrazione, all’appartenenza religiosa o alla provenienza geografica. Non voglio entrare in questa questione che lascio a un dibattito che penso arriverà anche in questa Aula.
Dico che è da troppo tempo che sui corpi delle donne si sta consumando una guerra mai dichiarata, ma pesantissima.

Siamo a Bologna, città che ha una lunga storia di confronto tra culture diverse, di solidarietà e di azioni di contrasto alla violenza.
Penso che occorra, quindi, continuare a seguire appieno la vicenda, promuovere azioni di confronto e soprattut rilanciare sui diritti delle donne, rilanciare su quelle conquiste così duramente conquistate, che non sono ancora patrimonio di tutti, in ogni parte del mondo.
Penso sia dalle libertà delle donne, sulla parità effettiva, che ancora non esiste in nessuna parte del mondo, ma che certo trova speranza ed esempio in quei Paesi come la Germania e l’Italia, come molti altri ancora, che l’hanno saputa affermare, che occorre ripartire e in cui le donne, quotidianamente, si battono perché quella parità valga non per sé, ma per vivere insieme in società più giuste e più eque”.

 

 

2. Intervista di Roberto Dall’Olio a Simona Lembi, Presidente del Consiglio comunale di Bologna, del Partito Democratico

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D. I recenti “delitti” (non si trovano altre parole per la violenza contro le donne, il corpo e l’intimità violata) di Colonia di un Capodanno per nulla festoso hanno spinto la Presidente del Consiglio Comunale di Bologna, Simona Lembi, ad una presa di posizione pubblica in Consiglio che ha fatto molto riflettere. La incontriamo. Presidente, il tuo intervento, motivato , meditato e coerente oltre che giusto ha suscitato un forte dibattito. A tuo avviso per quali ragioni?

“Il fatto che in Germania si sia assistito molestie di massa forse organizzata e di tale gravità, che ha offeso non solo tutte le donne, ma tutti coloro che hanno una concezione di democrazia moderna ed evoluta, ha di per se suscitato indignazione e una netta presa di posizione di tutte le istituzioni. Dobbiamo essere chiari: non si deve permettere il germogliare di nessun giustificazionismo e di nessun lassismo quando c’è di mezzo la dignità, la libertà e la sicurezza delle persone. Su questo punto abbiamo scelto di aprire il consiglio comunale di Bologna già nella prima seduta utile dopo Capodanno: è stato doveroso ed emozionante. Bologna ha una lunga tradizione di sostegno dei diritti alle donne e di contrasto alla violenza”.

‎‎D. Perché nel nostro Paese è difficile trovare nell’agone politico una sostanziale unanimità su questioni che non sembrano suscettibili di interpretazioni diverse o addirittura opposte?

“Perché ammettere che c’è ancora aperta una questione femminile significa doverla risolvere. E doverla risolvere significa prendere atto, e agire di conseguenza, del fatto che benché le donne rappresentino oltre la metà della popolazione, in politica come nei consigli di amministrazione, nei luoghi “che contano”, le donne si contano sulle dita di una mano…”

 

D. Quando e come troveremo la forza etica e la qualità politica per pareggiare i conti della storia sulla “questione femminile”?

“Quando si apriranno gli occhi davvero e si smetterà di ragionare per stereotipi. Quando si smetterà di dire “ci vuole una donna” mentre si sta pensando a un uomo. Quando si smetterà di praticare quell’odiosa prassi per cui alle donne viene “concesso” quello che gli uomini lasciano libero, spesso solo per far finta di essere a favore di una parità di genere. In sintesi: quando smetteremo di pensare che basti la parità formale per risolvere problemi di parità sostanziale”

 

D. Puoi chiarire come si intreccia la violenza sessuale e fisica con il trattato di Schengen nei delitti di Colonia?

“Strumentalizzare i fatti di Colonia per far fallire l’Unione europea nel nome degli egoismi nazionali è veramente riprovevole.’

 

D. A tuo avviso le violenze dei migranti del Capodanno sono un atto tragico e criminale isolato o trovano consenso nella società?

“Condivido quello che ha detto il ministro degli Interni tedesco Thomas De Maziere: bisogna indagare a fondo, capire cosa è realmente successo e soprattutto tenere i nervi saldi evitando capri espiatori e di insabbiare eventuali responsabilità di qualsiasi tipo. Ho molto apprezzato che il primo canale della televisione pubblica tedesca abbia chiesto scusa per aver dato in ritardo l’informazione sui fatti di Colonia ammettendo di averla sottovalutata”.

 

D. A Bologna dopo il tuo intervento il sindaco ha convocato un presidio pubblico…

“Sono grata al sindaco di Bologna Virginio Merola di non aver sottovalutato i fatti e di aver confermato la tradizione della nostra città per cui quando c’è un problema grave ci si trovi in piazza. C’è stata da parte di tutta la città una grande solidarietà e sensibilità”.

 

D. Ci hai sempre creduto alla differente parità delle donne. Questi sono tempi regressivi sotto molti punti di vista. Come rilanciare il tema delle donne. Non pensi servano nuove parole? E una nuova vera concretezza?

“Le donne sanno benissimo che anche i diritti già conquistati sono sempre a rischio: non dobbiamo mai rinunciare alla nostra emancipazione che e’ emancipazione delle società. Mi piacerebbe che di questa consapevolezza fossimo tutti certi. Le nuove parole? Parità, uguaglianza e lavoro. Si tratta di valori che in nessuna parte del mondo sono ancora stati assicurati a tutti.  Bologna ha una lunga storia in questa attività che oggi dobbiamo rafforzare a fronte degli effetti di una crisi economica che sta colpendo tutti noi e che ci impone di fare sempre di più e meglio. Alle donne invece l’invito all’irriverenza e all’audacia: fare più rete tra di noi perché questi temi non possono restare confinati nei convegni, ma diventare centrali nel dibattito pubblico italiano”.

 

D. Recentemente mi hai confidato una battuta geniale di una tua amica secondo la quale il trattato di Schengen andrebbe sospeso o abolito solo in cucina. Le battute non si commentano. Vorrei lasciare così i lettori e con essi il pensiero relativo alla tua attività politica che auguro fertile di futuro.

“Ringrazio degli auguri: dobbiamo lavorare con forza e determinazione per raggiungere gli obiettivi di libertà, parità e uguaglianza. Solo unendo le nostre forze e dimostrando che le donne non sono  comprimarie potremo davvero vivere in società più giuste e più eque’.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Category: Donne, lavoro, femminismi, Politica

About Roberto Dall'Olio: Roberto Dall'Olio (1965) è attualmente Assessore all'intercultura, valorizzazione dei beni culturali e sport del Comune di Bentivoglio (Bologna). È membro del direttivo bolognese dell'Anpi. Poeta e autore dal forte impegno civile, insegna Storia e Filosofia al Liceo Classico "Ariosto" di Ferrara. Ha vinto il concorso nazionale di poesia va pensiero a Soragna (Parma).Tra le sue pubblicazioni: Entro il limite. La resistenza mite in Alex Langer (La Meridiana, 2000); Per questo sono rinato (Pendragon, 2005); La storia insegna (Pendragon, 2007); Il minuto di silenzio (Edizioni del Leone, 2008), La morte vita (Edizioni del Leone, 2010).

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