Pragna Patel: Perchè il fascismo é una questione femminista

| 2 Ottobre 2018 | Comments (0)

Diffondiamo dal’Espresso del 1 ottobre 2018 l’intervista di Natascia Ronchetti a Pragna Patel fondatrice di Southall Black Sisters, l’organizzazione inglese di femministe nere e asiatiche: Razzismo e sessismo? «Sono interconnessi e vanno combattuti insieme». L’avanzata dell’estrema destra? «I movimenti delle donne devono contrastare ogni forma di potere reazionario»

«I movimenti femminili che non riescono a riconoscere il razzismo e il fascismo come una questione femminista non possono essere definiti progressisti. Estrema destra, intolleranza, discriminazioni di genere si basano su una idea di disuguaglianza ed esclusione che toglie voce e diritti a uomini e donne. Nel nostro mondo globalizzato e interconnesso la comunità femminista deve trascendere ogni confine. Ora più che mai dobbiamo riconoscere che un femminismo inclusivo, intersettoriale e globale è cruciale per sconfiggere ogni forma di fascismo». Pragna Patel è la femminista inglese di origini indiane ai vertici di Southall Black Sisters, l’organizzazione di donne nere e asiatiche costituita nel 1979 a Londra. Movimento socialista, antirazzista, laico. Al quale si deve anche la storica sentenza con la quale la Corte d’Appello di Londra, l’anno scorso, ha condannato per discriminazione una scuola islamica di Birmingham che praticava una rigida separazione tra bambini e bambine (l’organizzazione si era costituita parte civile al processo). Considerata una delle attiviste e intellettuali più influenti del Regno Unito – già nel 2001 The Guardian l’aveva inserita nell’elenco delle 100 donne più importanti del Paese -, Patel il 26 ottobre sarà ospite a Forlì di 900Festival, la rassegna culturale promossa dalla Fondazione Alfred Lewin che quest’anno indaga sulla natura del razzismo e della xenofobia.

Signora Patel, lei considera il razzismo e le discriminazioni di genere le due facce della stessa medaglia. Perché?
Parliamo di forme di discriminazione che cercano entrambe di schiacciare verso uno status inferiore uomini e donne, per un fattore di razza o di genere. E’ un grave errore presumere che l’una sia più importante dell’altra: commetterlo significa lasciare incompiute tante battaglie per l’uguaglianza. Dobbiamo inquadrare politiche antirazziste che tengano conto delle disuguaglianze di genere e politiche femministe che tengano conto del razzismo. Questo è il vero significato del termine intersezionalità (coniato per la prima volta dalla femminista e studiosa americana Kimberlè Crenshow, ndr). Non deve esistere una gerarchia. Intolleranza razziale e sessismo sono interconnessi e sovrapposti e dobbiamo contrastarli simultaneamente. Soprattutto oggi, in una Europa dove razzismo e fascismo sono in marcia, con il cedimento alla retorica e alla violenza populista contro l’immigrazione.  

La sinistra ha quasi sempre affrontato separatamente queste due questioni…
Purtroppo si. La cosa triste è che anche molti cosiddetti movimenti progressisti antirazzisti e femministi stanno facendo lo stesso errore. Se non riconosciamo o rendiamo espliciti i collegamenti tra i diversi sistemi di potere e oppressione non saremo in grado di far avanzare la lotta per l’uguaglianza e la giustizia sociale poiché gran parte delle azioni di discriminazione rimarrà invisibile o peggiorerà. L’oppressione si palesa attraverso una pluralità di fattori.

Quindi il femminismo deve essere coinvolto nella lotta contro l’avanzata dei partiti populisti e razzisti?
Femminismo e politiche antirazziste falliranno se non affronteranno questi temi contemporaneamente. Poiché tutto ciò che riusciranno a fare sarà rinforzare piuttosto che trasformare relazioni sbilanciate di potere derivanti dallo sfruttamento e dall’oppressione. L’ascesa di partiti populisti, ultra nazionalisti e razzisti, non solo in Europa ma anche negli Stati Uniti, è preoccupante. Ma la domanda che si devono porre adesso le femministe è questa: possiamo raggiungere la nostra libertà se gli altri non sono liberi? La mia risposta è che il femminismo deve inglobare tutto, deve estendere la solidarietà a tutti gli uomini e le donne che resistono a varie forme di vessazione e prevaricazione in una varietà di contesti diversi.

Lei ritiene che il fascismo abbia più facce…
Sì. Stiamo entrando in una nuova era, non solo in Europa: assistiamo a una normalizzazione di pulsioni reazionarie frammentate. Il femminismo deve cimentarsi con questo fenomeno. Ma naturalmente sarebbe un errore grossolano pensare che basti semplicemente una maggiore presenza femminile nei posti di potere.

Perché?
Storicamente c’è sempre stata una partecipazione attiva delle donne ai movimenti e ai partiti della destra. Ed esponenti di spicco come Marine Le Pen possono diventare miti pericolosi. La realtà è che anche il femminismo può avere un volto fascista. Le donne che sostengono l’estrema destra sono attratte dai valori della tradizione, della lealtà e del patriottismo. Ma attenzione, perché la partecipazione delle donne a tali movimenti conferisce al fascismo un volto femminista accettabile che maschera una politica estremamente patriarcale, razzista e antidemocratica.

Lei è convinta che anche il fondamentalismo religioso sia una forma di fascismo…
Il fondamentalismo e il fascismo sono ideologie e movimenti autoritari che traggono profitto dalla disaffezione e dallo scontento per ottenere o consolidare potere su persone e risorse. I sostenitori dei movimenti di estrema destra denunciano il multiculturalismo, gli immigrati e i musulmani, mentre i fanatici fondamentalisti denunciano i cosiddetti valori occidentali, il femminismo, le minoranze religiose e coloro che non aderiscono alla loro visione del mondo. Entrambi respingono la modernità. Ma entrambi utilizzano tecnologie molto moderne. Ed entrambi cercano un ritorno a un passato, religioso o nazionalista, basato sulla percezione di una crisi di moralità. Negano la nostra comune umanità e i valori della diversità, del pluralismo, della solidarietà, della compassione e della libertà individuale.

Cosa dovrebbe fare l’Europa per fermare l’ondata di estrema destra?
Le forze progressiste femministe, antirazziste e socialiste devono incontrarsi. Dobbiamo impegnarci per una Europa saldamente democratica e laica. La secolarizzazione è una condizione essenziale per affermare la democrazia, anche se da sola non basta a sostenerla. E la sua difesa deve andare di pari passo con la promozione dei valori dei diritti umani e con una forte sfida al razzismo, specialmente contro i migranti, a cui gran parte dell’Europa ha vergognosamente voltato le spalle. Questo compito è ora più urgente che mai. Lo dobbiamo alle generazioni prima di noi che hanno sacrificato le loro vite per l’uguaglianza e la libertà.

Il femminismo, concretamente, che contributo può dare?
Deve costruire una politica di solidarietà per contrastare le forze reazionarie. E deve formare alleanze abbattendo ogni divisione di genere, di classe, di religione o di razza. Ciò significa adottare un’analisi intersezionale e una pratica politica che includa tutti. I tempi sono difficili, ma non vedo alternative.

Category: Donne, lavoro, femminismi, Osservatorio Europa, Politica

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