Chiara Lalli e Francesco Indovina: La stupidità del neosindaco di Venezia che proibisce i libri “gender”

| 27 Giugno 2015 | Comments (0)

 

 

 

Cosa significa essere reazionari di destra? La risposta viene subito da Luigi Brugnaro neosindaco di Venezia  che mostra tutta la sua stupidità con la proibizione di libri per l’infanzia che non inneggino alla famiglia tradizionale.

 

1. Chiara Lalli : Il sindaco che a scuola grida al lupo contro il gender

da www. internazionale.it del 26 giugno 2015

Si chiede di voler raccogliere i libri “gender”, genitore 1 e genitore 2, consegnati durante l’anno scolastico e prepararli al fine del ritiro che avverrà al più presto da parte di un incaricato. Con i migliori saluti”.

Questo è il testo della circolare inviata il 24 giugno al personale docente di asili nido e scuole dell’infanzia dal neosindaco di Venezia Luigi Brugnaro (PG. N. 282873), che mantiene così le promesse della campagna elettorale.

È l’ultima vicenda nel dominio del “gender” e si potrebbe liquidare chiedendosi solo cosa diavolo sono i libri “gender” e ricordando che la storia del “genitore 1” e “genitore 2” è una delle più ostinate e colossali scemenze degli ultimi mesi. Questa dicitura non ha mai avuto a che fare con i libri, ma con i moduli di iscrizione scolastica: la proposta originaria era, banalmente, di usare la parola “genitore” invece di madre e padre come termine più ampio e comprensivo e per includere, per esempio, i figli di genitori single. Ma alla conferenza stampa di presentazione un giornalista ha “tradotto” il contenuto della proposta in genitore 1 e genitore 2 e non è stato più possibile rimediare (genitore non è un insulto, e non lo sarebbe nemmeno “genitore 1” o “genitore 2”, ma la dicitura mai esistita è diventata, nelle menti dei timorati del “gender”, un modo per offendere e insultare le famiglie e i sacri ruoli genitoriali).

Vale però forse la pena aggiungere un paio di considerazioni. La prima sulle motivazioni offerte da Brugnaro e la seconda facendo qualche esempio di temibile libro “gender”.

Brugnaro ha giustificato la sua decisione affermando che deve tener conto dell’opinione della maggioranza e che sui temi educativi decidono le famiglie. Oltre a trascurare il fatto che i libri erano semplicemente disponibili nelle biblioteche scolastiche e non imposti o mandati a memoria come se fossero il vangelo, la maggioranza è una scusa insoddisfacente e perfino inutilizzabile in alcuni contesti. Se la maggioranza si opponesse a insegnare che la terra non è più al centro dell’universo? Se non volesse che il creazionismo fosse relegato al più nelle ore di folklore o di storia del pensiero umano ma sostituisse le ore – già scarse – di biologia? E se si volessero recuperare i bei tempi andati in cui le donne dovevano stare a casa a stirare e per essere sposate dovevano avere la dote e il permesso del capo famiglia?

Ma per Brugnaro sul gender e sui libri per bambini vince la maggioranza di quelli spaventati da mostri che non esistono e da minacce oscure nei confronti di un sistema di pensiero arcaico e adagiato su una visione angusta e clericale.

Ovviamente il sindaco di Venezia ci tiene anche a dire che non vuole discriminare nessuno, e però non bisogna nemmeno esagerare con questa educazione alle differenze di genere, di cultura e di religione e con l’insinuazione che esisterebbero diversi modelli familiari. E in effetti dovremmo forse prima concentrarci sull’uso corretto della lingua italiana da parte di questi fieri rappresentanti comunali.

“Colpisce che il suo primo atto ufficiale, in assenza di giunta e di consiglio comunale, sia stato quello di sottrarre agli educatori il libero mandato educativo, limitando la scelta di cosa sia opportuno leggere in classe”, commenta Camilla Seibezzi, delegata ai diritti civili della precedente giunta e responsabile del progetto Leggere senza stereotipi. “L’iniziativa era nata per contrastare anche l’erronea credenza che un diritto esteso a tutti possa danneggiare qualcuno. Il fine più importante era l’integrazione di tutti i bambini e non il riconoscimento dei diritti degli adulti”.

Guardando la lista dei libri incriminati, poi, viene davvero da ridere: Storia incredibile di due principesseE con Tango siamo in treTante famiglie, tutte specialiMilly, Molly e tanti papàPiccolo uovoIl libro delle famiglie.

Questi libri non fanno altro che raccontare una realtà meno rigida e soffocante di quella – mai esistita – fatta da un solo modello di famiglia, di cultura, di religione e di pensiero.

Una realtà irreale, che tiene molto alla rigidità dei ruoli e delle destinazioni d’uso dei sessi e delle predestinazioni occasionali dei luoghi e delle famiglie in cui ci è capitato di nascere.

 

 

2. Francesco Indovina: La  stupidità reazionaria al governo di Venezia, ma non solo

dal suo Diario n. 291 del 26 giugno 2015

Il neo sindaco di destra di Venezia,  presentato come imprenditore serio e sicuro interprete del meglio di una destra costruttiva, ha dato il primo esempio della sua stupidità e del fatto che l’anima reazionaria alligna e non demorde.

Ha deciso che una serie di libri dovevano essere cancellati dal catalogo delle scuole primarie e delle materne.  Si tratta di libri che in forma pacata e con linguaggio adatto ai bambini di quell’età,  rendono conto della realtà della vita, e cercano di cancellazione gli stereotipi prevalenti.

Libri proibiti. Neanche la Chiesa ha più l’elenco dei libri proibiti; Hitler è morto e con lui anche i roghi dei libri ( il sindaco ha per caso  letto o visto il film Fahrenheit 451), aveva cominciato con i libri e ha continuato con ebrei, oppositori, malati, gay, ecc.  No certo Bruignaro non è Hitler, ma lo stile somiglia.

Il guaio di questo paese disastrato è che Brugnaro non è un caso isolato, in tutto il paese cresce l’opposizione a che i bambini siano adeguatamente informati di che cosa è la vita, i sentimenti, l’amore e la possibilità di famiglie diverse.

La stupidità e l’orrore sta nel fatto che in questo modo avendo i bambini come compagni, figli di un unico genitore, figli di coppie omosessuali, sigli nati in modo non naturale, inculcano in questi bambini  la diffidenza verso questi “strani” loro compagni, fino al disgusto. Questa la chiamano educazione.

Il family dey non spaventa per la difesa della così detta famiglia naturale, ma solo perché è portatrice di disprezzo e di odio. Ma la realtà è diversa, non la guardano, o se la guardano, non potrebbero  evitarlo,  cercano di scongiurarla nascondendo ciò che a loro non solo pare “diverso” ma disgustoso.

Molti danno molto fiducia a Papa Francesco, sarebbe bello che la sua parola si alzasse certo a difendere la sua dottrina, ma che spendesse parole sagge di tolleranza e di libertà (dove è finito il libero arbitrio?).

E’ troppo, e non ci spero,  ma si può pretendere una parola da parte del presidente del consiglio e dal ministro della Pubblica istruzione.

Questa dei libri sembra una piccola cosa, ma non lo è, inoltre dalle piccole cose evolvono le grande tragedie: il clima nel nostro paese e in Europa mi pare stia maturando in questa direzione. Fermiamolo prima che sia troppo tardi.

Spero che cortei di madri, padri, “regolari” e “irregolari”, con i figli e le figlie, i giovani, le maestre, i lavoratori della scuola e no, cattolici democratici e laici, mettano in campo le  loro ragioni della formazione cosciente dei bambini, e che da qui possa iniziare una campagna che blocchi questa caccia alle streghe neanche verso i comunisti, ma solo verso le ragioni dei valori democratici, della laicità e dell’educazione.

 

 

 


Category: Culture e Religioni, Donne, lavoro, femminismi, Osservatorio sulle città, Scuola e Università

About Chiara Lalli: Chiara Lalli è una bioeticista e giornalista italiana. Collabora con diverse testate, tra cui La Lettura e Il Mucchio Selvaggio. Tra i suoi ultimi libri: Dilemmi della bioetica (Liguori 2007); Buoni genitori. Storie di mamme e di papà gay (Il saggiatore, 2009); Secondo le mie forze e il mio giudizio. Chi decide sul fine vita. Morire nel mondo contemporaneo (Il Saggiatore 2014) e A. La verità, vi prego, sull’aborto (Fandango 2013). È in uscita All you can eat. Atlante alimentare illustrato (Fandango 2015).

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