Amina Crisma, Vittorio Capecchi: Addio a Dino Buzzetti
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Il nostro amico Dino Buzzetti ci ha lasciati, improvvisamente, il 23 aprile.
In più luoghi e da più parti si sono ricordati in questi giorni vari aspetti significativi della sua vita e della sua esperienza: la sua quarantennale attività di ricercatore e di docente all’Alma Mater, dove si era laureato, e dove ha insegnato dagli anni Ottanta Storia della filosofia medievale (e inoltre Storia della filosofia antica, Informatica documentale applicata alla rappresentazione di fonti storiche, Informatica umanistica), i suoi molteplici studi di logica e di metafisica (su Proclo, Anselmo, Duns Scoto, Mill, Locke), il suo speciale interesse per l’ambito delle Digital Humanities, di cui è stato pioniere e promotore a livello nazionale e internazionale e a cui ha offerto rilevanti apporti, contribuendo da protagonista a porle all’attenzione della comunità scientifica, i suoi soggiorni in svariati atenei un po’ ovunque nel mondo, come Münster, Göttingen, Colonia, Bergen, la Brown University, la Universidad Nacional Autónoma di Città del Messico, e altri ancora. In una nostra recente conversazione, ci rievocava fra l’altro una sua antica frequentazione della St. Andrews University in Scozia, confermando così ancora una volta ai nostri occhi la sua immagine di viaggiatore perennemente pronto a mettersi in moto, come aveva fatto ancora qualche anno fa, affrontando una lunga trasvolata che l’aveva portato fino in Australia.
Da sedici anni, era senior fellow della Fondazione Scienze Religiose di Via San Vitale a Bologna, e spesso veniva a trovarci, quando usciva dalla biblioteca. Nelle nostre conversazioni, c’erano interessi comuni e progetti condivisi. Fra questi ricordiamo, ad esempio, il convegno “Complessità e previsione” svoltosi a Bologna nel novembre 2017 per il cinquantenario della rivista Quality and quantity fondata e diretta da Vittorio, a cui Dino contribuì in assai rilevante misura, sia sotto il profilo dell’elaborazione teorica sia sotto quello dell’organizzazione concreta, come attesta la cronaca dell’evento pubblicata su Inchiesta (12 novembre 2017, www.inchiestaonline.it ).
Ma erano innumerevoli gli argomenti su cui era bello ascoltarlo, e di qualsiasi cosa parlasse la sua limpida intelligenza si univa sempre a un cordiale gusto narrativo. Ci mancherà, la sua usata compagnia, la sua costante e affettuosa partecipazione agli eventi della nostra vita, la sua generosa assistenza alle nostre ricerche, la sua riflessione sempre fertile di vitali sollecitazioni.
E il suo ricordo si associa per noi a quello di un altro compianto amico, Pier Cesare Bori, alla cui memoria Dino ha dedicato, alcuni anni fa, uno scritto su Inchiesta (Dino Buzzetti, “Per ricordare Pier Cesare Bori”, 28 ottobre 2014, www.inchiestaonline.it ) in cui evocava, oltre all’esperienza del gruppo di lettura “Una via”, un’altra pratica promossa da Bori che li accomunava: quella dell’incontro silenzioso della Società degli Amici.
Così di entrambi vogliamo ricordare l’impegno a formare comunità attraverso questo genere di pratiche, sommesse e distanti dalle roboanti retoriche che quotidianamente ci sommergono con il loro vacuo clamore: un impegno che essi ci affidano, e in cui ritrovare, con loro e con le loro voci, una segreta e tenace communio.
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