Marcello Ghilardi: Addio al filosofo Giangiorgio Pasqualotto

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Pubblichiamo con il consenso dell’autore questo articolo di Marcello Ghilardi apparso sul Giornale di Vicenza dell’8 ottobre 2025 a p. 34.
Marcello Ghilardi
Addio al filosofo Giangiorgio Pasqualotto
(7 ottobre 2025)
In un’epoca in cui sembra impossibile, se non colpevole, attribuire a una figura di docente la qualifica di “maestro”, ci ha lasciati ieri quello che invece per diverse generazioni di studentesse e studenti ha costituito un’autentica figura magistrale. Giangiorgio Pasqualotto, filosofo vicentino nato nel 1946, è morto ieri a Padova, sua città di adozione dalla metà degli anni Sessanta. Già professore ordinario di Estetica, Pasqualotto aveva insegnato per molti anni anche Storia della Filosofia e Storia della Filosofia Buddhista presso l’Ateneo patavino, dove nel 1999 aveva fondato con Adone Brandalise il Master di Studi Interculturali; più recentemente aveva contribuito alla nascita del al Master in Contemplative Studies. Il suo percorso di studi era stato contrassegnato da tre ampie fasi: dopo essersi formato alla scuola fenomenologica del professor Dino Formaggio, negli anni Settanta e Ottanta i suoi interessi si erano rivolti alla Scuola di Francoforte, in parte alla filosofia analitica, e soprattutto al pensiero di Nietzsche, a cui ha dedicato un celebre testo (Saggi su Nietzsche, 1985). Dalla fine di quel decennio – anche in seguito a una crisi filosofica ed esistenziale – si aprì una stagione fortemente originale per il suo pensiero e, più in generale, per la cultura filosofica italiana. Pasqualotto è stato infatti il primo a dedicare grande attenzione, dal punto di vista prettamente speculativo – e non tanto antropologico, sociologico o religioso – ad alcune tradizioni di pensiero dell’Asia centrale e orientale. Sono in particolare il buddhismo e il taoismo ad interessarlo, dal punto di vista teoretico, estetico ed etico. Saggi come Il Tao della filosofia (1989) ed Estetica del vuoto (1992) divennero passaggi obbligati per chi, studiando filosofia, si lasciava provocare dall’alterità di architetture concettuali che, usando strutture logico-argomentative differenti rispetto a quelle europee, ponevano questioni sulla conoscenza del mondo, sulla possibilità e il senso dell’agire umano, sull’efficacia del gesto artistico, sul ruolo essenziale del corpo, dell’impermanenza, della meditazione. Il suo approccio critico all’idea di una filosofia comparata l’ha portato infine all’elaborazione di una filosofia interculturale, con l’avvio di una sorta di “scuola padovana di filosofia” attenta alle forme extra-occidentali del pensiero.
Alle tante pubblicazioni scientifiche Pasqualotto abbinava, con grande abilità oratoria, una sincera passione per la divulgazione filosofica. Pur venendo invitato a molte manifestazioni, convegni e festival non è però mai stato interessato alle luci della ribalta o a un ruolo di primo piano come di “filosofo di opinione”; la grande passione filosofica della sua vita era legata, oltre che alla ricerca, proprio all’insegnamento, a cui si dava pienamente. La sua presenza viva aboliva qualsiasi rischio di lezione cattedratica e coinvolgeva nell’esercizio di un pensiero condiviso, mai ripetitivo o preconcetto. Se, come scriveva Albert Camus, esistono fondamentalmente due tipi di forza, l’uragano e la linfa, Pasqualotto era certo un rappresentante della seconda, che è meno appariscente ma, sul lungo periodo, più trasformativa e vivificante. Il suo magistero non si limitava alla costruzione di argomentazioni raffinate o alla chiarificazione di problemi; mostrava una corrispondenza tra i temi trattati e il comportamento di che ne parlava, con la testimonianza di come mantenersi fedeli a una vocazione, suscitando domande che mantengono vivi perché interpellano un modo di esistenza e non solo uno sfoggio di intelligenza. Come un grande vento calmo – l’immagine che Deleuze usava per descrivere il pensiero di Spinoza – anche l’esempio concreto di Pasqualotto non cessa ma, nel suo transitare, continua ad animare la filosofia, a generare effetti, a suscitare un desiderio.
Category: Culture e Religioni

