Karl-Ludwig Schibel: La banalità del bene
E’ stato tenuto nei giorni 8-9 settembre a Città di Castello il XXVI convegno di studi organizzato da l’Altrapagina dal titolo “ L’esperienza umana e l’enigma del male”. Questa sintesi del suo intervento è stata pubblicata su L’Altrapagina on line. Karl-Ludwig Schibel è un ambientalista coordinatore di Alleanza per il Clima e della Fiera utopie concrete
Nel suo contributo al convegno “L’esperienza umana e l’enigma del male” Ágnes Heller ha saputo dipingere un ampio quadro, dai filosofi greci ai nostri giorni, per ragionare sul male, quello naturale e quello morale. Più proseguiva nel suo discorso e più mi prendeva un profondo disagio a causa l’irrilevanza del suo discorso per la situazione della stragrande maggioranza dei presenti. Il male cui si riferiva questa grande filosofa è quello con la “M” maiuscola, il male sotto forma di genocidio, campi di concentramento e gulag.
Comunemente i dilemmi cui ci si trova di fronte nell’Italia del 2012 sono molto più banali, mentre le risposte a come comportarsi per non fare del male non sono per niente semplici. Poco dopo il convegno de l’altrapagina si è discusso ai Colloqui di Dobbiaco di “Suolo: la guerra per l’ultima risorsa”. Un acceso dibattito ha affrontato il conflitto tra l’uso dei campi per coltivare cibo e piante energetiche. «La svolta energetica richiede l’uso delle biomasse», ragionava uno dei partecipanti, «io questa svolta energetica la voglio e sono convinto che ci siano delle soluzioni al conflitto cibo-energia rinnovabile». Infatti, coerentemente alle sue asserzioni, era arrivato a Dobbiaco con la sua automobile a metano, un carburante fossile con basse emissioni di CO2 che compensa pagando – in rapporto alla sua percorrenza annuale – una quota a un produttore di biogas che si obbliga di immettere nella rete l’equivalente di quanto l’automobile ha bruciato in metano. Così la sua coscienza è a posto. Per una parte consistente del pubblico dei colloqui invece la produzione di biogas non fa parte della soluzione, ma del problema: aumenta i prezzi dei prodotti alimentari, e quindi la fame nel mondo, e contribuisce alla distruzione dei suoli poiché gli impianti per la sua produzione funzionano in buona parte con mais coltivato su grandi superfici in un sistema agro-industriale. Non viviamo (fortunatamente) in tempi che richiedono atti eroici.
Fare bene o fare male è al contempo complesso e banale e richiede la tolleranza delle ambiguità e la disponibilità a mettere in discussione le proprie azioni quotidiane e i comportamenti di routine. |
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Category: Culture e Religioni, Storia della scienza e filosofia