Enrico Peyretti: Dughin e Putin non possono usare Tolstoj !

| 27 Agosto 2022 | Comments (0)

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Dughin e Putin non possono certo usare Tolstoj!

Anche Tolstoj aveva una specie di culto e ammirazione per il “popolo russo”, di poveri, sapienti, umiliati, da liberare e affermare, a cui insegnava e da cui imparava. Basti la figura di Platòn Karataiev, in Guerra e Pace (1), un sapiente del popolo. Ma altrettanto aborriva la potenza economica e militare e violenta dei nobili e dello zar, e la guerra imperiale. Ritrovò la fede praticando la religione del popolo, ma poi criticò il formalismo ecclesiastico  (Risurrezione, Parte Prima, XL) e la teologia ufficiale, scegliendo una sua teologia aperta a tutto lo spirituale, e lottando contro la violenza del potere politico. Tutto il ricavato di Risurrezione lo destinò agli obiettori di coscienza.

Dughin e Putin non possono certo usare Tolstoj! In parte Dostoevskij , che scrive: “Non è russo chi non riconosce la necessità di conquistare Costantinopoli” (vedi P. C. Bori, La tragedia del potere, EDB 2015, pp. 37-40).

 

(1) 1132-36 Platòn Karatàiev. Proverbi russi 1182-4 ; 1134, 1243 falchetto;   1241-43 il racconto di Platòn Karatàiev, del condannato innocente   1244-45 Karatàiev fucilato, i soldati francesi, Pierre, il cane  (pagine dell’edizione Einaudi 1968)

Category: Culture e Religioni, Dibattiti

About Enrico Peyretti: Enrico Peyretti (Torino, 1935) è un attivista italiano, intellettuale, impegnato nella ricerca per la pace e nel movimento per la non violenza. È stato presidente centrale della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI) tra il 1959 e il 1961. Nel periodo del post-Concilio Vaticano II animò a Torino alcune realtà ecclesiali di base. Fondò nel 1971 (e diresse fino al 2001), assieme ad "alcuni cristiani di Torino", la rivista mensile il foglio (www.ilfoglio.info), che ancora oggi rappresenta una delle più interessanti esperienze di riflessione su tematiche religiose e politiche da parte del Cristianesimo di base. Ha insegnato storia e filosofia nei licei. Svolge attività come ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino (www.serenoregis.org), sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); è membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Università piemontesi. È un riferimento all'interno del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione. Tra i suoi libri: " Alcuni elementi per una filosofia della pace ", Scuola di pace, Città di Boves, Anno accademico 1993-94 ; Dall'albero dei giorni, Soste quotidiane su fatti e segni, Servitium, Sotto il Monte (BG) (1998); La politica è pace, Cittadella, Assisi (PG) (1998); Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino (1999); Dov'è la vittoria?, Piccola antologia aperta sulla miseria e la fallacia del vincere, Il segno dei Gabrielli, San Pietro in Cariano (VR) (2005); Esperimenti con la verità. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (RM) (2005); Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento (2009);Dialoghi con Norberto Bobbio su politica, fede, nonviolenza , Claudiana, Torino (2011); Il bene della pace. La via della nonviolenza , Collana L'etica e i giorni, Cittadella Editrice, Assisi (2012)

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