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Armando Sarti
Sarti, classe 1947, nasce nella bassa bolognese, a San Pietro in Casale, padre ferroviere, madre casalinga. Frequenta la prima elementare nella scuola di Gavaseto, frazione a circa un chilometro e mezzo da Cenacchio, località in cui abita con i genitori ed i nonni paterni. Il 4 ottobre, il giorno di San Petronio del 1954, la famiglia si trasferisce a Bologna, alla Bolognina, dove fatica enormemente a entrare nella nuova realtà cittadina. Dopo 8 mesi di solitudine si trasferisce in una nuova vicina casa, dove nello “stradello” di via Raimondi si trova i primi amici. Fra essi due saranno medici, uno perito industriale e Alfredo Cazzola. Alfredino: il più fortunato del gruppo, che sarà presidente della Virtus basket e del Bologna calcio.
Armando dopo un primo diploma di qualifica dell'Istituto professionale di Stato Aristotele Fioravanti, consegue a 28 anni il diploma serale di perito elettrotecnico presso l'Istituto Aldini Valeriani di Bologna.
Nel 1969 sposa Milena e nasce Carla, con questa formazione familiare -fortunatamente- non ha mai smesso di essere felice. Il primo giorno di lavoro presso l'azienda bolognese del gas e acqua deve chiedere un permesso, per recarsi alla maternità del S. Orsola a vedere la moglie e la bimba. Nel 1989 è presente alla “svolta della Bolognina”. Quando arriva cede il suo posto e fa sedere Achille Occhetto, che annuncia la fine del Partito Comunista. Nel 1996 è nel Movimento per l'Ulivo di Romano Prodi, dove conosce figure importanti per la politica italiana. Nel 2000 partecipa al percorso che porta all'erezione del cippo a Primo Zecchi, vittima della “Uno bianca”, nel 2003 partecipa al percorso che porta al monumento in via Lenin a Bologna, alle 24 vittime uccise in città, in Emilia-Romagna e Marche dai fratelli Savi e dai loro complici. Si interessa dal 2003 di Caserme Rosse “Il lager di Bologna”, che è diventato, con lo stesso titolo di un suo piccolo testo storico, un film dei documentaristi bolognesi Danilo Caracciolo e Roberto Montanari.
Riceviamo da Armando Sarti questa importante testimonianza di Salvatore Fais su i martiri della resistenza dimenticati dell’officina OGR di Bologna. Nella foto in alto: Dall’alto in basso, da sinistra a destra: Mazzoni Remo, arrestato e fucilato dalle brigate nere il 30 settembre 1944; Boccafogli Italo, ucciso da un tedesco mentre era al lavoro il […]
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* 1. L’albero della memoria e d’Europa in memoria del Lager “Caserme rosse” di Bologna Un Albero della Memoria e dell’Europa. E’ l’opera d’arte che il liceo artistico Gaetano Chierici di Reggio Emilia ha realizzato per l’Istituto Agrario Serpieri di Bologna in memoria delle Caserme Rosse per celebrare l’Europa, nel giorno della sua […]
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