Maria Pace Nemola: Buon Natale con Fabrizio De André
Maria Pace Nemola ci invia, da diffondere per gli auguri di Natale, questa poesia canzone di Fabrizio De André accompagnata da queste parole “La figura di Gesù come ce la dipinge Faber non è esattamente quella dell’ortodossia cristiana, ma emana comunque tanto senso di amore che poi è proprio il messaggio che ci viene dalla grotta di Betlemme, valido certo duemila anni fa, ma ancor più valido nel nostro tormentato tempo del XXI secolo”.
Si chiamava Gesù
Venuto da molto lontano
a convertire bestie e gente
non si può dire non sia servito a niente
perché prese la terra per mano.
Vestito di sabbia e di bianco
alcuni lo dissero santo
per altri ebbe meno virtù
si faceva chiamare Gesù.
Non intendo cantare la gloria
né invocare la grazia e il perdono
di chi penso non fu altri che un uomo
come Dio passato alla storia.
Ma inumano è pur sempre l’amore
di chi rantola senza rancore
perdonando con l’ultima voce
chi l’uccide tra le braccia di una croce.
E per quelli che l’ebbero odiato
nel Getzemani pianse l’addio,
come per chi l’adorò come Dio
che gli disse: “Sii sempre lodato”
per chi gli portò in dono alla fine
una lacrima o una treccia di spine
accettando ad estremo saluto
la preghiera e l’insulto e lo sputo.
E morì come tutti si muore
come tutti cambiando colore.
Non si può dire che sia servito a molto
perché il male dalla Terra non fu tolto.
Ebbe forse un po’ troppe virtù,
ebbe un volto ed un nome Gesù.
Di Maria dicono fosse il figlio
sulla croce sbiancò come un giglio.
Category: Arte e Poesia